Catalogna, la protesta degli unionisti in piazza a Barcellona

Ieri un milione di manifestanti sparsi in tutto il centro di Barcellona contro la decisione del presidente catalano Puigdemont di proclamare l'indipendenza. Strasburgo avvia inchieste su abusi della polizia durante il corteo del 4 ottobre scorso

Barcellona – Crisi e tensione in Catalogna. Gli unionisti ieri in piazza a Barcellona  in segno di opposizione al presidente catalano Puigdemont di proclamare l'indipendenza. Un milione di persone che hanno manifestato e chiarito la posizione di metà Catalogna a volere restare una regione spagnola. Fischi ai Mossos, molti gli slogan: "Puigdemont in prigione" e "Trapero traditore". Presenti in tutto il centro della città 350mila poliziotti.  

Il catalano Carles Puigdemont, non demorde sostenendo la legittimità della 'dichiarazione di indipendenza presvista dalla legge del referendum'. E lo confermerà dinnanzi al parlamento domani durante la seduta delle 18 in attesa comunque di un colloquio con il  governo centrale.  "Noi abbiamo aperto la porta alla mediazione, noi abbiamo detto di "sì" a tutte le possibilità di mediazione che ci sono state presentate. I giorni passano e se lo stato spagnolo non rispondesse in modo positivo, noi faremo quello per cui siamo qui", così Puigdemont in un'intervista concessa alla tv pubblica catalana. 

Il premier Mariano Rayoy ribadisce giorno dopo giorno che la 'Spagna non si dividerà'. L'unità nazionale sarà garantita. Il primo ministro spagnolo parlando con il tedesco Die Welt ha sostenuto "faremo tutto quanto ci consente la legge per garantire e preservare il Paese dalla scissione'. 

Intanto Strasburgo avvia inchieste sulla  condotta della polizia a fronte di tutte le denunce per uso uso sproporzionato della forza durante il voto per il referendum sull'indipendenza catalana lo scorso primo ottobre.  A chiedere le indagini  in una nota  inviata al ministro degli interni spagnolo Juan Ignazio Zoido Alvarez, è il commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks. La lettera inviata il 4 ottobre, ma nota solo oggi, Muizniks sostiene  di aver ricevuto "rapporti di abusi di potere e uso inadeguato  della forza da parte della polizia su manifestanti pacifici e persone che conducevano azioni di resistenza passiva sia attorno che all'interno dei luoghi dove erano in corso le votazioni".    Inoltre il commissario Muizninks denuncia l'utilizzo  dei proiettili di gomma, armi  anti-sommossa e chiede,  ribadendo quanto sottolineato nel 2013,  alle autorità spagnole di regolamentare l'uso dei proiettili di gomma allo stesso modo di quello delle armi da fuoco. Nella nota si evidenzia l'insufficienza di idonei sistemi e strumenti legislativi a  garanzia  di pene adeguate per tutti i casi di abuso della forza da parte della polizia. Muizninks chiede dunque il rafforzamento di tali sistemi  e vie di ricorso effettive per le vittime,  per il momento inefficaci.  "Le istruzioni della magistratura sono state seguite e le forze dell'ordine hanno agito con prudenza, al fine di assicurare il rispetto della legge e la protezione dei diritti e delle libertà di tutti i cittadini", così  Juan Ignazio Zoido Alvarez, nella lettera di riscontro del 6 ottobre, ha descritto l'andamento  della manifestazione  svoltasi secondo Il ministro degli Interni in modo appropriato e proporzionale. 

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