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Tsipras annuncia la chiusura di Borsa e Banche da lunedì per sei giorni – Continua la corsa contro il tempo ai bancomat

Aggiornamento del 28 giugno 2015 – Il premier greco Tsipras, dopo un vertice al ministero delle Finanze  e al termine di una riunione dell’esecutivo, ha annunciato che lunedì la Borsa e le Banche chiuderanno per 6 giorni lavorativi ,  come ha raccomandato il Consiglio per la stabilità finanziaria. 

Intanto continua la corsa contro il tempo ai bancomat,per quelli  che ancora dispongono di liquidità. Sono stati infatti, prelevati da venerdì notte oltre  1,3 miliardi di euro.

 

Stipendi e pensioni, è stato assicurato dal governo greco, saranno pagati, e tutti i cittadini potranno prelevare massimo  60 euro al giorno. Agli stranieri sarà concesso il budget previsto dalle loro banche.

Tsipras invita alla calma il popolo greco e  garantisce “che depositi e conti correnti sono al sicuro”.  

"E’ una vergogna che le tradizioni  europee siano state attaccate nel loro processo democratico, ha sostenuto  Alexis  Tsipras nel suo discorso in televisione, ma il referendum non sarà fermato”. 

La Banca Centrale europea, (Bce) ha mantenuto il livello di finanziamento attuale di 89 miliardi di fondi di emergenza Ela alle banche greche, che però non è stato sufficiente a lasciare aperti gli sportelli bancari. Il  premier greco Tsipras puntava infatti sulla garanzia della Bce del proseguimento della liquidità anche oltre la scadenza del rimborso di  1,6 miliardi di euro, prevista per il 30 giugno al Fmi, sul quale il presidente Mario Draghi non si è espresso, ma  che potrebbe arrivare anche stasera.

Inoltre sulla  eventuale ricaduta negativa della crisi greca, sui Paesi dell’eurozona, Mario Draghi, ha sottolineato, “che sta lavorando in sinergia con la Banca della Grecia”, e che se ce ne fosse la necessità, la Bce farà ricorso a “tutti gli strumenti a sua disposizione”.

Per la risoluzione della crisi greca, il presidente Obama,  ha chiesto uno sforzo delle parti , perché la Grecia possa continuare il suo processo di riforme e crescita nell’Eurozona.  Dello stesso tenore anche l’intervento del  segretario al Tesoro americano Jack Lew, che ha sottolineato la necessità dell’impegno greco delle riforme correlato ad un potenziale alleggerimento del debito,  e che il governo Tsipras  faccia i passi necessari per la stabilità finanziaria nei giorni che precedono il referendum.

 

28 giugno 2015 –  Parlamento greco dice Sì al referendum e Tsipras  dà  il via alla campagna referendaria. La consultazione in aula si è  conclusa con 179 voti a favore e 120 contrari. Il partito del premier, Syriza ha vinto questo round, appoggiato dalla destra nazionalista, i nuovi "nazifascisti" di Alba Dorata e Anel.  
"Il nostro è  stato un atto di democrazia  e non di un colpo di stato,  come ci accusano – ha detto in Parlamento,   il primo ministro greco,  Alexis Tsipras- l’accordo dei creditori è  offensivo, è  un diritto dei cittadini lasciarli esprimere per fatti così importanti, che riguardano il futuro della Grecia, siamo stati costretti a ricorrere al referendum,  per i pesi insopportabili, che ci sono stati richiesti, .. combattiamo contro pratiche di cui l’Europa dovrebbe vergognarsi – e ha aggiunto difendendo con enfasi la sua posizione di rottura con i creditori – noi abbiamo il dovere di garantire alla nostra gente di vivere con speranza e non rendere il Paese, schiavo per 20 anni di un debito non sostenibile. "
Tsipras, ha invitato il popolo greco a dire no" all’ultimatum ,  perché ha le capacità  di sollevarsi da queste tristi circostanze storiche". 

Il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis, ha spiegato che il motivo del referendum è  legato al mandato elettorale del governo Tsipras, costituito con il 36%  del partito di Syriza, una percentuale non sufficiente per prendere una decisione tanto importante per il Paese, come quella di firmare un accordo,  peraltro non condivisibile , con i creditori, una condizione per la quale sarebbe stato necessario almeno il 51 %. Se i greci diranno si all’accordo , noi firmeremo.." ha aggiunto Varoufakis .

 

La questione potrebbe riservare all’esecutivo  ellenico,  brutte sorprese. Dai primi sondaggi   il 57% degli intervistati,  è  per un accordo con i creditori  internazionali, il 20% è   invece intenzionato a rompere i negoziati. 
Per cui la decisione di andare al referendum è  un’arma  a doppio taglio, per Tsipras, che dopo il via dato dal Parlamento, farà  di tutto per convincere i cittadini greci.

 

Ma le tensioni per il premier  non sono finite, il veloce Eurogruppo di ieri pomeriggio, ha respinto il programma di salvataggio  di 6 giorni, richiesto dell’esecutivo greco per poter andare alle urne, senza l’incubo del tracollo finanziario delle banche e del default.
Il ministro delle Finanze francese, Michel Sapin, ha detto , giustificando il   netto rifiuto giunto ieri da Bruxelles, definito la linea dei falchi, fautori  del fallimento  della Grecia, " che sarebbe stato incongruente estendere un programna, respinto da un Paese che va al referendum per esprimersi sul programma stesso.."

 

La prima reazione, è giunta da Varoufakis, che ha criticato l’ Eurogruppo di non aver concesso per pochi giorni il sostegno  ad Atene, "in  attesa del voto, perché  le probabilità  sono tante che i cittadini non votino secondo le nostre raccomandazioni,  e aver detto no alla proroga – ha concluso il ministro – danneggera’gravemente le istituzioni  europee".

 

Default greca –  Domani alla riapertura dei mercati, la triste pagina europea di ieri , potrà  avere pericolose conseguenze per i paesi europei più  vulnerabili dell Eurozona, come Spagna,  Portogallo e Italia.
Il governatore della Banca centrale europea Bce, ha pronto uno scudo contro l’effetto contagio.