Jimmie Åkesson, il web designer e leader dell’ultra destra svedese

Politico navigato, nonostante i suoi 39 anni, ha raggiunto il 18% delle preferenze alle ultime elezioni in Svezia

Il suo partito, SverigeDemokratzerna (Democratici svedesi) ha ottenuto il 18% dei voti, i trend topic della sua campagna elettorale sono stati l’uscita della Svezia dall’Ue e la sospensione del diritto d’asilo ai migranti: ecco a voi Jimmie Åkesson, il web designer e leader dell’ultra destra svedese. Quelle di domenica sono state le sue quarte elezioni, nonostante i suoi 39 anni, un’ascesa continua che tiene col fiato sospeso l’Europa vista la forte tendenza sovranista del giovane leader svedese.

A Stoccolma come a Bruxelles gli occhi sono puntati su Åkesson figlio d’un manager e di un’assistente sociale, studi universitari mai finiti, professione web designer e una compagna, Louise Erixon, attivissima nel partito. La sua militanza in Sverigedemokraterna è iniziata nel 1995 a sette anni dalla nascita del partito sulle ceneri di vecchie formazioni neonaziste.

Nel 2005 arriva la prima svolta alla sua fulminante carriera con la sua elezione alla guida del partito che ha cercato di “ripulire” dagli elementi più estremi, compresa la suocera che s’era abbandonata a dichiarazioni antisemitiche, ha cambiato il simbolo della formazione (da una torcia simile a quella del National Front britannico a un più rassicurante anemone gialla e blu) ed ha proseguito una inesorabile ascesa che lo ha portato quattro giorni fa a intercettare uno svedese su cinque. Record storico per il partito che ha ottenuto 62 seggi al Riksdag.

L’ascesa di Jimmie Åkesson ha corrisposto con la lenta e progressiva perdita di voti dei partiti tradizionali svedesi, su tutti i socialdemocratici del premier uscente Stefan Lofven. A partire dall’ingresso in Parlamento, nel 2010, con il 5,7% dei consensi, Sverigedemokraterna è cresciuta esponenzialmente puntando su un’agenda politica fortemente conservatrice e molto critica rispetto al sistema di accesso della popolazione al totem storico della Svezia, il generoso e efficace sistema di welfare, che i Democratici Svedesi vorrebbero destinare prioritariamente ai cittadini nativi.

La Svezia, che nel solo biennio 2014-2015 ha aperto a 250mila migranti, ha toccato il record dell’accoglienza ma, per converso, ha visto negli ultimi anni crescere un sentimento sovranista che ha cavalcato le paure delle gang magrebine di periferia. Sentimento che si è addensato proprio nella figura di Jimmie Åkesson e di SverigeDemokratzerna, il suo tallone d'Achille?

La passione per il videopoker. Per Radio Svedese, nel 2014, avrebbe speso per il gioco online circa 70mila dollari, più di quanto un politico svedese avrebbe potuto spendere per un hobby o un vizio. Jimmie ha accusato la radio di aver costruito ad arte una campagna contro la propria immagine, una “character assassination”. In un Paese che ha sempre fatto del welfare il suo punto di forza Åkesson – si legge su La Stampa – ha un’altra idea di stato sociale: Quello esclusivo, che punta tutto sulla protezione dei cittadini scandinavi. Gli altri, fuori. (…)

Che futuro prossimo per la Svezia?

Il paese scandinavo è destinato a un periodo di incertezza, con un governo di minoranza molto debole e la possibilità di elezioni anticipate.  Insomma, i Democratici svedesi possono far saltare il banco in qualsiasi momento, come nel 2014 con la Finanziaria presentata dai socialdemocratici: l’opposizione di Jimmie Åkesson aveva bloccato la legge di bilancio del premier Löfven, e il Paese rischiò elezioni anticipate.

Di certo Macron e la Mekel avranno un grattacapo in più per tenere coesa l’Unione.

Stampa Articolo Stampa Articolo