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PIANO DI INVESTIMENTI, la leva per l’economia europea funziona

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12 STELLE IN EUROPA

12/10/2016

 Italy Representation – Newsletter update – 12/10/2016

 

di Giampiero Gramaglia

Datemi una leva e vi solleverò l’Europa. La leva è il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), lo strumento cardine su cui punta la Commissione europea per rilanciare crescita e occupazione. Il meccanismo sta funzionando, l’avvio è promettente, tanto che oggi Bruxelles propone di raddoppiarlo ed estenderlo. L’obiettivo è mettere in moto almeno 500 miliardi di euro di investimenti entro il 2020, e spingersi fino a 630 miliardi entro il 2022.

12-10-2016

Lanciato inizialmente per il triennio 2015-2017, il Fondo è attualmente finalizzato a mobilitare in tre anni 315 miliardi di euro e ha finora attivato circa 130 miliardi di investimenti.

“Funziona. Lo chiamavano Piano Juncker perché erano convinti che non avrebbe funzionato. Ora lo chiamano Fondo europeo per gli investimenti strategici. Ma è sempre la stessa cosa e funziona”, ha detto di recente, non senza ironia, il presidente della Commissione Jean Claude Juncker, sottolineando che i 315 miliardi comportano “una somma ridotta di risorse pubbliche” nuove, circa 21 miliardi di euro (il moltiplicatore è di uno a 15). Per riuscire a raddoppiare l’obiettivo di investimento, la Commissione invita gli Stati membri a fare la loro parte e a considerarla una priorità.

Il piano da 315 miliardi ha già raccolto, in 26 Paesi Ue, 116 miliardi di investimenti fino al luglio 2016 e i numeri continuano ad aumentare. Nel primo anno di attività, oltre 200mila piccole e medie imprese (Pmi) e start-up in tutta Europa hanno avuto accesso a prestiti e oltre 100mila persone hanno trovato un nuovo lavoro. Visto il successo per le piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia europea, cui è andato circa un quarto degli investimenti (26%), lo scorso luglio lo sportello per le Pmi è stato potenziato con ulteriori 500 milioni di euro, a beneficio sia delle piccole e medie imprese che delle imprese a media capitalizzazione.

Iniziativa comune di Commissione e Banca europea per gli investimenti (Bei), ma con una governance propria, il Feis sta anche aiutando a finanziare progetti nel campo dell’innovazione e delle infrastrutture in vari settori: ricerca e sviluppo (25%), energia (23%), digitale (12%), trasporti (6%), ambiente ed efficiente uso delle risorse (5%), infrastrutture sociali (4%).

Solo per fare qualche esempio, il piano di investimenti finanzia la ricerca sul morbo di Alzheimer e sulle patologie cardiache, i nuovi connettori di energia europei, le tecniche per rendere più ecologiche le industrie (come quella siderurgica e della pasta di carta), il sostegno all’assistenza sanitaria delle famiglie nelle zone rurali e la riduzione dei costi per l’energia per i cittadini grazie a edifici più efficienti dal punto di vista energetico.

In Italia, fino al luglio 2016 sono stati approvati 13 progetti per infrastrutture e innovazione e 30 accordi per le Pmi.

I 13 progetti, con un finanziamento complessivo di 1,8 miliardi – nei settori energia, trasporti, innovazione digitale e ricerca e sviluppo – dovrebbero attivare investimenti per 5,7 miliardi e creare 3.800 posti di lavoro. In particolare, hanno già ottenuto il finanziamento due progetti:

– il programma di ammodernamento degli impianti siderurgici del gruppo Arvedi, che ha ottenuto un finanziamento di 100 milioni di euro per un totale di 194 milioni di euro di investimenti stimati;

– l'acquisizione da parte di Trenitalia di nuovo stock di materiale ferroviario per collegare le maggiori città di Piemonte, Liguria, Veneto, Toscana e Lazio. Il progetto ha ricevuto 300 milioni di euro e prevede di attrarre investimenti per 617 milioni di euro.

Tra i progetti approvati ma i cui finanziamenti non sono stati ancora assegnati ci sono interventi per il miglioramento del trasporto autostradale; la modernizzazione di un impianto industriale per renderlo più efficiente dal punto di vista energetico e della sicurezza ambientale; la messa in posa di un nuovo gasdotto e il miglioramento di quelli esistenti (Toscana Energia); la ricerca, lo sviluppo e la produzione di materiali bioplastici innovativi e di prodotti tecnologici.

Nell'ambito del Feis sono stati inoltre approvati 30 accordi con istituti di credito italiani per un totale di 983 milioni di euro. Questi finanziamenti dovrebbero attrarre 8,1 miliardi di investimenti e andare a beneficio di 58.850 Pmi e start-up italiane.

Come si vede, non è solo questione di quantità, ma anche di qualità. La parola chiave può sembrare ostica: “addizionalità”.  I progetti sostenuti dal Feis sono quelli più rischiosi e più innovativi, che non sarebbero stati finanziati dalla Bei nella stessa misura o nello stesso periodo senza il sostegno del Fondo.

 

Disclaimer

L'opinione espressa è dell'autore e non rispecchia necessariamente la posizione della Commissione europea.