Orbàn stravince e per la terza volta guida l’Ungheria

Vittoria record per il nazionalconservatore sovranista aperto sostenitore della democrazia illiberale ispirata a Putin ed Erdogan ha raccolto il consenso degli elettori con la campagna anti- immigranti in difesa della Nazione

Viktor Orbàn stravince alle elezioni e si appresta a guidare l’Ungheria per il terzo mandato consecutivo. Alla tornata elettorale dell’8 aprile il partito Fidesz ha ottenuto 133 dei 199 seggi, percentuale che gli darebbe anche la super maggioranza dei due terzi necessaria per i cambiamenti costituzionali. Orbàn potrà così proseguire nello sviluppo del suo progetto di ‘democrazia illiberale’ ispirata alle politiche reazionarie di Russia e Turchia.

L’eccezionale affluenza ai seggi elettorali aveva fatto ipotizzare agli analisti la possibilità di una buona affermazione delle opposizioni che avrebbe allontanato l’ipotesi di una maggioranza assoluta al partito di Orbàn. Ma le cose sono andate diversamente, gli ungheresi hanno decretato la vittoria schiacciante del partito di governo Fidesz con il  48,9% dei consensi. Secondo il partito Jobbik con il 20% ,  trasformatosi da ultradestra xenofoba e antisemita in centrodestra anticorruzione,  terza l'alleanza socialisti-verdi con 12 per cento.

Orbàn sbanca, tutti il suo successo supera qualunque previsione della vigilia. Il premer magiaro nazionalconservatore e sovranista si propone ancora una volta come difensore della nazione . "Questa è una vittoria decisiva, in futuro saremo in grado di difendere la nostra madrepatria, " ha commentato subito dopo il risultato intendendo mettere a punto una politica di attacco alla invasione islamica dall’Africa e dal Medio Oriente. Il suo punto di forza di una campagna elettorale incisiva e martellante per mesi sul pericolo mortale che penderebbe sulla testa degli ungheresi che dovranno fare i conti con l’arrivo di migliaia di migranti e profughi musulmani che in virtù del ricollocamento obbligatorio voluto dell’Ue saranno distribuiti nei Paesi membri.
 

"Dobbiamo decidere bene, perché sbagliando non ci sarà più modo di riparare, rischiamo di perdere il nostro Paese, che diventerà un Paese di immigrati", ha detto ancora Orbàn il giorno delle elezioni. Un messaggio che ha evidentemente raccolto il favore dell'elettorato.

 La vittoria record di Orbàn condurrà l’Ungheria lungo un percorso politico di duro contrasto all'immigrazione e ai diktat dell’Unione europea non graditi al leader del partito Fidesz da cui il Paese trae comunque grandi vantaggi dagli aiuti dei fondi di coesione per i quali durante la campagna elettorale ai veleni, gli avversari lo hanno accusato di corruzione  e  malversazione del 30 per cento dei sostegni europei. Gli oppositori politici non hanno risparmiato Orbàn neanche dalle accuse di  controllo di istituzioni  e media di amicizia con Putin incompatibile con le strategie di Ue e Nato, di connivenza con gli oligarchi. Accuse alle quali il leader magiaro ha risposto attaccando glia avversari di agire per conto dei servizi della presunta congiura del tycoon americano di origini ebree ungheresi Soros, a favore delle ondate migratorie islamiche. La  campagna impostata sul no ai migranti e la propaganda sulla crescita economica più forte tra i paesi Ue collegata al calo della disoccupazione ha convinto gli elettori a votare in massa il nazionalista e sovranista  Orbàn apertamente ispirato ad Erdogan e Putin. Una scelta elettorale che mette a repentaglio i principi di libertà e democrazia su cui si fonda l’Unione europea e come Stato membro la stessa Ungheria.

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