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Bruxelles, Rafforzare la competitività del settore europeo del commercio al dettaglio

Immagine:Jyrki Katainen

Bruxelles, 19 aprile 2018 – La Commissione ha pubblicato oggi una serie di migliori pratiche per contribuire agli sforzi degli Stati membri tesi a dare vita a un settore del commercio al dettaglio più aperto, più integrato e maggiormente competitivo.

Quello del commercio al dettaglio è uno dei maggiori settori dell'economia dell'UE, le cui oltre 3,6 milioni di imprese impiegano quasi un cittadino su dieci. Si tratta di un settore in rapida evoluzione, con lo sviluppo del commercio elettronico e del commercio al dettaglio multicanale, che possiede il potenziale per fare meglio. Questo è il motivo per cui la Commissione sta aiutando gli Stati membri e gli operatori a superare le attuali difficoltà affrontando il progressivo incremento di restrizioni nel settore.

Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario responsabile per l'Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività ha dichiarato: "La Commissione ha individuato pratiche molto concrete ed efficaci per orientare gli sforzi degli Stati membri per un aumento del tasso di innovazione, produttività e competitività del nostro settore del commercio al dettaglio. In questo modo i dettaglianti europei potranno rafforzare la loro presenza globale. Si coadiuveranno inoltre gli sforzi delle nostre numerose PMI del settore, spesso a conduzione familiare, per accettare il cambiamento tecnologico. Ciò contribuirà a creare occupazione e a stimolare la crescita economica."

Ha aggiunto El?bieta Bie?kowska, Commissaria per il Mercato interno, l'industria, l'imprenditoria e le PMI: "Il futuro del settore del commercio al dettaglio europeo, e della nostra economia nel suo complesso, dipende dalla capacità di mettere a punto pratiche commerciali innovative e di trarre il massimo da nuove opportunità quali ad esempio il commercio elettronico. Per conseguire tali obiettivi è necessario che il contesto imprenditoriale sia favorevole. Questa è la ragione per cui offriamo i nostri consigli agli Stati membri sul miglior modo di applicare la regolamentazione dell'UE e di seguire l'esempio di riforme che hanno ben funzionato in altri paesi dell'UE."

 

Quali sono i principali settori in cui gli Stati membri possono compiere ulteriori progressi?

L'indicatore di restrittività per il settore del commercio al dettaglio fornisce inoltre un'utile panoramica della situazione del commercio al dettaglio negli Stati membri, contribuendo a individuare le migliori pratiche e gli ambiti in cui è possibile operare riforme. L'indicatore è anche uno strumento dinamico di monitoraggio per misurare l'impegno degli Stati membri nel ridurre le restrizioni al commercio al dettaglio e l'impatto di tali riforme sull'efficienza dei mercati, compresi fattori quali la produttività, i prezzi e l'innovazione, oltre che gli effetti di ricaduta su altri settori.

Al di là degli orientamenti odierni per le riforme degli Stati membri e della definizione delle priorità per le politiche attuative nel settore del commercio al dettaglio, la Commissione continuerà a monitorare l'evoluzione dei relativi quadri normativi e delle tendenze economiche.

 

Contesto

Il settore del commercio al dettaglio, che per dimensioni è il secondo settore di servizi dell'UE dopo quello dei servizi finanziari, genera il 4,5% del valore aggiunto dell'economia dell'UE. Da esso dipende l'8,6% di tutti i posti di lavoro nell'UE. Le famiglie dell'UE spendono nei negozi di vendita al dettaglio fino a un terzo del reddito disponibile. Il commercio al dettaglio è anche un volano importante per l'innovazione e la produttività. Data l'interazione con altri settori economici, risultati migliori nel settore del commercio al dettaglio possono generare effetti di ricaduta positivi sull'intera economia. Minori restrizioni per il commercio al dettaglio si traducono in un aumento della produttività del settore manifatturiero. Aumentando la sua efficienza, il settore del commercio al dettaglio può offrire ai consumatori prezzi più bassi, incrementando quindi la domanda e orientando i produttori verso merci più innovative. 

Con la sua strategia per il mercato unico [3], del 2015, la Commissione si è impegnata ad affrontare le restrizioni eccessive sullo stabilimento e sulle operazioni di vendita quotidiane dei negozi. La comunicazione odierna sul commercio al dettaglio costituisce l'ultimo elemento della strategia per il mercato unico, che integra altre iniziative quali le proposte per facilitare alle imprese la vendita dei loro prodotti in tutta l'UE [4], l'iniziativa Start-up e scale-up [5], le misure per dare nuovo impulso al settore dei servizi [6], le misure perappalti efficienti e professionali [7] e la tutela del know-how dell'Europa e della sua leadership nell'innovazione [8], tutte iniziative atte amigliorare la conformità e il funzionamento pratico del mercato unico dell'UE [9] e il commercio di prodotti sicuri in Europa [10]. Tali attività si inquadrano anche negli sforzi della Commissione per dare vita a un mercato unico digitale dell'UE  [11], in particolare mediante iniziative in tema di blocchi geografici [12]servizi di consegna transfrontaliera [13]modernizzazione dell'IVA [14] e norme relative ai contratti nel settore digitale [15]

 

 

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