Attuazione dell’agenda europea sulla migrazione: relazioni sui progressi compiuti in Grecia, Italia e nei Balcani occidentali

Oggi la Commissione ha pubblicato tre relazioni sui progressi compiuti nell'attuazione delle misure volte ad affrontare la crisi dei rifugiati e dei migranti in Italia, in Grecia e lungo la rotta dei Balcani occidentali. Le relazioni valutano i progressi compiuti per quanto riguarda i punti di crisi e il meccanismo di ricollocazione in Italia e in Grecia e le misure previste dalla dichiarazione dei leaderpdf adottata dopo la riunione dei leader dei paesi sulla rotta dei Balcani occidentali tenutasi il 25 ottobre.

 

 

Bruxelles, 2015/12/16 -L'Agenda europea sulla migrazione"pdf" prevedeva un approccio globale alla gestione dell'immigrazione, fra cui una serie di misure immediate per affrontare la crisi migratoria nel Mediterraneo. La Commissione ha proposto la creazione di un meccanismo di punti di crisi per sostenere l'Italia e la Grecia nelle operazioni di registrazione e trattamento delle domande d'asilo. Il meccanismo di ricollocazione prevede il trasferimento di 160 000 persone in evidente necessità di protezione internazionale dall'Italia e dalla Grecia in altri Stati membri.

A ottobre la Commissione ha preso ulteriori misure per affrontare il trasferimento del flusso dei migranti sulla rotta dei Balcani occidentali. La Commissione ha convocato il 25 ottobre una riunione dei leader conclusasi con una dichiarazione congiunta su 17 azioni da intraprendere immediatamente per fornire assistenza umanitaria ai migranti e gestire meglio i flussi migratori lungo la rotta. Alla riunione hanno partecipato i capi di Stato o di governo di Albania, Austria, Bulgaria, Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Germania, Grecia, Ungheria, Romania, Serbia e Slovenia.

 

Progressi realizzati in Grecia

Un'apposita équipe della Commissione, sotto la guida del direttore generale del servizio di assistenza per le riforme strutturali (SRSS) della Commissione, si è trattenuta sul terreno per mesi, collaborando con le autorità greche per accelerare l'accesso ai finanziamenti di emergenza, migliorare il coordinamento tra i vari attori, affrontare gli ostacoli amministrativi e facilitare la condivisione delle conoscenze in materia di gestione delle frontiere e ricollocazione. L'SRSS ha svolto un ruolo chiave nell'avvio, avvenuto il 14 dicembre, del programma dell'UNHCR per l'affitto di strutture da destinare all'accoglienza di 20 000 richiedenti asilo in Grecia. L'SRSS ha inoltre svolto un ruolo importante nella ripresa in Grecia dei programmi di rimpatri forzati e rimpatri volontari assistiti. Malgrado i progressi compiuti con il supporto della Commissione sul terreno, resta ancora molto da fare.

Le autorità greche avevano individuato cinque punti di crisi a Lesbo, Lero, Kos, Chio e Samo. Al momento è operativo solo il punto di crisi a Lesbo. La Grecia ha nominato dei coordinatori dei punti di crisi e un comitato centrale di coordinamento, ma deve completare la realizzazione dei punti di crisi nei tempi previsti e migliorarne l'organizzazione. Gli Stati membri dovrebbero continuare a sostenere la Grecia, mettendo a disposizione gli esperti necessari per garantire la piena realizzazione dei punti di crisi. Frontex assisterà ora la Grecia nella registrazione dei migranti nella zona di frontiera settentrionale, dispiegando un maggior numero di guardie di frontiera, e invierà squadre di intervento rapido alle frontiere (RABIT) nelle isole del Mar Egeo e in mare, su richiesta della Grecia.

La Grecia si è impegnata ad aumentare la capacità di accoglienza per i richiedenti asilo a 30 000 posti entro la fine dell'anno, e sarà aiutata dall'UNHCR a fornirne almeno altri 20 000; una precondizione necessaria per il funzionamento del meccanismo di ricollocazione di emergenza. Il 14 dicembre la Commissione europea ha concluso un accordo con l'UNHCR per il finanziamento di un programma di affitto per reperire i 20 000 posti con un contributo di 80 milioni di euro da parte della Commissione. Il programma finanzierà inoltre la creazione di 7 000 posti di prima accoglienza nei punti di crisi. Nell'ambito di questo programma, la Grecia si sta apprestando ad iniziare la realizzazione di ulteriori 4 500 posti per l'accoglienza a Lesbo, Lero e Kos. La Grecia ha anche firmato una convenzione di sovvenzione con la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa per la costruzione a Eleonas di strutture di accoglienza per un totale di 700 posti. In totale, entro l'inizio di gennaio 2016 in Grecia dovrebbero essere disponibili 35 000 posti di accoglienza, andando quindi oltre l'impegno assunto nella riunione dei leader dei Balcani occidentali di mettere a disposizione 30 000 posti entro la fine del 2015.

