Commissione europea: Amazon benefici fiscali non dovuti per 250 mln da Lussemburgo

Trattamento illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. UE: gruppo Amazon restituisca 250 mln di Eur al Lussemburgo

Aiuti di Stato: il Lussemburgo ha concesso ad Amazon vantaggi fiscali illegali per circa 250 milioni di EUR

Bruxelles, 4 ottobre 2017

La Commissione europea ha concluso che il Lussemburgo ha concesso ad Amazon vantaggi fiscali indebiti per circa 250 milioni di EUR. Tale trattamento è illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato poiché ha permesso ad Amazon di versare molte meno imposte di altre imprese. Il Lussemburgo deve ora recuperare l'aiuto illegale.

Margrethe Vestager, Commissaria responsabile della Concorrenza, ha dichiarato: "Il Lussemburgo ha concesso ad Amazon vantaggi fiscali illegali, con il risultato che quasi tre quarti degli utili della società non sono stati tassati. In altre parole, è stato concesso ad Amazon di pagare quattro volte meno imposte rispetto ad altre imprese locali soggette alle stesse regole. Ciò è illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. Gli Stati membri non possono concedere a multinazionali vantaggi fiscali selettivi che non concedono ad altre imprese."

A seguito di un'indagine approfondita, avviata nell'ottobre 2014, la Commissione ha concluso che un ruling fiscale, emanato dal Lussemburgo nel 2003 e rinnovato nel 2011, ha ridotto le imposte versate da Amazon in Lussemburgo senza alcuna valida giustificazione.

Il ruling fiscale ha permesso ad Amazon di trasferire la maggior parte dei suoi utili da una società del gruppo Amazon che è soggetta a tassazione in Lussemburgo (Amazon EU)a una società che non lo è (Amazon Europe Holding Technologies). In particolare, il ruling fiscale ha autorizzato il pagamento di una royalty da parte di Amazon EU ad Amazon Europe Holding, riducendo così in maniera significativa gli utili imponibili di Amazon EU.

L'indagine della Commissione ha dimostrato che l'importo della royalty, approvato dal ruling fiscale, era gonfiato e non corrispondeva alla realtà economica. Su questa base, la Commissione ha pertanto concluso che il ruling fiscale ha concesso un vantaggio economico selettivo ad Amazon, consentendo al gruppo di pagare meno imposte di altre imprese soggette alle stesse norme fiscali nazionali. Di fatto, il ruling ha permesso ad Amazon di eludere le imposte su tre quarti degli utili generati dalle sue vendite nell'UE.

 

La struttura di Amazon in Europa

La decisione della Commissione riguarda il trattamento fiscale che il Lussemburgo ha riservato a due società del gruppo Amazon (Amazon EU e Amazon Europe Holding Technologies), entrambe di diritto lussemburghese e detenute al 100% dal gruppo Amazon sotto il controllo apicale della società madre statunitense, la Amazon.com, Inc.

·         Amazon EU (la "società di gestione") opera nel commercio al dettaglio di Amazon in tutta Europa. Nel 2014 impiegava oltre 500 dipendenti per selezionare i prodotti in vendita sui siti web di Amazon in Europa, acquistarli dai produttori, gestire la vendita online e la consegna dei prodotti ai clienti. Amazon ha organizzato le vendite in Europa in modo tale che contrattualmente i clienti che effettuavano acquisti su un qualsiasi sito web di Amazon in Europa acquistassero i prodotti dalla società di gestione in Lussemburgo. Così facendo Amazon registrava tutte le vendite effettuate in Europa, e i conseguenti utili, in Lussemburgo.

·         Amazon Europe Holding Technologies (la "società di holding") è una società in accomandita semplice senza uffici, dipendenti o attività commerciali, che agisce da intermediaria tra la società di gestione e Amazon negli Stati Uniti. La holding detiene determinati diritti di proprietà intellettuale per l'Europa in forza di un "accordo di ripartizione dei costi" con Amazon negli Stati Uniti, ma non ne fa un uso attivo. Si limita invece a concederli in licenza esclusiva alla compagnia di gestione che li utilizza per gestire il commercio al dettaglio in Europa di Amazon.

Nel quadro dell'accordo di ripartizione dei costi, la holding effettua pagamenti annuali a favore di Amazon negli Stati Uniti al fine di contribuire ai costi di sviluppo della proprietà intellettuale. L'entità adeguata di questi pagamenti è stata determinata di recente da un giudice tributario statunitense.

