MISSIONE DI BIAGIO CONTE, COVID 19: QUANDO LA PROVVIDENZA SONO I GIORNALISTI

di Riccardo Rossi - portavoce della Missione Speranza e Carità a Palermo

Questa volta la Provvidenza per la Missione Speranza e Carità di Palermo sono stati i giornalisti! Il 10 marzo parlando con Fratel Biagio apprendevo che l’isolamento che stavamo vivendo da circa un mese a causa della paura di contagio del coronavirus stava producendo effetti devastanti per le nostre scorte alimentari. A partire dal 17 marzo, se non fosse arrivata provvidenza, rischiavamo di chiudere e 1300 persone sarebbero finite in strada. Aspettavamo dei segni per ripartire, a quel punto ricevo due chiamate con cui mi viene chiesto in che condizioni versavamo, Rino Cascio, Redattore Capo di Rai 3 Regione Sicilia e Claudia Brunetto, giornalista di La Repubblica ed entrambi mi promettono di dare voce alla Missione per lanciare un appello. Nei giorni successivi mi chiama anche il Capo servizio del Tgs, Marina Turco e Serena Termini di Redattore Sociale e promettono altri servizi. E quando arriva un furgone da Catania, carico di 750 kg tra melenzane e peperoni, Alessandra Turrisi fa un articolo sul Giornale di Sicilia che racconta il nostro disagio ad andare avanti; il servizio su Rai 3 regionale è stato fatto da Antonio Sansonetti, che ha avuto anche la professionalità di prendere le mie frasi più moderate.

Tutti alla fine hanno fatto splendidi servizi, che hanno smosso le coscienze di tanti siciliani, che ci sono venuti in aiuto.  Insomma tutti questi colleghi sono stati attenti ai nostri bisogni, capendo che stavamo vivendo un momento terribile. Sono arrivati anche gli aiuti delle Istituzioni: Il Comune di Palermo, dall’Assemblea Regionale Siciliana, Il Prefetto, anche l’Arcivescovo ha chiamato per darci il suo appoggio.

Noi giornalisti abbiamo il compito di vigilare in questa società e di verificare che nessuno rimanga indietro. Già vivevamo tempi difficili, ora con il coronavirus siamo ancora più in crisi economica. Sono sempre di più i poveri sia italiani, sia stranieri, tutti quelli che lavoravano in nero sono in grossa difficoltà, tanti ora chiedono la spesa per potere sopravvivere. Abbiamo una grande opportunità in questo tempo di pandemia, pensare una società più giusta, più solidale.

Noi giornalisti abbiamo il grande compito di fare rinascere la Speranza, dando spazio alle notizie positive, ma anche di diventare i cani da guardia per verificare che i potenti e le istituzioni compiano politiche per le persone, che gli affari pubblici includano tutti, anche i più fragili: i disabili, gli anziani, i senza lavoro, i giovani, gli ammalati, i carcerati, gli immigrati. Non possiamo fare più i velinari dei potenti, senza avere il minimo spirito critico.

Noi giornalisti dobbiamo riacquistare autorevolezza, diventare puntelli per edificare una società migliore, giornalisti in uscita dalle redazioni, che domandano, che verificano le fonti, che fanno inchieste, che mettono anche a rischio il proprio quieto vivere.

Contribuiamo a fare ripartire la nostra cara Italia, utilizzando linguaggi più pacati.

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