Speciale elezioni tedesche: “Il grande compito di Angela Merkel sarà ora quello di riconquistare i voti elettorali persi dall’Union”

A due giorni dal risultato delle elezioni federali tedesche la dottoressa Martina Bitunjac, ricercatrice presso il Centro Moses Mendelssohn (Potsdam) e collaboratrice scientifica del Bundestag, analizza la Germania di oggi dalla vittoria “a metà” di Angela Merkel all’ascesa del partito di estrema destra AfD; dal crollo della Spd di Martin Schulz alla “coalizione Giamaica”

 

Dottoressa Martina Bitunjac che tipo di indicazione politica dà il risultato delle elezioni federali tedesche del 24 settembre?

Il risultato delle elezioni si è rivelato piuttosto negativo per gli ormai ex partiti di governo, l’Unione Cristiano-Democratica di Germania (CDU), l’Unione Cristiano-Sociale in Baviera (CSU) e ilPartito Socialdemocratico di Germania (SPD) di Martin Schulz. I vincitori si trovano contro il Partito liberale (FDP) e soprattutto il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD). Quest’ultimo partito ha mobilitato in particolare astensionisti ed elettori dalla Germania orientale. Forse questo risultato scuoterà alcuni cittadini piuttosto apolitici e li convincerà a essere più attivi politicamente. Vi sono già i primi segni: da questa domenica, ad esempio, la SPD registra un elevato numero di iscrizioni di nuovi membri.

Si può parlare di “vittoria a metà” da parte di Angela Merkel e della sua Cdu?

La cancelliera Angela Merkel non ha raggiunto il risultato elettorale sperato: ha già comunicato la sua insoddisfazione per la perdita dell’8,6%rispetto alle ultime elezioni. Molti cittadini in Germania le rimproverano in particolare decisioni sbagliate in materia di politica dei rifugiati. Secondo la mia opinione nel 2015/2016 ha agito in maniera corretta quando ha offerto protezione in Germania ai profughi provenienti da paesi di guerra. I rifugiati hanno diritto all’asilo. La Germania ha dimostrato umanità, ma dall’altra parte è aumentata la xenofobia. Il grande compito della cancelliera sarà ora quello di riconquistare i voti elettorali persi dall’Union.

In Italia si commenta il risultato del partito di estrema destra AfD come un “trionfo” (nei numeri e inaspettato), che percezione si ha di questo storico risultato per un partito ultranazionalistaa Berlino?

È un trionfo in senso negativo: per la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale entra nel parlamento tedesco un partito che è chiaramente di estrema destra, islamofobo, antisemita e antifemminista. La maggioranza dei Tedeschi non è felice dell’entrata in parlamento dell’AfD: si è visto subito dopo l’annuncio dei risultati elettorali, quando centinaia di persone si sono riversate nelle strade per protestare contro Alternativa per la Germania

La Germania esce dal voto con meno certezze, ci pare, con un partito xenofobo per la prima volta in Parlamento (terza forza), e si dirige verso un governo retto da una maggioranza spuria (centristi più liberali più verdi) che rischia di non essere d’accordo su molti punti del programma di governo.  Cosa succederà nelle prossime ore secondo lei?

I prossimi giorni e le prossime settimane saranno molto interessanti. Tutto è ancora aperto. Lacancelliera vorrà incontrare i leader del Partito liberale(FDP), i Verdi (Bündnis 90/Die Grünen) e anche la SPD, partito con cui sembra piuttosto improbabile rinnovare la coalizione. Se non si realizzerà una coalizione, si potrà addirittura dover ripetere le elezioni.

Il fatto che siano sei i partiti ad entrare in Parlamento è una novità nel sistema politico tedesco, novità che spezzetterà la maggioranza e potrebbe costringere la Merkel a una difficile “navigazione”. Provocazione: vede dei parallelismi con la Repubblica di Weimar?

Credo che ogni periodo storico abbia le proprie sfide e le nostre sono l’ascesa del populismo di destra e del terrorismo. La democrazia nella Repubblica di Weimar era molto instabile. Oggi non è più così. Deve essere chiaro a tutti noi, però, che “chi dorme in una democrazia può svegliarsi in una dittatura”. Il 19° Bundestag è frammentato in sei partiti ed è anche il più grande della storia, con 709 deputati. L’Union non aderirà ad alcuna coalizione con l’AfD o con la sinistra. La SPD ha già dichiarato che intende assumere il ruolo di leader dell’opposizione. Vi è anche la possibilità che si costituisca una cosiddetta “coalizione Giamaica” tra l’Union, la FDP e i Verdi.

FraukePetry, una dei leader storici della Afd, lascerà il suo gruppo politico dopo le divisioni e spaccature interne al partito. È il classico colpo di scena?

FraukePetry aveva cercato di portare l’AfD su una strada più moderata, ma il suo tentativo è fallito. Invece, il partito si è radicalizzato ancora di più. Da allora si sono rincorse voci interne al partito circa il suo ritiro, solo non si sapeva il momento in cui sarebbe avvenuto, sconosciuto anche ai suoi compagni di partito. Ora Petry desidera entrare nel Bundestag come deputata indipendente. Un’altra opzione sarebbe fondare una propria frazione e questo potrebbe frammentare il gruppo parlamentare.

I motivi del crollo della Spd – Partito Socialdemocratico di Germania –  di Martin Schulz?

La SPD ha registrato il peggior risultato di sempre nella storia delle elezioni per il Bundestag. Nella 18ª legislatura i socialdemocratici, insieme all’Union, hanno sicuramente portato avanti molti programmi: il salario minimo, il “matrimonio per tutti”, le quote rosa, ecc. I punti di forza e il profilo della SPD si sono “persi”, tuttavia, nella grande coalizione. All’opposizione la SPD può nuovamente rafforzare il proprio profilo politico. Questa decisione va bene per il partito stesso, per la Germania sarebbe stato meglio portare avanti la grande coalizione. Continuità significa pur sempre anche stabilità. 

Come cambierà nei prossimi mesi, secondo lei, la politica estera tedesca?

Credo che la Germania porterà avanti la politica estera che ha seguito sino ad ora. Al momento abbiamo davvero molte zone di crisi a livello globale. La Germania si impegnerà quindi ancora per la mediazione tra parti in conflitto. È di particolare importanza accelerare soluzioni politiche in zone di guerra. Per evitare che nascano conflitti in zone instabili, verrà messa in primo piano la promozione della prevenzione dei conflitti civili.

I tedeschi infine, secondo quanto lei ha avuto modo di percepire, sono contenti di questi risultati?

I tedeschi ora devono convivere con le conseguenze di queste elezioni. Ora non basta lamentarsi del fatto che un partito di estrema destra sia entrato nel Bundestag: bisogna anche agire e diventare attivi politicamente in prima persona per rafforzare la democrazia e per mostrare che la Germania di oggi è un Paese vario.  

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