Agenda europea sulla migrazione:La Commissione presenta nuove misure per una politica di rimpatrio dell’UE efficace e credibile.

Necessità di una politica più adeguata al rimpatrio emersa alla vertice di Malta di febbraio

Immagine: Il primo Vicepresidente Frans Timmermans

 

Bruxelles, 2 marzo 2017 – La Commissione risponde oggi alla necessità di un riesame della politica di rimpatrio dell'UE, messa in evidenza dal vertice di Malta del 3 febbraio 2017, presentando un rinnovato piano d'azione dell'UE sul rimpatrio e una serie di raccomandazioni agli Stati membri su come rendere più efficaci le procedure di rimpatrio.

Le misure proposte dalla Commissione, che consistono di interventi pratici con possibili effetti immediati, sono intese a colmare le lacune e ad applicare le norme vigenti con il rigore e il realismo necessari a produrre risultati concreti in linea con i requisiti in materia di diritti fondamentali.

Il primo Vicepresidente Frans Timmermans ha dichiarato: "Stiamo lavorando intensamente sui partenariati con i paesi di origine e di transito. Affinché tale approccio abbia successo, adesso è anche il momento di migliorare le nostre procedure interne e di assicurare che quanti non necessitano di protezione internazionale vengano rimpatriati rapidamente e con umanità. Vogliamo continuare ad aiutare le persone che necessitano di protezione internazionale, ma abbiamo il dovere di dire chiaramente a loro, ai nostri partner al di fuori dell'UE e ai nostri cittadini che se le persone hanno bisogno, le aiutiamo, altrimenti devono tornare in patria."

Dimitris Avramopoulos, Commissario responsabile per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: "Dobbiamo dare protezione a coloro che ne hanno bisogno, ma dobbiamo anche rimpatriare chi non ha diritto di rimanere nell'UE, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e del principio di non respingimento. Garantire che i migranti irregolari siano rimpatriati rapidamente non solo allenterà la pressione sui sistemi di asilo degli Stati membri e permetterà di mantenere adeguate capacità di protezione per chi ne ha realmente bisogno, ma sarà anche e soprattutto un segnale forte per scoraggiare i pericolosi viaggi della speranza verso l'UE. Con il piano d'azione e la raccomandazione di oggi la Commissione fornisce sostegno agli Stati membri nel loro sforzo di intensificare i rimpatri, come chiesto dai leader dell'UE al vertice di Malta."

Nonostante i progressi compiuti nell'attuazione degli interventi previsti dal piano d'azione dell'UE sul rimpatrio del 2015, è ancora necessaria un'azione più risoluta per migliorare in misura significativa i tassi di rimpatrio. Le attuali sfide migratorie impongono di valutare approfonditamente come gli Stati membri possono utilizzare meglio gli strumenti giuridici, operativi e finanziari in materia di rimpatrio esistenti nell'UE. Procedure più rapide, misure più incisive contro la fuga, un approccio multidisciplinare da parte delle autorità nazionali e una cooperazione e un coordinamento migliori tra gli Stati membri sono tutti elementi che possono contribuire a garantire una politica di rimpatrio più efficace, senza ridurre la tutela dei diritti fondamentali.

Un insieme di raccomandazioni concrete agli Stati membri

La Commissione fornisce oggi orientamenti chiari sulle azioni concrete e immediate che gli Stati membri possono adottare per rendere più efficaci le procedure di rimpatrio all'atto di applicare la normativa dell'UE in materia. Le raccomandazioni della Commissione sono pienamente in linea con il diritto internazionale e i diritti umani, nonché con il principio di non respingimento.

Nello specifico, la Commissione raccomanda agli Stati membri di:

·         migliorare il coordinamento tra tutti i servizi e le autorità coinvolte nel processo di rimpatrio in ciascuno Stato membro entro giugno 2017 al fine di garantire la disponibilità di tutte le conoscenze e competenze necessarie per rimpatri efficaci, nel rispetto dei diritti delle persone da rimpatriare;

·         eliminare le inefficienze mediante la riduzione dei termini per i ricorsi, l'emissione sistematica di decisioni di rimpatrio senza data di scadenza e la combinazione delle decisioni sulla fine del soggiorno regolare con l'emissione della decisione di rimpatrio per non duplicare il lavoro;

·         combattere gli abusi del sistema, sfruttando la possibilità di valutare le domande di asilo con procedure accelerate o, se ritenute opportune, con procedure di frontiera quando si sospetta che tali domande siano presentate solo per ritardare l'esecuzione della decisione di rimpatrio;

·         impedire la fuga trattenendo le persone che lasciano intendere di non voler ottemperare alla decisione di rimpatrio che li riguarda, per esempio rifiutandosi di collaborare nel processo di identificazione o opponendosi in modo violento o fraudolento ad un'operazione di rimpatrio;

·         accrescere l'efficacia delle procedure e delle decisioni di rimpatrio autorizzando la partenza volontaria solo se necessario e se l'interessato ne fa richiesta e concedendo il tempo più breve possibile per la partenza volontaria, tenendo conto delle circostanze individuali;

·         istituire programmi di rimpatrio volontario assistito che siano operativi entro il 1º giugno 2017 e garantire l'adeguata divulgazione delle informazioni sul rimpatrio volontario e sui programmi di rimpatrio volontario assistito e reintegrazione.

