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I luoghi della memoria: “L’Eremo Madonna degli Angeli”

Ci sono luoghi incastonati nel tempo che né gli anni, né la lontananza potranno mai allontanare dal cuore; luoghi che si visitano una volta e ti restano nei pensieri tutta la vita o luoghi che ti abitano dentro perché sono stati parte essenziale del tuo vissuto…

Mi ritrovo spesso a visitare con la memoria gli spazi che mi hanno accompagnato lungo il mio cammino e, seppur in ciascuno di essi posso dire di aver lasciato una parte essenziale di me, ve ne sarà sempre uno che, più di tutti avrà nel mio cuore un posto speciale: “L’Eremo Madonna degli Angeli”.

Sorge sulle colline che sovrastano Provinciale, superata la zona di Valle degli Angeli, ed è una piccola chiesetta, con un chiostro: un Monumento del XVII secolo.

La chiesa, con una struttura leggermente irregolare conserva le caratteristiche architettoniche del settecento, così come le decorazioni ed il pozzo di forma ottagonale posto al centro del sagrato.

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Posto a margine, il crocifisso e la barca, una scultura del Maestro G. Abate del 1981, mentre all’interno presenti opere d’arte come la tela “Madonna degli Angeli” del XVI secolo, posta sopra il tabernacolo ed attribuita a Polidoro Caldara da Caravaggio.

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Ma all’aspetto architettonico ed artistico,che stupisce per la meravigliosa conservazione si fonde l’aspetto spirituale. ""

Chiunque si rechi all’”Eremo” riferisce di respirare un aria “pulita” quasi incontaminata, la religiosità si sente pregnante già ai piedi della piccola collina.

Anni fa, quando ero ancora una bambina, per recarci presso la chiesa si salivano letteralmente dei gradoni larghi e bianchi, poi trasformati, per comodità e per necessità, in una rampa di cemento a cui possono accedere anche le automobili.

Le scale erano, per me, e credo anche per tutti i miei coetanei, una sorta di “viaggio” verso l’alto. La collina, per noi bambini, era altissima e andare all’Eremo era come avvicinarsi un po' al cielo.

Il “sentire”, il “vivere” una spiritualità che altrove, probabilmente, non ci sarebbe stata mi ha portato a legarmi molto a quel pezzo di “città”.

L’Eremo non va raccontato, va vissuto. Chi lo abita lo fa con grande dedizione, fede e pazienza. Ha dedicato la vita intera all’ascolto degli altri, alla preghiera ed alla comunità. Nessuno, credo, potrà mai dimenticare quanto, nonostante le difficoltà, le collaboratrici di Gesù Crocifisso, siano state presenti nella vita della comunità, quanto la loro presenza, anche nelle zone più buie e dimenticate del quartiere, abbia portato la speranza e la luce.

L’Eremo è un luogo di pace assoluta, un luogo in cui Dio si fa davvero presenza e, chiunque tu sia, povero o ricco, credente o no, puoi avvertire, nel silenzio, tutta la forza del creato, tutto l’amore che, da ogni singola pietra, in ogni piccolo granellino di polvere presente, si sprigiona con forza e penetra dentro, nel cuore, per restarci per sempre.