Ai sensi della legislazione fiscale lussemburghese, la società di gestione è soggetta all'imposta sulle società in Lussemburgo, mentre la holding, data la forma giuridica di società in accomandita semplice, non lo è. Gli utili registrati dalla holding sono tassati solo al livello dei soci e non al livello della società. I soci della compagnia di holding risiedono negli Stati Uniti e hanno finora rinviato i loro obblighi fiscali.

Amazon ha fatto uso di questa struttura, approvata dal ruling fiscale in esame, tra il maggio 2006 e il giugno 2014, quando ha modificato il suo modo di operare in Europa. La nuova struttura non rientra dell'ambito dell'indagine sugli aiuti di Stato della Commissione.

 

L'ambito dell'indagine della Commissione

Il controllo degli aiuti di Stato nell'ambito dell'UE ha lo scopo di garantire che gli Stati membri non riservino a determinate società, tramite ruling fiscali o altrimenti, un trattamento fiscale migliore rispetto ad altre. Più specificamente, i costi delle operazioni tra le società di uno stesso gruppo devono essere calcolati in modo corrispondente alla realtà economica. Ciò significa che i pagamenti tra due società di uno stesso gruppo devono essere conformi ad accordi che intervengono a condizioni commerciali tra imprese indipendenti (il "principio di libera concorrenza").

L'indagine della Commissione sugli aiuti di Stato aveva ad oggetto un ruling fiscale emanato dal Lussemburgo a favore di Amazon nel 2003 e prorogato nel 2011. Con il ruling in questione è stato approvato il metodo per calcolare la base imponibile della società operativa. Indirettamente, è stato inoltre approvato un metodo per calcolare i pagamenti annuali effettuati dalla società di gestione alla holding per i diritti di proprietà intellettuale di Amazon che venivano utilizzati soltanto dalla società di gestione.

Tali pagamenti hanno superato in media il 90% degli utili di esercizio della società ed erano largamente superiori a quanto la holding avrebbe dovuto versare ad Amazon negli Stati Uniti in forza dell'accordo di ripartizione dei costi (circa 1,5 volte tanto).

Per essere chiari: l'indagine della Commissione non mette in dubbio che la holding detenesse i diritti di proprietà intellettuale che concedeva in licenza alla società di gestione, né mette in dubbio i pagamenti regolari effettuati dalla holding a favore di Amazon negli Stati Uniti al fine di sviluppare la proprietà intellettuale. L'indagine non mette nemmeno in discussione il regime fiscale generale del Lussemburgo in quanto tale.

Analisi della Commissione

L'indagine sugli aiuti di Stato della Commissione è giunta alla conclusione che il ruling fiscale emesso dal Lussemburgo ha approvato un metodo ingiustificato per calcolare gli utili imponibili di Amazon in Lussemburgo. In particolare, gli importi delle royalty che la società di gestione ha versato alla holding sono stati gonfiati e non riflettono la realtà economica.

·         La società di gestione era l'unica entità ad adottare le decisioni e a svolgere di fatto le attività legate alcommercio al dettaglio di Amazon in Europa. Come detto, erano i suoi dipendenti che selezionavano i prodotti in vendita sui siti web di Amazon in Europa, li acquistavano dai produttori e gestivano la vendita online e la consegna dei prodotti ai clienti. La società di gestione aggiornava le tecnologie i software per la piattaforma di commercio elettronico in Europa, investiva nel marketing e raccoglieva i dati dei clienti. Ciò significa che gestiva i diritti di proprietà intellettuale per cui deteneva la licenza e ne aumentava il valore.

·         La società di holding era una struttura vuota che trasferiva semplicemente diritti di proprietà intellettuale alla società di gestione perché ne facesse un uso esclusivo. La holding non era coinvolta attivamente in nessun modo nella gestione, nello sviluppo o nell'utilizzo della proprietà intellettuale. Non svolgeva, e non poteva svolgere, alcuna attività che potesse giustificare gli importi delle royalty percepite.

Il metodo approvato dal ruling fiscale ha ridotto gli utili imponibili della società operativa a un quarto del loro reale volume. Quasi tre quarti degli utili di Amazon sono stati indebitamente attribuiti alla società di holding che non poteva essere tassata. Di fatto, il ruling ha permesso ad Amazon di eludere le imposte su tre quarti degli utili generati dalle sue vendite nell'UE.

Sulla base di quanto precede, la Commissione ha concluso che il ruling fiscale emesso dal Lussemburgo ha autorizzato operazioni tra due società di uno stesso gruppo non corrispondenti alla realtà economica. Di conseguenza, il ruling fiscale ha consentito ad Amazon di versare molte meno imposte di altre imprese. Pertanto, la decisione della Commissione ha concluso che il trattamento fiscale riservato dal Lussemburgo ad Amazon in forza del ruling fiscale è illegale ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato.

