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Regolamento di Dublino, la Germania contraria alla riforma

A pochi giorni dall’omicidio di Sacko Soumali (29 anni) immigrato regolare originario del Mali, sindacalista e attivista dell’Unione sindacale di base, risuona fragoroso il silenzio sull’accaduto del neo-premier Conte, del ministro del Lavoro Di Maio e di quello degli Interni Salvini. Nessun commento in merito. Anzi in questi giorni spirano venti incendiari anche in Europa. Pare sia stata esclusa la matrice xenofoba, Soumali difendeva i migranti che nella Piana di Gioia Tauro mettono a disposizione le loro braccia per raccogliere agrumi e ortaggi per pochi euro.

Intanto oggi è previsto il vertice dei ministri degli Interni Ue sull’accoglienza dei migranti. Si discute, tra le tante cose, della proposta bulgara di modifica delle modalità di richiesta di asilo. Salvini, assente per il voto di fiducia del governo italiano, è reduce dal suo viaggio in Sicilia dove ha visitato l’hotspot di Pozzallo da dove ha dichiarato: “La Tunisia è un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti” scatenando la reazione stupita dell’ambasciata della Tunisia.

Ma cos’è il “regolamento di Dublino”?

Il regolamento di Dublino venne firmato nella capitale irlandese il 15 giugno 1990 da Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Regno Unito che iniziarono a metterlo in atto nel settembre 1997. Si sono poi aggiunti Austria, Svezia e Finlandia. Attualmente è in vigore il regolamento Dublino III del 2014, che definisce quale Stato deve farsi carico della richiesta di asilo di una persona giunta in territorio europeo. Definisce i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un Paese terzo o da un apolide. Dal 1999 l’Unione Europea ha cercato di realizzare un sistema comune di asilo. Tuttavia, ancora oggi, una persona che entra in Europa non può decidere in quale Stato presentare la sua richiesta di asilo. Quindi, la richiesta di asilo per un migrante proveniente da un Paese terzo deve essere fatta nel primo Paese dell’Unione in cui mette piede, solitamente Italia e Grecia, dove dovrebbe essere identificato dalle forze dell’ordine, lasciando uno spazio estremamente ridotto alle preferenze dei singoli. Lo Stato membro competente è obbligato a prendere in carico il richiedente che ha presentato richiesta di protezione in un altro Stato. Ad esempio un cittadino straniero che è entrato in maniera irregolare in Italia e che poi si è recato in Germania dove ha presentato richiesta di asilo dovrebbe, in teoria, essere trasferito in Italia.

I suoi limiti

Nella pratica una persona che arriva in Italia, Spagna, Grecia e Ungheria, per citare alcune delle porte di ingresso all’Europa, deve avere la fortuna o la “bravura” di non farsi intercettare se vuole scegliere e quindi raggiungere lo stato in cui vorrebbe vivere. Si tratta di una logica perversa per cui il Paese che salva una vita in mare è poi il Paese che dovrà accogliere quella persona e garantirgli protezione e il Paese in cui quella persona sarà costretta a costruire il suo futuro. Ma torniamo a oggi.

La Germania si dice “aperta ad una discussione costruttiva” sulla proposta della presidenza bulgara per la riforma del regolamento di Dublino, “ma com'è attualmente non la accettiamo” ha affermato il segretario di Stato tedesco Stephan Mayer al suo ingresso al consiglio Affari interni, a Lussemburgo, dove il primo punto della discussione è dedicato alla riforma del sistema. “Non c'è solo l'Italia ad opporsi, anche i Paesi Visegrad sono contrari, e il governo tedesco critica punti precisi”, ha detto.

Anche il ministro alla Migrazione svedese Helene Fritzon si è esposto come Mayer al suo arrivo al consiglio europeo Affari interni, a Lussemburgo. “L'Europa ha bisogno di un’intesa sulla riforma di Dublino, ma con le elezioni delle destre in Europa c'è un problema per raggiungere un compromesso oggi. C'è un clima politico più duro. Non si tratta solo dell'Italia, ma anche la Slovenia”, ha detto. E il neo ministro dell’Interno italiano? Matteo Salvini ha annunciato che la posizione dell’Italia sarà dire “no alle nuove politiche di asilo perché lasciano soli i Paesi del Mediterraneo, Italia Spagna, Cipro e Malta”.