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L’UE lancerà un’Alleanza globale per un commercio libero da tortura

Immagine: Cecilia Malmström 

 

 

Bruxelles, 7 septembre 2017 – La Commissaria UE per il Commercio Cecilia Malmström ha annunciato oggi che l'UE lancerà un'Alleanza internazionale per un commercio libero da tortura.

L'iniziativa, frutto di uno sforzo congiunto con Argentina e Mongolia, mira a porre fine agli scambi di merci utilizzate per la pena di morte e la tortura e sarà lanciata ufficialmente il 18 settembre nel corso della settimana dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.

L'Alleanza per un commercio libero da tortura è un'iniziativa congiunta di paesi di tutto il mondo intesa ad arrestare gli scambi di merci utilizzate per la tortura e la pena di morte. Nonostante il diritto internazionale vieti la tortura in qualsiasi circostanza, gli strumenti utilizzati per infliggere dolore e morte sono tuttora commercializzati in tutto il pianeta. Tra questi figurano manganelli chiodati, cinture a scarica elettrica e aste che tengono bloccata la vita o un arto infliggendo shock elettrici, nonché sostanze chimiche e sistemi di iniezione automatici utilizzati per l'esecuzione di sentenze capitali.

"L'unico fine di questi prodotti è infliggere dolori atroci e uccidere esseri umani. Non possiamo permettere che siano commercializzati come fossero merci qualsiasi. È giunto il momento di intraprendere azioni concrete per dire una volta per tutte 'basta' a questo commercio esecrabile", ha dichiarato la Commissaria Malmström.

"Le norme dell'UE in questo campo hanno ottenuto risultati positivi, ma i produttori di queste merci cercano di eludere la legislazione. Più paesi aderiscono, più la nostra cooperazione sarà efficace. Nella mia carriera di Commissaria e deputata al Parlamento europeo, ho incontrato in varie occasioni vittime di tortura: rifugiati, detenuti politici, condannati a morte. Credo fermamente che la politica commerciale possa contribuire a rafforzare i diritti umani in tutto il mondo", ha aggiunto la Commissaria Malmström.

In occasione del lancio dell'iniziativa, che si terrà il 18 settembre presso il quartier generale delle Nazioni Unite [1] ed è frutto dello sforzo congiunto di UE, Argentina e Mongolia, i paesi aderenti firmeranno una dichiarazione politica comune (il sito web dell'Alleanza – www.torturefreetrade.org [2] – è già online). Nella giornata inaugurale è attesa complessivamente l'adesione di circa 50 paesi membri delle Nazioni Unite in tutto il mondo (Africa, America, Asia ed Europa). L'Alleanza potrebbe costituire una base per ampliare la cooperazione a livello dell'ONU in questo campo.

I paesi che parteciperanno all'Alleanza aderiranno ai suoi quattro punti d'azione:

·         adottare misure per controllare e limitare le esportazioni di queste merci;

·         dotare le autorità doganali di strumenti adeguati. L'Alleanza istituirà una piattaforma per monitorare i flussi commerciali, scambiare informazioni e identificare i nuovi prodotti;

·         mettere a disposizione assistenza tecnica per aiutare i paesi a redigere e attuare norme che vietino questo commercio;

·         scambiare pratiche per la realizzazione di sistemi di controllo e applicazione efficienti.

L'UE è impegnata nella tutela dei diritti umani e nella lotta contro la tortura e per l'abolizione della pena di morte. La sua legislazione severa sugli scambi di merci utilizzate per la tortura o la pena di morte ha già ottenuto successi: è anche grazie ad essa che i farmaci utilizzati per le iniezioni letali sono diventati più costosi e difficili da reperire.

La legislazione dell'UE si applica tuttavia solo in Europa. Dal momento che i produttori e i commercianti di queste merci cercano di eludere le norme dell'Unione, più numerosi saranno i paesi che si impegnano a vietarne l'esportazione, più efficaci risulteranno le azioni intese ad abolire questo commercio. L'Alleanza rappresenta un modo per intraprendere azioni concrete e iniziative specifiche per porre fine agli scambi di queste merci su scala globale, rendendo il loro reperimento molto più difficile.

Contesto

Uno degli obiettivi della politica estera dell'UE è promuovere il rispetto dei diritti fondamentali. Il suo impegno ad arrestare la tortura e abolire la pena di morte comprende dal 2005 misure intese a prevenire gli scambi [3] di merci che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte, per la tortura o per altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti.

L'UE ha stabilito elenchi di prodotti vietati e istituito un meccanismo di intervento rapido per far sì che possano essere banditi anche i nuovi prodotti. Si è inoltre dotata di regole per i controlli all'esportazione per impedire che prodotti medicinali inseriti negli elenchi siano utilizzati per la pena di morte e vieta la fornitura di servizi di intermediazione riguardanti le merci inserite negli elenchi e la fornitura di assistenza tecnica a paesi terzi. L'anno scorso l'Unione ha reso ancora più stringente la normativa per includere il divieto di transito di tali merci attraverso il suo territorio e i suoi porti e il divieto di promuoverle, ad esempio nel corso di fiere commerciali.

Per ulteriori informazioni

Sito web [4] dell'Alleanza per un commercio libero da tortura, che comprende informazioni sui suoi obiettivi e la possibilità di registrarsi all'evento inaugurale.

Su EbS sono disponibili video e foto [5] scaricabili, comprese immagini di strumenti di tortura e un'intervista con la Commissaria Malmström.

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Informazioni al pubblico: contattare Europe Direct [6] telefonicamente allo 00 800 67 89 10 11 [7]o per e-mail [8]