Gli Stati membri hanno convenuto di sostenere la Grecia ricollocando 66 400 persone che necessitano di protezione internazionale. La ricollocazione è iniziata molto lentamente, ma vi sono stati segni di miglioramento nelle ultime settimane. Il 4 novembre, con il primo volo, sono stati trasferiti in Lussemburgo trenta richiedenti asilo provenienti dalla Grecia. Ad oggi sono sessantaquattro i richiedenti asilo ricollocati altrove dalla Grecia. Altri 370 candidati alla ricollocazione sono stati registrati e 297 richieste di ricollocazione sono state sottoposte all'approvazione di altri Stati membri. Solo nove Stati membri hanno dato la loro disponibilità alla Grecia per un totale di 305 posti, mentre 14 Stati membri hanno nominato ufficiali di collegamento per coadiuvare il processo sul campo. Gli Stati membri devono aumentare in modo sostanziale il loro sostegno per permettere al sistema di funzionare correttamente.

Grazie al rapido intervento della Commissione, che ha messo a disposizione 2,5 milioni di euro di finanziamenti dell'UE, il programma di rimpatrio volontario assistito attraverso l'OIM potrebbe riprendere nel mese di dicembre. Dall'inizio del 2015, la Grecia ha effettuato 16 131 rimpatri forzati e 3 460 rimpatri volontari assistiti di migranti per motivi economici che non avevano diritto a ottenere asilo in Europa. La Grecia non dispone ancora di una strategia complessiva per i rimpatri e non dispone di strutture di detenzione di capacità sufficiente, necessarie per evitare che gli interessati si diano alla latitanza prima del loro rimpatrio.

 

Progressi realizzati in Italia

Le autorità italiane hanno individuato sei punti di crisi a Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle/Villa Sikania, Trapani, Augusta e Taranto. Il punto critico di Lampedusa è l'unico sito attualmente operativo e due altri siti dovrebbero aprire prossimamente. I lavori a Taranto, Trapani e Augusta sono ancora in corso. L'Italia deve adottare misure per aumentare l'efficienza dei controlli e del rilevamento delle impronte digitali e migliorare il sistema di trasferimento dai punti di crisi. L'operazione Triton estesa al Mediterraneo centrale ha contribuito a salvare quasi 60 000 vite umane, e si stanno facilitando gli sbarchi nei punti di crisi. Attualmente l'Italia dispone di una capacità di accoglienza di 93 000 posti per i richiedenti asilo, compresi i punti di crisi, e sono state individuate apposite strutture per ospitare le persone in attesa di ricollocazione.

Nonostante sia iniziata prima che in Grecia, la ricollocazione dall'Italia procede tuttora a un ritmo di gran lunga inferiore a quello necessario per conseguire l'obiettivo generale di trasferire 39 600 persone in due anni. La prima ricollocazione ha avuto luogo il 9 ottobre con 19 eritrei trasferiti in Svezia. Da allora sono state effettuate altre 125 ricollocazioni. L'Italia ha individuato altri 186 candidati alla ricollocazione e ha presentato 171 richieste di ricollocazione ad altri Stati membri. Fino ad oggi, soltanto dodici Stati membri hanno messo a disposizione dei posti per la ricollocazione, impegnandosi ad accogliere 1041 persone. Diciannove Stati membri hanno nominato funzionari di collegamento per coadiuvare il processo sul campo. Gli Stati membri devono aumentare in modo sostanziale il loro impegno e abbreviare i tempi di risposta per accelerare il funzionamento del meccanismo.

Nel 2015 l'Italia ha effettuato più di 14 000 rimpatri forzati di persone che non avevano diritto all'asilo e nell'ambito di Frontex ha partecipato a undici voli di rimpatrio congiunti di richiedenti asilo respinti provenienti da altri Stati membri. L'Italia deve riprendere quanto prima il programma di rimpatri volontari attualmente sospeso per ridurre l'elevato numero di richiedenti asilo respinti che restano nel paese.

Un'apposita squadra di funzionari della Commissione ha lavorato per mesi sul terreno collaborando con le autorità italiane.

 

Progressi compiuti sulla rotta dei Balcani occidentali

L'afflusso senza precedenti di profughi e migranti iniziato alla fine dell'estate del 2015 e intensificatosi in autunno, ha messo la rotta dei Balcani occidentali al centro della sfida con cui si sta confrontando l'Europa, con quasi 700 000 persone passate nel 2015 dalla Turchia in Grecia, la maggior parte delle quali ha seguito la rotta dei Balcani occidentali per dirigersi verso l'Europa centrale e settentrionale. La gestione dei flussi migratori nella regione ha rivelato carenze a livello di capacità, cooperazione e solidarietà, nonché di comunicazione elementare tra i paesi lungo la rotta: un problema specifico che ha richiesto una soluzione politica e operativa specifica a livello europeo.

