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Indagine sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa: risultati incoraggianti

Bruxelles – L'ultima indagine annuale sull'occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa ( Employment and Social Developments in Europe – ESDE), pubblicata il 20 dicembre mostra risultati incoraggianti.

Sono stati creati circa 3 milioni di posti di lavoro e l'occupazione è aumentata, facendo diminuire la povertà. La disoccupazione resta tuttavia elevata e registra enormi differenze tra gli Stati membri. I mercati del lavoro e le società dovranno adattarsi a nuove forme di lavoro.

Quest'anno la relazione sull'occupazione e sugli sviluppi sociali – o, in breve, "ESDE"- si è concentrata sull'occupazione come mezzo per combattere la povertà, sulla digitalizzazione e sui cambiamenti nel mondo del lavoro, sul ruolo del dialogo sociale, sulle disparità tra gli Stati membri e sull'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro.

Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: "La presente indagine annuale mostra che l'impegno profuso negli ultimi anni sta dando i suoi frutti. Le nostre economie continuano a creare posti di lavoro e le famiglie hanno assistito a un aumento del loro reddito disponibile. Molte persone che lavorano però sono ancora povere; questo dimostra che non si tratta solamente di creare posti di lavoro: devono essere posti di lavoro di qualità. Le società e i mercati del lavoro stanno inoltre cambiando grazie a nuove tecnologie e forme di lavoro. Questa situazione comporta nuove opportunità ma anche nuove sfide e dobbiamo fare sì che nessuno sia lasciato indietro. Intendiamo fare fronte a tali sfide attraverso il pilastro europeo dei diritti sociali e le nuove iniziative nel quadro della nostra nuova agenda per le competenze."

L'occupazione è in aumento, facendo diminuire la povertà

Con 232 milioni di unità il numero degli europei occupati è stato il più elevato mai registrato. Lo scorso anno sono stati creati tre milioni di posti di lavoro, la maggior parte dei quali a tempo indeterminato. Nel maggioranza dei casi l'occupazione a tempo pieno protegge efficacemente i cittadini contro la povertà. La percentuale della popolazione dell'UE a rischio di povertà o di esclusione sociale (pari al 23,7 %) è la più bassa degli ultimi cinque anni.

L'8,3 % dei cittadini europei è tuttavia ancora disoccupato (dati di ottobre 2016) e l'indagine sottolinea le difficoltà incontrate nel ritornare al lavoro negli anni successivi alla crisi (periodo 2008-2013): nell'arco di tre anni solo un disoccupato su otto è riuscito a trovare un'occupazione permanente a tempo pieno. La disoccupazione giovanile, ancora superiore al 20 %, continua a destare grave preoccupazione.

Cambiamenti nel mondo del lavoro

Il futuro del lavoro sta cambiando in un contesto di crescente digitalizzazione dell'economia, in particolare attraverso l'emergere di piattaforme digitali e dell'economia collaborativa, che offriranno nuove opportunità di lavoro, per lo più sotto forma di lavoro autonomo. Gli investimenti nelle TIC possono essere stati all'origine di un terzo della crescita economica dell'UE tra il 2005 e il 2010, ma in tale settore molti posti sono ancora vacanti. Gli investimenti nelle competenze sono fondamentali per sfruttare appieno i vantaggi della digitalizzazione.

Convergenza e divergenza nell'UE

Dopo il notevole aumento delle disparità a seguito della profonda recessione del 2009 si registrano segnali incoraggianti di una nuova convergenza. Permangono tuttavia ancora grandi differenze e, di fronte agli shock economici, i mercati del lavoro e le politiche e gli istituti di protezione sociale nell'UE hanno registrato risultati molto diversi.

Integrazione dei rifugiati nella società e nei mercati del lavoro

Nel 2015 e nei primi nove mesi del 2016 gli Stati membri hanno ricevuto quasi 2,2 milioni di domande di asilo. Nel momento in cui si integrano nel mercato del lavoro, i rifugiati incontrano tuttavia ostacoli quali livelli di istruzione inferiori e competenze linguistiche insufficienti. Per facilitare l'integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro sarà fondamentale investire nella loro istruzione e nelle loro competenze linguistiche e agevolare il riconoscimento delle competenze. In tal modo di contribuirà a rafforzare il capitale umano dell'UE nel contesto dell'invecchiamento della società.

Sviluppo di capacità per il dialogo sociale

Poiché queste nuove forme di occupazione possono offuscare i confini tra datori di lavoro e lavoratori, si profilano nuove sfide per il ruolo che le parti sociali e il dialogo sociale possono svolgere nell'affrontare le problematiche odierne del mercato del lavoro. La presente indagine ESDE individua le modalità con cui le parti sociali possono rispondere efficacemente a queste problematiche, rappresentando queste nuove tipologie di lavoratori e di datori di lavoro e collaborando con le autorità pubbliche. In diversi Stati membri, ad esempio, le nuove forme di società digitali, come Uber, e i lavoratori ad esse affiliati sono sempre di più coinvolti come componenti delle parti sociali.

Contesto

L'indagine ESDE riferisce sulle ultime tendenze occupazionali e sociali e riflette le sfide future nonché le possibili risposte strategiche. L'ESDE è la principale relazione della Commissione europea che fornisce dati e analisi ed esaminare tendenze e sfide future.

Gli esempi concreti del modo in cui la Commissione intende affrontare le sfide sollevate nelle relazioni annuali ESDE sono numerosi. Tra le iniziative faro citiamo il pilastro europeo dei diritti sociali [1], per il quale all'inizio del prossimo anno verrà presentata una proposta finale a seguito dell'ampia consultazione lanciata nel marzo 2016. I suoi principali obiettivi consistono nel massimizzare le opportunità di occupazione, nel garantire mercati del lavoro e società inclusivi e nel sostenere una rinnovata convergenza verso l'alto nella zona euro e in tutta l'UE-28.

Intensificheremo il nostro impegno nel quadro della nuova agenda per le competenze [2], che abbiamo avviato nel giugno 2016, per continuare a investire nelle competenze delle persone, consentendo loro di soddisfare le richieste del mercato del lavoro. Questo prevede l'avvio di un piano per la cooperazione settoriale in materia di competenze all'inizio del prossimo anno. In questo contesto, nel primo semestre del 2017 è altresì previsto il lancio di uno "Strumento di determinazione delle competenze per i cittadini di paesi terzi", che sosterrà la definizione tempestiva, la visibilità e il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche dei richiedenti asilo, dei rifugiati e di altri migranti.

L'impegno della Commissione, teso a ridurre la disoccupazione in generale e la disoccupazione giovanile in particolare, sta infine dando i suoi frutti. Dal 2013 il numero dei giovani disoccupati è diminuito di 1,6 milioni di unità e quello dei giovani che non studiano, non frequentano corsi di formazione e non lavorano di 900 000 unità. Con la proroga dellagaranzia per i giovani [3], l'integrazione finanziaria offerta dall'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile [4] e l'iniziativa che prevede di continuare a investire nei giovani d'Europa [5], presentata di recente, la Commissione intende massimizzare le possibilità dei giovani sul mercato del lavoro.

Per maggiori informazioni

MEMO/16/4428 [6]

Notizie sul sito web della DG Occupazione [7]

Relazione ESDE 2016 [8]

Analisi dell'occupazione e della situazione sociale [9]

Marianne Thyssen su twitter [10] e facebook [11]

#ESDE2016

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