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UE in espansione solida e duratura nelle previsioni economiche intermedie di inverno 2018

Bruxelles, 7 febbraio 2018 – I tassi di crescita della zona euro e dell'UE superano le aspettative dell'anno scorso, mentre continua la transizione dalla fase della ripresa a quella dell'espansione dell'economia. Secondo le stime, nel 2017 le economie sia della zona euro che dell'UE sono cresciute del 2,4%, il tasso più elevato registrato nell'ultimo decennio.

Tali risultati decisamente positivi sono destinati a continuare nel 2018 e nel 2019, con una crescita rispettivamente del 2,3% e del 2,0%, sia nella zona euro che nell'UE.

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale, che è anche competente per la stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato: "L'economia europea sta ottenendo risultati superiori alle aspettative e l'attuale forte crescita è destinata a continuare anche il prossimo anno. Dobbiamo quindi proseguire con il nostro programma di lavoro, che si prefigge di garantire che della crescita possano beneficiare tutti i cittadini europei. Dobbiamo sfruttare questo periodo per rendere le nostre economie più resilienti e approfondire l'Unione economica e monetaria".

Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane, ha dichiarato: "In questo inizio di 2018 l'economia europea si presenta in eccellenti condizioni di salute. La zona euro evidenzia tassi di crescita mai visti dopo la crisi finanziaria. La disoccupazione e i disavanzi continuano a diminuire e gli investimenti stanno finalmente registrando un aumento significativo. La crescita economica è inoltre più equilibrata di quanto non fosse dieci anni fa e potrebbe anche rivelarsi più duratura se continueremo ad attuare riforme strutturali intelligenti e a perseguire politiche di bilancio responsabili." Questo momento propizio per le riforme non durerà però per sempre: le ambiziose decisioni necessarie per rafforzare l'Unione economica e monetaria devono essere prese ora".

La crescita dovrebbe rimanere solida

Le stime attuali per il 2017, che parlano di una crescita del PIL del 2,4%, superano le proiezioni indicate a novembre nelle previsioni economiche di autunno [1], che erano rispettivamente pari al 2,2% per la zona euro e al 2,3% per l'UE. Anche le previsioni di crescita per il 2018 e il 2019 sono state corrette al rialzo rispetto a novembre, sia per l'economia della zona euro che per quella dell'UE, e sono rispettivamente passate dal 2,1% al 2,3% per l'anno in corso e dall'1,9% al 2,0% per il 2019. Questi sviluppi sono attribuibili sia ad una congiuntura economia più forte in Europa, dove i mercati del lavoro continuano a migliorare e dove il clima di fiducia nell'economia è particolarmente buono, che ad una ripresa più forte del previsto dell'attività economica mondiale e degli scambi commerciali internazionali.

La domanda forte, il livello elevato di utilizzo della capacità produttiva e condizioni di finanziamento favorevoli dovrebbero favorire gli investimenti nel corso del periodo di riferimento delle previsioni.

Le prospettive di inflazione restano moderate

L'inflazione di fondo, che non tiene conto dei prezzi volatili dell'energia e dei prodotti alimentari non lavorati, dovrebbe rimanere moderata, a fronte di una situazione di ristagno del mercato del lavoro che migliora solo lentamente e di pressioni salariali che rimangono contenute. L'inflazione generale continuerà a riflettere la significativa incidenza dei prezzi dell'energia e dovrebbe crescere in misura modesta. Nel 2017 l'inflazione della zona euro ha raggiunto l'1,5% e secondo le previsioni rimarrà allo stesso livello nel 2018, per passare all'1,6% nel 2019.

I rischi sono equilibrati, con una prevalenza dei rischi di revisione al rialzo a breve termine

I rischi di revisione delle previsioni di crescita rimangono nel complesso equilibrati. A breve termine la crescita economica potrebbe superare le aspettative, come indicato dall'elevato livello di fiducia. A medio termine i prezzi elevati delle attività a livello mondiale potrebbero essere vulnerabili ad una nuova valutazione dei rischi e dei parametri fondamentali. Permangono i rischi di revisione al ribasso connessi all'incertezza dell'esito dei negoziati sulla Brexit, così come i rischi associati alle tensioni geopolitiche e ad una tendenza ad adottare politiche più chiuse e protezionistiche.

Per il Regno Unito, un'ipotesi puramente tecnica per il 2019

Considerati i negoziati in corso sui termini dell'uscita del Regno Unito dall'UE, le proiezioni per il 2019 si fondano sull'ipotesi puramente tecnica dello status quo in termini di relazioni commerciali tra l'UE a 27 e il Regno Unito. Si tratta di un'ipotesi adottata unicamente a fini di previsione che non ha alcuna incidenza sui negoziati in corso nell'ambito della procedura prevista dall'articolo 50.

Informazioni generali

Le previsioni si basano su una serie di ipotesi tecniche relative ai tassi di cambio, ai tassi di interesse e ai prezzi delle materie prime, aggiornate al 26 gennaio 2018. Per tutti gli altri dati, le previsioni tengono conto delle informazioni disponibili fino al 30 gennaio.

Dal quest'anno, la Commissione tornerà a pubblicare ogni anno due previsioni complessive (primavera e autunno) e due previsioni intermedie (inverno ed estate), anziché le tre previsioni complessive di inverno, primavera e autunno che ha prodotto annualmente a partire dal 2012.

Le previsioni intermedie riguarderanno i livelli annuali e trimestrali del PIL e dell'inflazione per l'anno in corso e gli anni successivi per tutti gli Stati membri e per la zona euro, nonché i dati aggregati a livello dell'UE.

Tale cambiamento, che rappresenta un ritorno al precedente modello delle previsioni della Commissione, consente a quest'ultima di riallineare il calendario delle sue previsioni con quello delle altre istituzioni (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ecc.).