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Verso Bratislava, Jean-Claude Juncker: Un’Europa dei risultati

Bruxelles, 14 febbraio 2018 – In vista della riunione informale dei leader del 23 febbraio 2018, la Commissione europea presenta oggi una serie di iniziative pratiche finalizzate a rendere più efficace l'azione dell'Unione europea e a migliorare il collegamento tra i leader delle istituzioni dell'UE e i cittadini europei.

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Il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dichiarato oggi: "Con la tabella di marcia di Bratislava, la dichiarazione di Roma e ora con l'agenda dei leader, l'Europa si è giustamente prodigata per creare un'Unione capace di produrre risultati concreti e tangibili per i sui cittadini negli ambiti che stanno loro più a cuore. E deve proseguire su questa strada. Ho sempre sostenuto che la forma deve essere subordinata alla funzione – e adesso non è il momento per lunghe discussioni su riforme istituzionali o modifiche del trattato. Vi è tuttavia una serie di iniziative che possiamo intraprendere al fine di rendere la nostra azione ancora più efficace per ottenere risultati negli ambiti per noi prioritari. Le opzioni sono molteplici ma devono essere tutte finalizzate a un unico obiettivo: creare un'Europa dei risultati."

Candidati capolista: Valorizzare l'esperienza del 2014 con i candidati capolista ("Spitzenkandidaten")

Le elezioni del 2014 hanno rafforzato le relazioni tra le tre istituzioni dell'UE e migliorato l'efficienza del loro operato, contribuendo alla definizione di un programma di lavoro comune per il mandato quinquennale. Ciò ha permesso alla Commissione Juncker di adottare un profilo maggiormente politico e di concentrarsi sugli ambiti in cui l'Unione può conseguire i risultati migliori, lasciando il resto agli Stati membri.

Nel suo Discorso sullo stato dell'Unione del 2017 il presidente Juncker aveva dichiarato che l'esperimento del 2014 con i candidati capolista sarebbe dovuto continuare. Oggi la Commissione europea illustra le modalità per migliorare tale processo sulla base degli attuali trattati, rispettando al contempo l'equilibrio tra le istituzioni dell'UE e tra gli Stati membri. A titolo di esempio l'invito rivolto ai partiti politici affinché scelgano per tempo i candidati capolista, e comunque entro la fine del 2018 e avviino in tempi rapidi la campagna elettorale. In questo modo gli elettori avrebbero più tempo per identificarsi con i candidati e i rispettivi programmi politici.

La Commissione raccomanda inoltre di rendere più visibile il collegamento tra i partiti nazionali e i partiti europei. I partiti politici a livello nazionale dovrebbero migliorare la trasparenza per quanto riguarda le loro relazioni con i partiti europei a cui sono affiliati, ad esempio utilizzandone il logo nella campagna e sulle schede elettorali. Essi dovrebbero inoltre adottare una posizione chiara sulle tematiche europee maggiormente rilevanti ed esprimere la loro intenzione di aderire ai gruppi politici del parlamento europeo, nonché la loro scelta per il presidente della Commissione europea.

Composizione del Parlamento europeo e della Commissione europea

I leader nel Consiglio europeo devono decidere — sulla base di una proposta del Parlamento europeo — in merito alla composizione del Parlamento europeo per la legislatura 2019-2024, oltre che su cosa fare dei seggi lasciati liberi dal Regno unito. Un'opzione è quella di riservare un certo numero di seggi per una circoscrizione transnazionale. Benché in una recente risoluzione (del 7 febbraio) il Parlamento europeo si sia pronunciato contro la creazione di una circoscrizione transnazionale, ha tuttavia lasciato aperto uno spiraglio per future discussioni in tal senso. Un certo numero di Stati membri si è pronunciato di recente a favore di questa idea, mentre altri hanno espresso il loro disaccordo. Una circoscrizione transnazionale potrebbe rafforzare la dimensione europea delle elezioni, offrendo ai candidati la possibilità di rivolgersi a un numero maggiore di cittadini europei. D'altro canto i parlamentari rappresentano di norma gli elettori che li hanno votati, a livello locale o nazionale, e sono in stretto contatto con loro, sia per motivi di responsabilità sia per essere in grado di dare voce alle preoccupazioni di tali elettori. Benché la Commissione guardi con favore all'idea delle liste transnazionali, una loro introduzione nelle elezioni del 2019 richiederebbe una decisione all'unanimità del Consiglio, oltre che modifiche alle leggi elettorali dei 27 Stati membri nel corso del prossimo anno.

Il collegio dei commissari è composto attualmente di 28 membri, uno per ciascuno Stato membro – conformemente alla decisione del Consiglio europeo del 22 maggio 2013. Prima di nominare la prossima Commissione, i leader devono decidere se mantenere il principio di un commissario per ciascuno Stato membro o se optare per una Commissione più snella. Un esecutivo più snello potrebbe essere in teoria più efficiente nel proprio operato, più facile da gestire e consentirebbe una più equilibrata ripartizione dei portafogli. Ma una Commissione ridimensionata significherebbe anche che alcuni Stati membri non sarebbero rappresentati al livello politico dell'istituzione e perderebbe il vantaggio di mantenere un canale di comunicazione diretto con i cittadini e le autorità nazionali.

Un presidente della Commissione e del Consiglio con doppio mandato.

Il presidente Juncker, nel suo Discorso sullo stato dell'Unione del 2017, è stato il primo a formulare l'idea di un presidente con doppio mandato. Affidare a un'unica persona i due mandati di presidente del Consiglio europeo e della Commissione europea potrebbe rendere più efficiente la struttura dell'Unione. E gli attuali trattati lo consentono. Un doppio mandato non comporta la fusione delle due istituzioni. Il presidente della Commissione europea è già membro del Consiglio europeo, nell'ambito del quale nessuno dei due presidenti ha diritto di voto; il loro ruolo è quello di consigliare, proporre idee frutto del lavoro dei loro servizi, mediare e individuare un terreno comune.

Dialoghi con i cittadini

La Commissione europea organizza periodicamente dialoghi con i cittadini con la partecipazione di membri della Commissione, del Parlamento europeo, dei governi nazionali, delle autorità regionali e locali e dei rappresentanti della società civile. Dal 2012 si sono tenuti in 160 località quasi 500 di tali dibattiti pubblici interattivi e la Commissione ne aumenterà la frequenza tra oggi e le elezioni del maggio 2019, con l'obiettivo di organizzare circa altri 500 di questi eventi. La Commissione accoglie inoltre con favore le iniziative di singoli Stati membri che intendono organizzare a livello nazionale siffatti incontri con i cittadini sul futuro dell'Europa ed è pronta ad offrire il proprio sostegno laddove possibile, ad esempio collegando tale processo alla consultazione online sul futuro dell'Europa che potrebbe rimanere aperta fino al 9 maggio 2019. La Commissione condividerà con gli Stati membri i benefici della sua esperienza.

Contesto

Le idee e le opzioni proposte oggi sono una conseguenza diretta della Relazione della Commissione europea (dell'8 maggio 2015) sulle elezioni del Parlamento europeo del 2014 [1] nella quale aveva cercato di individuare le modalità per rafforzare ulteriormente la dimensione europea e la legittimità democratica del processo decisionale dell'UE e di analizzare più a fondo e affrontare il problema della bassa affluenza alle urne in alcuni Stati membri.