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Tutela dei consumatori:Commissione europea: Airbnb rispetti le norme Ue

 

Bruxelles, 16 luglio 2018 – La Commissione europea e le autorità dell'UE di tutela dei consumatori chiedono a Airbnb di allineare i termini e condizioni alle norme dell'UE in materia di tutela dei consumatori e di essere trasparente in merito alla presentazione dei prezzi.

V?ra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, ha dichiarato: «Sono sempre più numerosi i consumatori che prenotano online i loro alloggi per le vacanze e tale settore ha offerto molte nuove opportunità ai turisti. La popolarità tuttavia non può essere una scusa per non conformarsi alle norme UE di tutela dei consumatori. I consumatori devono capire facilmente quanto e per che cosa devono pagare quando acquistano servizi e nei loro confronti vanno applicate regole eque, ad esempio sull'annullamento dell'alloggio da parte del proprietario. Mi aspetto che Airbnb possa presentare rapidamente soluzioni adeguate.»

L'attuale presentazione dei prezzi di Airbnb e una serie di disposizioni che applica non sono conformi alla direttiva sulle pratiche commerciali sleali [1], alla direttiva sulle clausole contrattuali abusive [2], e al regolamento [3]sulla competenza giurisdizionale in materia civile e commerciale. L'autorità europea dei consumatori e la Commissione hanno quindi chiesto ad Airbnb una serie di modifiche. La società ha tempo sino alla fine di agosto per presentare le relative proposte. Le soluzioni che Airbnb proporrà per rimediare a questa situazione saranno esaminate dalla Commissione e dalle autorità per la tutela dei consumatori dell'UE. Se non saranno ritenute soddisfacenti, nei confronti di Airbnb potrebbe essere avviata un'azione coercitiva.

Trasparenza dei prezzi e altre pratiche commerciali sleali

La presentazioni dei prezzi di Airbnb, come pure la distinzione tra attività di accoglienza privata e professionale non soddisfa i requisiti del diritto dell'Unione, in particolare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali [4]

Airbnb deve:

Chiarezza delle clausole o eliminazione delle clausole illegali

Le condizioni di utilizzo di Airbnb devono essere rese conformi al diritto europeo di tutela dei consumatori. La direttiva sulle clausole contrattuali abusive [5] stabilisce che clausole e condizioni generali non devono creare un significativo squilibrio tra i diritti e gli obblighi delle parti, a scapito del consumatore. La direttiva dispone inoltre che le clausole siano redatte in modo chiaro e comprensibile affinché il consumatore sia informato dei suoi diritti in modo altrettanto chiaro e comprensibile.

Per quanto riguarda Airbnb, ciò significa, ad esempio:

Infine Airbnb deve fornire sul proprio sito web un link facilmente accessibile per la risoluzione online delle controversie e tutte le informazioni necessarie relative alla risoluzione delle controversie a norma delregolamento ODR [6].

Prossime tappe

Airbnb ha tempo sino alla fine di agosto per proporre soluzioni dettagliate su come conformarsi alla legislazione UE in materia di consumatori. La Commissione e le autorità di tutela dei consumatori si riuniscono, se necessario, con Airbnb in settembre per risolvere le questioni rimaste in sospeso. Se le proposte della società non saranno considerate soddisfacenti, le autorità per la tutela dei consumatori potrebbero adottare misure coercitive.

Informazioni generali

Il regolamento [7] UE sulla cooperazione per la tutela dei consumatori mette in collegamento le autorità nazionali per la tutela dei consumatori nell'ambito di una rete di esecuzione paneuropea, Sulla base di tale quadro normativo, l'autorità nazionale di uno Stato membro dell'UE può chiedere l'assistenza dei suoi omologhi in un altro Stato membro per fermare le violazioni transfrontaliere della normativa UE a tutela dei consumatori.

Questa cooperazione può essere attivata per far applicare coattivamente vari strumenti legislativi di tutela del consumatore, in particolare la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, [8] la direttiva sui diritti dei consumatori [9] o la direttiva sulle clausole contrattuali abusive [10].

La rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (CPC) ha effettuato nel giugno 2018 una valutazione congiunta (posizione comune) delle pratiche commerciali di Airbnb, sotto il coordinamento dell'Autorità di tutela dei consumatori norvegesi (Forbrukertilsynet [11]). Questa azione ha avuto il sostegno della Commissione europea.