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Schengen, salvaguardare l’integrazione europea

Amsterdam –  Proteggere le frontiere esterne pur conservando la libera circolazione interna dell’Ue, è il tema della discussione del Consiglioeuropeo  di oggi, a  tutela del  trattato di Schengen,  la piu’ grande conquista del processo di integrazione europea. Garantire la sicurezza dei confini esterni europei anche per il futuro, deve essere condivisa da tutti noi, e quanto ha affermato il ministro dell’Interno austriaco alla riunione di Amsterdam, Johanna Mikl-Leitner, contro l’opinione di isolare la Grecia e introdurre i controlli alle frontiere per due anni. La questione dei limiti di ingresso ai profughi secondo Mikl-Leitner, deve essere duratura, perché onorare il principio dell’accoglienza  deve valere fino in fondo, dunque, continua il ministro "Non si possono accogliere troppi profughi e poi lasciare che diventino dei senzatetto..”. Accogliere i profughi significa potere offrire loro un alloggio, previdenza sociale e istruzione, e per fare questo occorrono molte risorse, e le nostre sono limitate, continua, Johanna Mikl-Leitne, per cui è indispensabile stabilire un tetto massimo, per assicurare ai profughi una vita dignitosa.

La Grecia molto carente nella gestione dei confini, e per questo molto criticata dai patners, dal suo canto chiede maggiore assistenza a Frontex, per fronteggiare i flussi migratori, e rimpatriare i migranti illegali in Turchia. Nonostante la stagione gelida i flussi non rallentano e le tragedie continuano. Venerdì l’ultima nell’ Egeo, dove sono morte 45 persone, tra cui venti bambini. Per l’Ue, la questione spinosa,  su cui riflettere a lungo,   è il  mantenimento del trattato, che non può essere sospeso senza evitare che 50 anni di integrazione europea vadano in fumo. Schengen infatti, in tutta la confusione creatasi in Europa per l’esodo dei profughi dalle loro terre verso territori, miraggio di benessere, di allontanamento da guerre, da persecuzioni politiche e sociali, è la sfida piu’ importante che l’UE dovrà affrontare, per fa sì che l’unità fin qui raggiunta, rimanga inalterata, anche se diverse picconate sono già state date da Austria, Germania, Danimarca, Francia, Svezia e Norvegia, che hanno sospeso l'accordo, anche se momentaneamente, almeno fino ad adesso.. 

Nell’ambito della estensione dei controlli interni delle frontiere a cui probabilmente Austria e Germania dovranno ricorrere in primavera per  aver quasi esaurito le condizioni stabilite dagli art. 24 e 25 di Schengen, sull’iter in caso di eventi prevedibili e procedura nei casi in cui sono richieste azioni immediate,  la Commissione europea, oggi  ha discusso  sull’applicazione dell’articolo 26 del Codice Schengen, finora mai usato,  che consente il ricorso all’estensione per un paio di paesi, per il periodo massimo di due anni. Ad  aver fatto riflettere sul possibile utilizzo della norma, è il persistere della continua permeabilità dei confini esterni della Grecia. Un’analisi molto difficile, ed anche se in corso prefigura decisioni combattute che non arriveranno comunque in tempi brevi.