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Rifugiati, la Commissione europea: Gli Stati membri devono agire con urgenza, è tempo di impegni seri e ricollocazione rapida

Immagine: Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza.

 

Bruxelles, 16 marzo 2016 – Nel 2015 la Commissione ha preso provvedimenti decisi per contribuire ad affrontare la crisi dei rifugiati che colpisce gli Stati membri dell'UE e i paesi vicini. Per la prima volta nella storia della politica europea in materia di migrazione, la Commissione ha proposto di ricollocare [1] 160 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale dagli Stati membri in condizioni di estrema pressione in altri Stati membri dell'Unione europea: una manifestazione concreta di solidarietà tra gli Stati membri. Allo stesso tempo, per affrontare in maniera generale la crisi migratoria mondiale e dare prova di solidarietà con i paesi terzi ugualmente colpiti, la Commissione ha raccomandato un programma europeo di reinsediamento [2] per 20 000 persone bisognose di protezione internazionale.

Oggi la Commissione riferisce sull'attuazione dei meccanismi temporanei di ricollocazione di emergenza e sul programma europeo di reinsediamento. La relazione riassume le sfide e propone raccomandazioni per migliorare l'attuazione di questi programmi.

Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha affermato: "Gli Stati membri dell'UE si sono giuridicamente impegnati a ricollocare 160 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale, e hanno ribadito questo impegno in varie occasioni. La situazione umanitaria in Grecia si aggrava ogni giorno di più: è urgente che gli Stati membri onorino i loro impegni per impedire l'ulteriore deteriorarsi della condizione dei rifugiati nel paese. Dobbiamo aumentare in modo sostanziale le ricollocazioni nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Gli Stati membri devono inoltre offrire percorsi alternativi sicuri e legali alle persone bisognose di protezione internazionale che vogliono raggiungere l'Europa, e dare prova di solidarietà nei confronti dei paesi terzi colpiti dalla crisi dei rifugiati, con un aumento decisivo degli sforzi di reinsediamento".

Ricollocazione: è tempo di impegni seri e attuazione rapida

Al 15 marzo erano stati ricollocati dalla Grecia e dall'Italia appena 937 richiedenti asilo: il ritmo dei trasferimenti è insoddisfacente, anche se si stanno manifestando i primi segnali di una tendenza più positiva. L'esperienza delle prime settimane di marzo, quando sono state prontamente ricollocate 287 persone (di cui 241 dalla Grecia), mostra che la ricollocazione può funzionare più rapidamente se gli Stati membri si impegnano sul serio. Il fattore più importante nel rallentamento del processo è la mancanza di volontà politica da parte degli Stati membri, che si è tradotta in un numero limitato di offerte di ricollocazione e nella lunghezza dei tempi di risposta, impedendo al programma di diventare un'alternativa a percorsi pericolosi e irregolari.

È urgente che gli Stati membri intervengano in modo determinato per accelerare il ritmo della ricollocazione. Attualmente il numero totale delle persone pronte a essere ricollocate supera gli impegni assunti dagli Stati membri. Per rispettare gli impegni presi finora nel quadro del meccanismo di ricollocazione, sarebbe necessario realizzare circa 5 600 ricollocazioni al mese come minimo, il che implica una procedura di ricollocazione di due settimane al massimo (vedi allegato). In base a questa valutazione, la Commissione chiede che al momento della prossima relazione mensile siano state completate almeno 6 000 ricollocazioni. Data la situazione di emergenza, occorre quindi accelerare il ritmo in modo che al momento della terza relazione mensile, a maggio, siano state completate almeno 20 000 ricollocazioni.

Nella relazione odierna la Commissione rivolge alcune specifiche raccomandazioni agli Stati membri di ricollocazione, esortandoli ad aumentare gli impegni assunti e ad abbreviare i tempi di trattamento delle domande. La Commissione invita inoltre gli Stati membri a limitare i controlli di sicurezza supplementari ai casi giustificati, a offrire pacchetti di informazione prima della partenza e a reagire appena possibile al bando dell'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo per l'assunzione di esperti. Le preferenze espresse dagli Stati membri per la selezione dovrebbero servire unicamente a migliorare il processo di abbinamento ai fini di una maggiore integrazione, e non a respingere domande di ricollocazione.

La Grecia e l'Italia sono esortate da parte loro a impegnarsi di più per garantire un funzionamento rapido ed efficace del meccanismo, in particolare per quanto riguarda i controlli di sicurezza sistematici e la qualità delle informazioni trasmesse agli Stati membri di ricollocazione. I due paesi dovrebbero inoltre migliorare la capacità di coordinamento, accrescere la capacità di accoglienza, evitare il rischio di fuga dei candidati, e adeguare e migliorare le procedure di ricollocazione dei minori non accompagnati.