Immediatamente dopo la riunione dei leader del 25 ottobre, tutti i partecipanti hanno designato punti di contatto ad alto livello per coordinare le azioni da intraprendere attraverso videoconferenze settimanali organizzate dalla Commissione (alla data del 17 dicembre sono state tenute otto videoconferenze). È stato istituito uno strumento comune per fornire informazioni sui flussi migratori giornalieri e i paesi che si trovano sulla rotta hanno migliorato il loro coordinamento. Una migliore gestione delle frontiere e una minore agevolazione dei movimenti irregolari hanno contribuito ad una migliore gestione dei flussi migratori. Tuttavia, la relazione rileva anche che sono necessari maggiori sforzi per informare i partner in anticipo circa le politiche e le misure che hanno un impatto su di essi ed evitare che vengano stabilite unilateralmente condizioni di ingresso basate de facto sulla nazionalità e la costruzione di recinzioni.

Per quanto riguarda la gestione delle frontiere, la relazione osserva che la Grecia ha concordato importanti operazioni congiunte con Frontex, con 40 agenti distaccati per coadiuvare il rilevamento delle impronte digitali e la registrazione dei migranti ai confini settentrionali, 293 agenti distaccati nelle isole greche (sulla terraferma e in mare), 213 in totale al di fuori dei punti di crisi e altre cento unità di personale Frontex che arriveranno nel gennaio 2016. In Slovenia, oltre 200 agenti di polizia distaccati sono stati inviati da altri paesi sulla base di accordi bilaterali per contribuire alle operazioni di gestione delle frontiere, un numero che tuttavia resta inferiore ai 400 agenti di polizia richiesti.

Serbia, Slovenia, Croazia e Grecia hanno attivato il meccanismo di protezione civile dell'UE, chiedendo che altri paesi inviino risorse per affrontare l'emergenza umanitaria che interessa i loro territori. Finora 15 Stati membri hanno risposto a tali richieste, fornendo alloggi, letti, indumenti e medicinali. Molto materiale non è ancora stato fornito, e l'urgenza del fabbisogno non farà che aumentare con il peggiorare delle condizioni atmosferiche.

Oltre all'impegno assunto dalla Grecia a fornire ulteriori 50 000 posti per accogliere i migranti, altri paesi hanno deciso di allestirne altri 50 000 lungo la rotta. Circa la metà di essi è attualmente disponibile o in via di realizzazione. Per quanto riguarda la Grecia, il 14 dicembre la Commissione europea ha concluso un accordo con l'UNHCR sul finanziamento di un programma di affitto per fornirne altri 20 000. I paesi che hanno partecipato alla riunione dei leader dei Balcani occidentali ora devono accelerare con urgenza la messa a disposizione di strutture di accoglienza in vista del peggioramento delle condizioni meteorologiche lungo la rotta.

 

Contesto

Da tempo la Commissione europea si adopera per dare una risposta europea coerente e coordinata alla questione dei rifugiati e della migrazione.

Nell'assumere l'incarico di Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker ha affidato a un Commissario con competenza speciale per la Migrazione – Dimitris Avramopoulos – l'incarico di elaborare in cooperazione con altri Commissari, coordinati dal primo Vicepresidente Frans Timmermans, una nuova politica di migrazione: è questa una delle dieci priorità dei suoi orientamenti politici.

Il 13 maggio 2015 la Commissione europea ha presentato l'Agenda europea sulla migrazione, che stabilisce un approccio globale per migliorare la gestione della migrazione in tutti i suoi aspetti.

Sono già stati adottati due pacchetti di attuazione dell'agenda, rispettivamente il 27 maggio e il 9 settembre 2015, e le misure previste sono in via di concretizzazione.

 

Per ulteriori informazioni

Relazione sullo stato di avanzamento dell'attuazione dei punti di crisi in Grecia "pdf"

Relazione sullo stato di avanzamento dell'attuazione dei punti di crisi in Italia"pdf"

Relazione sul seguito della riunione dei leader sui flussi di profughi lungo la rotta dei Balcani occidentali "pdf"

Agenda europea sulla migrazione"pdf"

Comunicazione del 23 settembre 2015"pdf": Gestire la crisi dei rifugiati: misure operative, finanziarie e giuridiche immediate nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Comunicazione del 14 ottobre 2015"pdf": Gestire la crisi dei rifugiati: stato di attuazione delle azioni prioritarie intraprese nel quadro dell'agenda europea sulla migrazione

Dichiarazione della riunione dei leader dei Balcani occidentali"pdf"

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