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Il grafico è disponibile ad alta risoluzione qui.

 

Recupero

In linea di principio, le norme UE sugli aiuti di Stato impongono di recuperare l'aiuto di Stato incompatibile per eliminare la distorsione di concorrenza che ha creato. Le norme UE sugli aiuti di Stato non prevedono ammende né puniscono la società coinvolta: si limitano a ripristinare la parità di trattamento con le altre imprese.

Con la decisione odierna, la Commissione ha definito la metodologia per calcolare l'entità del vantaggio competitivo conferito ad Amazon, vale a dire la differenza fra le imposte pagate e quelle che l'impresa avrebbe dovuto versare senza il ruling fiscale. Sulla base delle informazioni disponibili, questo vantaggio è stimato a circa 250 milioni di euro più gli interessi. Le autorità fiscali del Lussemburgo devono ora determinare l'importo preciso delle imposte non pagate in Lussemburgo sulla base della metodologia definita dalla decisione.

 

Contesto

Nel giugno 2013 la Commissione ha iniziato a esaminare le pratiche di ruling fiscale in alcuni Stati membri. Nel dicembre 2014 ha esteso a tutti gli Stati membri le richieste di informazioni. Nell'ottobre 2015 la Commissione ha concluso che il Lussemburgo e i Paesi Bassi avevano concesso vantaggi fiscali selettivi rispettivamente a Fiat e a Starbucks. Nel gennaio 2016 la Commissione ha concluso che i vantaggi fiscali selettivi concessi dal Belgio ad almeno 35 multinazionali, prevalentemente dell'UE, nell'ambito del regime fiscale sugli utili in eccesso sono illegali ai sensi delle norme UE sugli aiuti di Stato. Nell'agosto 2016 la Commissione ha concluso che l'Irlanda aveva concesso ad Apple vantaggi fiscali indebiti per un totale di 13 miliardi di EUR. La Commissione sta inoltre svolgendo due indagini approfondite per accertare se i ruling fiscali possano sollevare problemi in materia di aiuti di Stato in Lussemburgo per quanto riguarda McDonald's e GDF Suez(ora Engie).

Questa Commissione persegue una strategia ambiziosa verso una tassazione equa e una maggiore trasparenza che recentemente ha registrato progressi importanti. A seguito delle proposte della Commissione sulla trasparenza fiscale del marzo 2015, nel gennaio 2017 sono entrate in vigore nuove norme sullo scambio automatico di informazioni sul ruling fiscale. Gli Stati membri hanno inoltre convenuto di estendere lo scambio automatico di informazioni alle relazioni per paese sulle informazioni finanziarie a carattere fiscale riguardanti le multinazionali. Esiste ora una proposta volta a rendere pubbliche alcune di queste informazioni. Nuove norme dell'UE per prevenire l'elusione fiscale attraverso paesi terzi sono state adottate nel maggio 2017 per completare la direttiva contro l'elusione fiscale e garantire che in tutto il mercato unico siano applicate misure antiabuso rigorose e vincolanti.

Tra le attività legislative in corso, le proposte della Commissione per un rilancio della base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società dell'ottobre 2016 rappresenta un potente strumento contro l'elusione fiscale nell'UE. Nel giugno 2017, la Commissione ha proposto nuove norme di trasparenza per gli intermediari – compresi i consulenti fiscali – che progettano e promuovono regimi di pianificazione fiscale per i loro clienti. Le norme concordate consentiranno di migliorare sensibilmente il livello di trasparenza e avranno un effetto dissuasivo per quanti intendessero usare i ruling fiscali come strumento di abuso fiscale. Infine, in settembre la Commissione ha lanciato una nuova agenda dell'UE per garantire che l'economia digitale sia tassata in modo equo e favorevole alla crescita. La nostra comunicazione definisce le sfide con cui gli Stati membri si scontrano attualmente per intervenire in questa urgente questione e delinea possibili soluzioni da soppesare in vista di una proposta della Commissione nel 2018. Tutto il lavoro della Commissione si fonda sul semplice principio secondo cui tutte le società, grandi e piccole, devono pagare le imposte dove realizzano i propri utili.  

Una volta definite le eventuali questioni di riservatezza, la versione non riservata delle decisioni sarà disponibile con il numero SA.38944 nel Registro degli aiuti di Stato, sul sito internet della DG Concorrenza. Le nuove decisioni in materia di aiuti di Stato pubblicate su internet e nella Gazzetta ufficiale dell'UE figurano nel bollettino elettronico di informazione settimanale in materia di aiuti di Stato (State Aid Weekly e-News).

 

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