Reinsediamento: un approccio coordinato a livello dell'UE

È urgente che gli Stati membri intensifichino gli sforzi di reinsediamento, per consentire ai cittadini di paesi terzi bisognosi di protezione internazionale di arrivare in Europa ed esservi ammessi in modo ordinato, ben gestito e sicuro.

Secondo le informazioni ricevute dagli Stati membri e dagli Stati associati al sistema di Dublino, al 15 marzo 4 555 sfollati bisognosi di protezione erano stati reinsediati in 11 paesi. La maggior parte dei paesi partecipanti ha accolto siriani provenienti dalla Giordania, dal Libano e dalla Turchia. Al di là di questo quadro, alcuni paesi stanno svolgendo programmi di reinsediamento distinti, a seguito di precedenti impegni internazionali.

Le principali difficoltà constatate dalla relazione odierna derivano dalle differenze tra gli Stati membri in termini di criteri di scelta, durata delle procedure, strumenti di integrazione e numero di posti disponibili. Pongono problemi anche la mancanza di capacità di accoglienza e i ritardi nel rilascio dei nulla osta di uscita nei paesi terzi.

La Commissione invita ad accelerare gli scambi di migliori prassi ed esperienze tra i paesi di reinsediamento, specialmente per i paesi che intraprendono il reinsediamento per la prima volta.

Inoltre, gli Stati membri dovrebbero continuare a impegnarsi nel programma volontario di ammissione umanitaria per i rifugiati siriani in Turchia [3], proposto dalla Commissione il 15 dicembre 2015: occorrono impegni politici concreti riguardo alla data di inizio del programma, alle sue dimensioni e al modello di distribuzione, da parte degli Stati membri e degli Stati associati al sistema Dublino interessati a partecipare. Contemporaneamente si stanno ultimando le procedure operative standard per il programma, per consentire un'attuazione rapida una volta raggiunto un accordo politico.

Contesto

Con il meccanismo temporaneo di ricollocazione di emergenza, istituito da due decisioni del Consiglio del settembre 2015, gli Stati membri si sono impegnati a ricollocare 160 000 persone dall'Italia e dalla Grecia (ed eventualmente da altri Stati membri) entro settembre 2017.

L'8 giugno 2015 la Commissione ha adottato una proposta su un programma europeo di reinsediamento, in seguito alla quale gli Stati membri si sono impegnati, il 20 luglio, a reinsediare 22 504 persone in evidente bisogno di protezione internazionale, in linea con le cifre proposte dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).

A seguito del vertice dei leader dell'UE con la Turchia del 29 novembre 2015, è stato adottato il piano d'azione UE-Turchia [4]. Scopo del programma volontario di ammissione, uno degli strumenti più importanti del piano, è aiutare la Turchia a gestire i flussi sempre più consistenti di rifugiati, nonché offrire un modo sicuro e legale di raggiungere l'Europa alle persone realmente bisognose di protezione.

Il Consiglio europeo del 7 marzo [5] ha invitato ad accelerare l'attuazione della ricollocazione, per alleviare il grave onere che pesa sulla Grecia. La relazione odierna risponde alle conclusioni del Consiglio, all'obbligo previsto all'articolo 12 delle due decisioni del Consiglio sulla ricollocazione e all'impegno assunto dalla Commissione nella tabella di marcia "Ritorno a Schengen" [6].

Per ulteriori informazioni

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo: Prima relazione su ricollocazione e reinsediamento [7]

Allegato 1: Ricollocazioni dalla Grecia [8]

Allegato 2: Ricollocazioni dall'Italia [9]

Allegato 3: Grecia – Relazione sullo stato dei lavori [10]

Allegato 4: Italia – Relazione sullo stato dei lavori [11]

Allegato 5: Iter per le ricollocazioni dalla Grecia [12]

Allegato 6: Situazione dei reinsediamenti al 15 marzo 2016, in linea con le conclusioni del 20 luglio 2015 [13]

Allegato 7: Reinsediamenti previsti dopo il 15 marzo [14]

SCHEDA – Ricollocazione e reinsediamento [15]

Decisione del Consiglio sulla ricollocazione di 40 000 persone dall'Italia e dalla Grecia [16]

Decisione del Consiglio sulla ricollocazione di 120 000 persone dall'Italia e dalla Grecia [17]

Raccomandazione della Commissione per un programma volontario di ammissione umanitaria gestito con la Turchia per i rifugiati provenienti dalla Siria [18]

Conclusioni del Consiglio sul reinsediamento di 20 000 persone bisognose di protezione internazionale [19]

Agenda europea sulla migrazione [20]