Gentiloni al vertice europeo di Bruxelles

Il neo premier ha rappresentato l'Italia al Consiglio europeo il giorno dopo la fiducia al suo governo

di Redazione

 

Bruxelles, 15 dicembre 2016 – Esordio del  presidente del Consiglio Paolo Gentiloni  a Bruxelles per il suo primo vertice dei capi di Stato e di governo europei del 15 dicembre scorso. Calorosa accoglienza, anticipata anche dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk,  in una lettera di felicitazioni al nuovo premier il giorno prima. "E' la prima volta che ho l'onore di rappresentare l'Italia nel Consiglio Europeo ed  la principale questione che affronteremo tra tante sarà l'immigrazione. Una  questione sulla quale l’Italia è molto esigente. Perché non siamo ancora soddisfatti della discussione sul regolamento di Dublino che fissa le regole dell'accoglienza dei rifugiati. Abbiamo lanciato un programma per fronteggiare insieme i fenomeni migratori dall'Africa, l'abbiamo lanciato a gennaio ci aspettiamo risultati concreti", ha detto il neo premier Gentiloni. "Oggi sarà fatto un passo avanti, importante perché insieme a Francia e Germania con il Niger firmeremo un primo accordo che vale un centinaio di milioni e cerca di mettere piu' forza nella gestione dei flussi migratori dal Niger verso la Libia. Consideriamo che il Niger è l'anticamera dei flussi verso la Libia: nel contesto di un politica che deve fare molti passi avanti adesso, con Hollande e Merkel e insieme al presidente nigerino Mahamadou Issoufou ne facciamo uno piccolo ma significativo". Oltre a una linea comune sui temi all'ordine del giorno del vertice, i leader Pse discutono del prossimo rinnovo del presidente dell'europarlamento, in calendario per il mese prossimo a Strasburgo: i principali contendenti sono gli italiani Pittella e Antonio Tajani per il Ppe.Il Parlamento europeo, infatti, sarà dal 2017 con ogni probabilità a guida italiana, essendo i due principali candidati gli italiani Antonio Tajani per il Ppe e Gianni Pittella per il Pse.A Bruxelles  con molta attenzione si guarda agli sviluppi italiani. Temevano che la bocciatura del referendum avrebbe precipitato il Paese verso una rapida deriva populista. Ma un è stato tirato un bel respiro di sollievo. Dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker arriva subito un sostegno  al nuovo esecutivo: "Sentiamo che ci sono problemi molto gravosi nel Mediterraneo e non possiamo disconoscere la situazione in Italia. Ribadisco: non possiamo lasciar sola l'Italia nell'ambito della crisi migratoria", dice parlando alla plenaria del Parlamento europeo. E assicura: "I fondi che l'Italia mette a disposizione per mitigare la crisi migratoria non possono rientrare nel campo d'applicazione del patto di Stabilità. Quanto l'Italia fa per migranti, e l'Italia fa molto, non deve portare a conseguenze negative in termini di bilanci per il Paese". Già dal  martedì, giorno in cui il governo italiano ricevette la fiducia della Camera, nella lettera di congratulazioni a Gentiloni, Juncker cogliendo subito l'importanza del tema sisma per la tenuta del nuovo Governo, aveva assicurato: "La Commissione europea continuerà ad essere al fianco dell'Italia per sostenere il percorso di riforme e assicurare una rapida e completa ricostruzione delle aree colpite dal terremoto nei mesi scorsi".

Sembra che gli ostacoli di qualche mese fa sulle manovre aggiuntive alla legge di stabilità italiana non servano più, e sulla quali l'ex premier Matteo Renzi aveva mostrato posizioni intransigenti ''la legge non cambierà'' . E secondo quanto chiarito da una portavoce ai giornalisti che chiedevano alcune precisazioni sulla questione "E' corretto dire che quello che è richiesto all'Italia è tutto incluso nell'opinione" della Commissione Ue di novembre "e non abbiamo altre parole da aggiungere oggi". Per il momento le nubi all'orizzonte sembrano essersi diradate all'insegna dell'intesa  Roma Bruxelles  al vertice europeo.  

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