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Inaugurata la Mostra "Storie d’Anima tra Nevrosi e Psicosi"

La mostra fotografica “Storie d’Anima tra Nevrosi e Psicosi” ha visto il salone dei Cavalieri del Centro Diurno Camelot gremito di persone, le quali hanno espresso vivo interesse per l'arte fotografica di Valentina Salvini e per le storie da esse raccontate, in ricordo delle Ville "Lorenzo Mandalari" e  "Rodriguez".

Dopo l’apertura dei lavori eseguita dal dott. Matteo Allone Direttore del Centro Diurno Camelot e dalla dott.ssa Valentina Salvini, sono state scoperte le pareti dai teli che le ricoprivano e gli ospiti hanno potuto ammirare la galleria fotografica. La scena è stata di lì a poco catturata dall’ingresso nel salone dei due attori protagonisti degli scatti, Federica Siracusano e da Alberto Bonadonna, che ha introdotto nel salone uno dei carrelli dell’epoca manicomiale e vari oggetti originali del pensionato, tra cui un libro su cui è incisa la firma originale a penna di Matteo Lorenzo Mandalari.

Il dott. Allone ha dichiarato: "L'appuntamento con la cultura è perfettamente riuscito, non si era mai visto tanto pubblico al salone dei Cavalieri del Centro Diurno "Camelot" del grande parco Mandalari, la mostra è stata curata nei minimi particolari dalla dott.ssa Valentina Salvini, noi gli abbiamo dato il giusto supporto e poi la città ha risposto bene all'invito, perché ha voglia di scoprire novità e angoli ancora sconosciuti. L'evento è stato inserito nel progetto "Minerva",  del Centro Camelot, che continua con grande costanza l'attività culturale coinvolgendo sempre di più gli utenti e la città". 

La Salvini, totalmente autodidatta e refrattaria per costituzione a qualsiasi apprendimento di tecnica, ha dichiarato:  "La mostra fotografica “Storie d’Anima” narra le vicende di uomini reali e di proiezioni della mia fantasia; gli scatti sono stati realizzati all’interno dell’ex manicomio di fine Ottocento “Lorenzo Mandalari”, e nei meandri di Villa Rodriguez, residenza estiva dell’inventore degli aliscafi. “Cosa vuole l’anima?”, chiedeva James Hillman ai suoi pazienti, ed in queste parole risiede l’unica spiegazione possibile al mio modo di fotografare, apparentemente studiato, ed in realtà totalmente istintivo e lontano da qualsiasi forma interpretativa, un impatto con l’immagine, un Rorschach senza siglatura. Quelle che vi presento sono le immagini che la mia Anima vuole e che, tuttavia, ho provato per la prima volta a raccontare".

La mostra è stata realizzata in sinergia con: il Centro Diurno Camelot Asp 5,  la Fondazione Bonino Pulejo, le Associazioni Onlus il Centauro e l'Aquilone e la Sezione messinese dell’Unione Cattolica Stampa Italiana.