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Siria, Turchia contro terrorismo curdo ad Afrin

L'esercito turco impegnato in una azione contro le Unità di protezione del popolo curdo (YPG), legate al partito siriano dell'Unità democratica (PYD) che il presidente Recep Tayyip Erdogan ritiene organizzazioni terroriristiche. L'operazione militare in atto denominata "Ramoscello d'ulivo" sta colpendo Il distretto di Araz ad est della regione di Afrin e si stanno svolgendo con il benestare di Mosca. Definita una guerra lampo serve a stabilire una zona di sicurezza di circa 30 km dal confine turco siriano. L'offensiva degli ultimi giorni ha preoccupato gli investitori stranieri in Turchia e il governo di Binali Yildirim cercando di minimizzare l'intervendo afferma che sono stati presi di mira solo obiettivi terroristi, il resto sarebbe propaganda. ''Non ci sarà alcun impatto sull'economia della Turchia, i nostri investitori possono stare tranquilli'' – ha dichiarato il vice primo ministro turco Mehmet ?im?ek.

L'Usa intanto ritiene legittima l'azione di Ankara. "Riconosciamo pienamente il legittimo diritto della Turchia di proteggere i propri cittadini dagli elementi terroristici che potrebbero lanciare attacchi contro i cittadini turchi in territorio turco dalla Siria", ha detto il segretario di Stato americano Rex Tillerson, invitando però tutte le parti alla moderazione e 'ridurre al minimo l'impatto sui civili'.

L'SDF è un'alleanza di combattenti curdi e arabi impegnati nella guerra contro i jihadisti, dove la loro componente principale è la milizia curda". ''Gli Stati Uniti sono in Siria per sconfiggere l'Isis'' ha ribadito il capo della diplomazia Usa a Londra durante un incontro con il suo omologo britannico Boris Johnson.

La Turchia non si fermerà, non farà marcia indietro, una volta ripresa la roccaforte curda di Afrin toccherà a Manbij. Lo scrivono le testate turche citando il presidente turco Erdogan.

'Il popolo curdo dovrebbe sostenere la restistenza di Afrin. E' la risposta curda all'attacco turco."Tutti i popoli della Siria, in particolare quelli arabi, curdi, assiri e turkmeni che vivono nella Federazione democratica della Siria settentrionale dovrebbero vedere questo attacco come rivolto anche contro di loro e dovrebbero partecipare alla resistenza di Afrin" si legge nel comunicato diffuso nelle ultime ore.