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ENZO BIANCHI (BOSE): CRISTIANI NELLA STORIA, ANCHE IN UNA SOCIETÀ SECOLARIZZATA

Con la celebrazione dei Vespri presieduta presso la chiesa di San Francesco d’Assisi in Messina da S.E. Mons. Claudio Maniago, vescovo di Castellaneta e presidente del CAL (Centro Azione Liturgica), si è aperta la 70a Settimana Liturgica Nazionale.

Tema dell’appuntamento annuale che vede in prima linea studiosi e cultori del settore è “Liturgia: chiamata per tutti alla santità battesimale”, collocandosi in continuità con l’ultima edizione (Matera 2018), che ha focalizzato l’attenzione sulla liturgia come “risorsa di umanità”. La santità, infatti, non è altro che l’umanità pienamente vissuta e la liturgia è la via maestra per realizzare questa universale chiamata.

Il Santo Padre Francesco, tramite una lettera che il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, ha inviato a mons. Claudio Maniago, “auspica che dalle celebrazioni e dalle riflessioni della Settimana maturi la consapevolezza che la liturgia è luogo privilegiato in cui la santità di Dio ci attira a sé con la sua bellezza, la sua verità e la sua bontà”.

I lavori sono entrati nel vivo con la prolusione dal titolo “Che significa essere cristiani in una società secolarizzata?” tenuta da fr. Enzo Bianchi. Il fondatore e già priore di Bose si è soffermato sulla necessità per il cristiano di essere fedele al Vangelo nel mondo di oggi, superando la tentazione di “inseguire le voci del tempo” o di ricercare l’audience. Il credente, infatti, pur cosciente di essere una minoranza nella società, non può rinunciare ad ascoltare il grido dei “poveri” e costruire legami di comunità attorno alla cura delle persone più fragili e deboli, contro ogni cultura dello scarto. Il cristiano – ha ancora sottolineato Bianchi – non può evadere la storia: pienamente inserito in essa, deve prendere in carico il gemito del mondo, per riportarlo all’attenzione collettiva della responsabilità comune, che non è delegabile ad alcune oligarchie o poteri oscuri.

La Settimana liturgica si configura, pertanto, fin dai suoi primi passi, come opportunità preziosa di ascolto, riflessione e confronto su alcuni dei punti nevralgici dell’essere Chiesa, il cui stile, pur essendo altro da quello del mondo, nel contempo non può non essere eloquente per il mondo. E la liturgia, lungi dall’essere ridotta a mera ritualità, è la più alta manifestazione dell’incontro tra Dio ed il suo popolo, che esige una traduzione nel concreto tessuto esistenziale dell’uomo e della storia.

Si riprende domani, martedì 27 agosto, con la celebrazioni delle Lodi presieduta da mons. Salvatore Pappalardo, arcivescovo di Siracusa e delegato CESi per la liturgia.