Vienna chiede all’Europa ”comprensione” per uscire dai piani di ricollocamento dei migranti

Risposta secca della Commissione: ''Nessun paese può ritirarsi unilateralmente''

La questione migranti torna a dividere i leader dell’Unione Europea a pochi giorni dal summit per la celebrazione dei sessant’anni della firma dei Trattai di Roma, che ha visto il rinnovo dell’impegno comune da parte dei 27 paesi.

 

Il cancelliere austriaco, Christian Kern, ha annunciato di voler interrogare Bruxelles per chiedere “comprensione” circa la possibilità di uscire dal piano di ricollocamento dei migranti.

Kern ha sottolineato che non c’è nessuna intenzione di agire fuori dalle regole ma che comunque si rende necessario sottoporre all’attenzione dell’Ue il numero consistente di profughi e immigrati che già vivono in Austria, certo del fatto che la nazione abbia già assolto al proprio dovere.

 

Non la pensa così la Commissione e la risposta non tarda ad arrivare tramite la portavoce della Commissione Europea per la Migrazione Natasha Bertaud, la quale ha affermato “Nessun paese può ritirarsi unilateralmente dal piano europeo di ricollocamenti, che è legalmente vincolante. Se lo facessero sarebbero fuori dalla legge e questo sarebbe profondamente deplorevole e non senza conseguenze”.

 

Nel frattempo il portavoce del governo ungherese, Zoltan Kovacs, durante un incontro informale con alcuni media italiani a Roma ha affermato che l’Europa ricatta i paesi della zona centro-orientale con la questione delle ricollocazioni legandola all’approvazione del bilancio Ue.

Proprio oggi sul territorio ungherese entra in vigore la proposta di legge approvata lo scorso 7 marzo in Parlamento e che prevede la detenzione di tutti i richiedenti asilo in campi fatti da container e posti sul confine meridionale con la Serbia.

Le misure di detenzione preventiva, in netto contrasto con le norme internazionali, sono state aspramente criticate dall’Onu e dagli attivisti per i diritti umani mentre il Commissario Ue per la migrazione, Dimitri Avramopoulos, in visita a Budapest, ha auspicato che l’Ungheria rispetti comunque le regole stabilite dall’Unione per la gestione dei richiedenti asilo.

Intanto da oggi i richiedenti asilo in Ungheria non saranno liberi di girare per il paese ma dovranno attendere l’esito del procedimento all’interno dei campi costruiti con i container e sorvegliati dalla polizia.

 

La politica sulle migrazioni mette a dura prova le forze che formano l’Unione Europea, forze che a breve dovranno misurarsi anche sulla questione Brexit.

 

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