Un rinnovato piano d'azione sul rimpatrio

Il rinnovato piano d'azione sul rimpatrio definisce interventi in ogni fase del processo di rimpatrio per affrontare i principali problemi connessi al rimpatrio sia a livello di Unione europea che in cooperazione con i paesi di origine e di transito.

Le azioni proposte a livello dell'UE prevedono tra l'altro di:

·         aumentare il sostegno finanziario agli Stati membri con 200 milioni di EUR nel 2017 destinati alle attività nazionali in materia di rimpatrio, nonché a specifiche attività comuni europee di rimpatrio e reintegrazione;

·         migliorare lo scambio di informazioni per eseguire i rimpatri, raccogliendo informazioni in tempo reale a livello nazionale e condividendole tramite l'applicazione di gestione integrata dei rimpatri, nonché accelerando i lavori di adozione delle proposte di riforma del sistema d'informazione Schengen e di Eurodac e di istituzione di un sistema di ingressi/uscite dell'UE (EES) e di un sistema europeo di informazione per i viaggi (ETIAS);

·         scambiare le migliori pratiche per garantire programmi di reintegrazione uniformi e coerenti in tutti gli Stati membri al fine di evitare che i paesi di origine favoriscano i rimpatri dai paesi che offrono aiuti per la reintegrazione più consistenti o che i migranti irregolari vadano alla ricerca del rimpatrio volontario assistito più vantaggioso;

·         offrire pieno sostegno agli Stati membri tramite l'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che dovrà potenziare l'assistenza pre-rimpatrio, aumentare il personale della sua unità di sostegno ai rimpatri e istituire entro giugno un meccanismo di voli commerciali per finanziare i rimpatri, nonché intensificare entro ottobre la formazione delle autorità dei paesi terzi in materia di rimpatrio;

·         superare le difficoltà della riammissione adoperandosi per concludere rapidamente i negoziati relativi agli accordi di riammissione con la Nigeria, la Tunisia e la Giordania e cercando di coinvolgere il Marocco e l'Algeria;

·         nell'ambito del quadro di partenariato utilizzare l'influenza collettiva in maniera coordinata ed efficace mediante approcci su misura con i paesi terzi per una gestione congiunta della migrazione e per migliorare ulteriormente la cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione (cfr. anche la relazione di oggi sull'attuazione del quadro di partenariato: IP/17/402).

La Commissione riferirà sui progressi compiuti nell'attuazione del rinnovato piano d'azione sul rimpatrio e della raccomandazione entro dicembre 2017.

Contesto

Una politica di rimpatrio efficace e umana è un elemento essenziale dell'approccio globale dell'UE alla migrazione e alla riduzione della migrazione irregolare, come indicato nell'Agenda europea sulla migrazione del maggio 2015.

La direttiva sui rimpatri, entrata in vigore nel 2010, prevede norme comuni chiare, trasparenti ed eque per il rimpatrio e l'allontanamento dei migranti in posizione irregolare, per il ricorso a misure coercitive, il trattenimento e il reingresso, il tutto nel pieno rispetto dei diritti umani e dei diritti fondamentali. Le misure odierne si concentrano su un'applicazione pragmatica delle norme vigenti, mentre la Commissione si dichiara pronta ad avviare, se necessario, una revisione della direttiva rimpatri.

Nel settembre 2015 la Commissione ha presentato un piano d'azione sul rimpatrio comprendente 36 azioni concrete volte a migliorare l'efficacia del sistema di rimpatri dell'Unione europea. La maggior parte di queste azioni è in corso o è stata attuata.

Nelle conclusioni del Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre 2016 gli Stati membri hanno chiesto un rafforzamento delle procedure amministrative nazionali per il rimpatrio. Inoltre, la dichiarazione di Malta dei capi di Stato e di governo del 3 febbraio 2017 ha sottolineato la necessità di un riesame critico della politica europea di rimpatrio con un'analisi delle modalità di applicazione degli strumenti disponibili a livello nazionale e dell'Unione. Le misure odierne mirano ad aiutare gli Stati membri a rispettare entrambi gli impegni.

La riammissione è un elemento essenziale del nuovo quadro di partenariato in materia di migrazione orientato ai risultati, presentato dalla Commissione nel giugno 2016 e approvato dal Consiglio europeo nel luglio 2016 per mobilitare e concentrare l'azione e le risorse dell'UE nell'attività esterna di gestione della migrazione.

Per ulteriori informazioni

Domande e risposte: stato di avanzamento dei rimpatri e delle riammissioni

Raccomandazione: rendere i rimpatri più efficaci

Comunicazione: piano d'azione sul rimpatrio

Allegato del piano d'azione sul rimpatrio:

Comunicato stampa: la Commissione chiede un rinnovato impegno nell'attuare le misure di solidarietà previste dall'Agenda europea sulla migrazione

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