Torino: la pittura di Giuseppe Mulas inaugura alla Galleria Alberto Peola

Giuseppe Mulas "Sleep Well Childhood", a cura di Eleonora Fascetta | Una narrazione rivelatrice di memorie celate tra passato e presente s'intreccia in una pittura densa e stratificata | In esposizione: 7 febbraio - 14 marzo 2020

– Titolo: Giuseppe Mulas "Sleep Well Childhood"
– a cura di Eleonora Fascetta  
– Inaugurazione: giovedì 6 febbraio 2020, 19:00 – 21:00
– Durata: 7 febbraio – 14 marzo 2020
– Orario: martedì – sabato, ore 15-19. Mattino su appuntamento
– Sede espositiva: Galleria Alberto Peola, via della Rocca 29 – 10123 Torino – Italy 
– info@albertopeola.com – +39 0118124460  – www.albertopeola.com

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Ricordi e frammenti di vita s'intrecciano in una pittura densa e stratificata che, partendo dall’infanzia, apre una narrazione rivelatrice di memorie celate tra passato e presente.

IL SIMBOLISMO
Come un bambino incide segni indelebili sulle pareti di casa così l’artista imprime sulla tela un gesto che non permette modifiche e crea una storia ricca di simbolismi. Rievocazioni di un’innocente pubertà si mescolano al gioco e al sogno, alterando ed estendendo il corpo in nuove proiezioni. 

LA METAFORA
Nell’opera Remember me when I die una natura morta – metafora di un dominio fallocentrico – si staglia verso l’infinito specchiando il proprio essere davanti alla vastità dell’universo. La stanza e il cielo annullano i confini fra dentro e fuori e la galleria, analogamente, si trasforma in uno spazio sospeso che ripercorre il vissuto come passaggio dal buio alla luce.

IL MOVIMENTO DELLA PITTURA DI MULAS
Il movimento viene sottolineato da due nuclei distinti di lavori. Nel primo, opere come I’m waiting from my bathroom for the flowing night Bleak chambers 3 richiamano momenti fisiologici, attimi intimi in cui il corpo si muove libero nel suo essere nudo e indifeso.
Quella tenera paura di macchiare le lenzuola, quella violenta incapacità di controllo e quell’attesa prima di essere scoperti si congelano nel tempo come puro pensiero. I sentimenti di imbarazzo e vergogna vengono ora astratti in dimensioni rarefatte e statiche, immortalate lungo gli anfratti della mente. Da un intenso blu di Prussia emergono i fantasmi di queste memorie che colorano le stelle della notte come in The moon is yellow like a banana.
Primo di un polittico, esso introduce, insieme alle tre tele, un dialogo lirico tra fantasia e realtà e traccia momenti di silenzio tra fisicità ricercata e assenza.

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Didascalia foto: Giuseppe Mulas, Remember me when I die, 2019, tecnica mista su tela, cm 130×110, courtesy of Alberto Peola Arte Contemporanea

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