PIERFRANCO BRUNI e MARILENA CAVALLO
L’attacco della nona di Beethoven è la cifra con la quale Ida Magli, studiosa di musica e musicista essa stessa, si confronta con gli archetipi del mito tra le civiltà antropologizzate e le società moderne, ovvero quelle createsi dall’età rinascimentali sino a tutto il Novecento.
L’epoca delle decadenze e del vissuto tragico.
Il linguaggio è il suono che vive la musica in uno scenario in cui il senso del tempo non ha soltanto una griglia cronometrica e cronologica ma registra la misura dello spazio come dimensione di e nel tempo.
Esperta di musica la Magli affronta la dimendione dell’antropos come modello di ricerca certamente scientifica ed empirica, ma anche pregnante di una rigorosa visione empatica.
La musica è empatia. Soprattutto nel coronamento di una cultura che abbandona gli stilemi romantici e si inserisce in un quadro in cui l’uomo occidentale è portatore non solo di tradizione (il concetto di tradizione non è valutabile come elemento di tradizione o dimensione del e nel folclore) ma di identità. Quindi la tradizione per la Magli è il recupero di un pensiero drammatico che la cultura greca trasporta nella tragicità a incominciare con la musica. Non c’è solo Beethoven nella sua scala musicale. Si avvertono Mozart e Chopin con i notturni non romantici ma poetici e decadenti e Wagner in una interpretazione nicciana. È come se la musica entrasse nel legame tra antropologia e filosofa in una unione di emozioni della parola o della nota musicale tra gli alti e bassi dei toni. Ida Magli è in fondo la portatrice di quella ricercatrice del dubbio che trova nella musica la verità sostanziale del non detto ma del metaforizzato come principio portante tra l’uomo e i popoli. I popoli sono la civiltà della umanizzazione in un processo completamente identitario umanistamenche tra Ficino e Vico, o meglio tra Beethoven e Nietzsche non escludendo il pianoforte di Mozart. Definisce la strettara del linguaggio, appunto, nelle cromaticità delle note.

Antropologia e musica sono le definizione di una manifestazione assolutamente simbolica. Entra appunto nella parola con il linguaggio della musica che però non trova connotazioni con una purchessia metafisica.
Non essendoci metafisica dovrebbe esserci la ragione. Si supera anche questa proprio attraverso i tempi dei toni e del ritmo. Un approccio originale, unico e determinante. Affronta la parola come un tuono. Ecco la Nona di Beethoven. Ma dopo il tuono roboante giunge il temporale. Un’altra metafora per definire il delirio della contemporaneità.
L’uomo moderno crea il delirio perché ha smarrito quel radicamento che lo incollava alle pareti della identità. Venendo meno ciò si rischia di applicare ciò che Cecilia Gatto Trocchi definisce come “influsso crociano … nella tematica del De Martino”.
Ida Magli è distante sia da Croce che da De Martino. Anzi è l’opposizione a entrambi. O meglio la dinamica della storia è la faccia opposta dell’antropologia della Magli. Il suo anticrocianesimo la conduce a una estetica profonda dell’essenza della parola nel tempo pur in una indelebile “empietà”.
Questo perché ci sono componenti lirico – musicali nella lettura che fa la Magli sia della tradizione che delle civiltà. Quell’intermezzo tragico è la risposta allo storicismo. La musica è il titolo simbolico e archetipico che permea tutta l’opera di Ida Magli. Con un incipit fondante che è quello della musica. Il linguaggio antropologico è un ritmo musicale.
Perché il Vittoriale degli Italiani? È subito detto.
Ida Magli è sepolta al Vittoriale degli Italiani. Per sua decisione. Un contesto che ha come immaginario la Memoria che si è tradotta in Tradizione tra l’estetica e la visione della bellezza nell’onirico.
Sul Lago di Garda il paesaggio ha l’ampiezza del tempo immortale che si tramanda nella contemplazione. L’atmosfera dannunziana ha il riposo calmo della musicalità del rombo e dell’immaginario tra l’aereo appeso nello spazio, i sommergibili, la prua e la nave Puglia ancorate nell’indefinito di una rappresentazione onirica e paziente, il tavolo con la tartaruga incisa con le sue lune e Francesco d’Assisi che domina l’accoglienza della matura.
Ida Magli sembra ascoltare la lentezza del ruscello mentrr osserva le vele nell’orizzonte del Lago.
A due passi Salò.
L’alza bandiera al centro e il mausoleo del Vate che recitano l’indifendibile tempo dell’uomo in un crepuscolo di pensieri che riportano i tramonti notturni Chopin in un richiamo che rimanda al notturno dannunziano.
Ida riposa con i suoi pensieri e il suo coraggio in un indelebile viaggio che resta come cifra nel canto del nostro essere uomini in un radicamento in cui le civiltà non si dimenticano. Possono morire come è naturale che sia. Ma non si dimenticano perché ogni dimenticato è perso. Un insegnamento e una testimonianza che recitano ciò che siamo stati ciò che siamo ciò che abbiamo ereditato ciò che tramandiamo.
Infinitamente nel tempo.
Anteprima del libro ” Ida Magli. Cercatrice di verità” . Presentazione ufficiale al Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera (Brescia), il 20 settembre 2025 in una serata coordinata da Giordano Bruno Guerri e Barbara Palombelli
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “ Francesco Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Incarichi in capo al Ministero della Cultura
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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Marilena Cavallo è nata in Puglia. Docente di Lettere nei Licei. Studiosa di Pirandello, D’Annunzio e di problematiche relative alla letteratura italiana ed europea del Novecento.
Ha condotto uno studio sistematico sul mondo della fantasia in G.B Vico filosofo e poeta. Ha sviluppato relazioni scientifiche in convegni dedicati a Sandro Penna nel Centenario della nascita (per conto del Comitato Nazionale Sandro Penna del MiBAC) e ha scritto saggi per riviste sulla figura e sull’opera di Cesare Pavese oltre ad aver contribuito ad incontri per la promozione della canzone d’autore e a convegni per la valorizzazione dell’arte di Emanuele De Giorgio. Ha partecipato a trasmissioni della Rai (Dieci minuti di…) su argomenti culturali che vanno da “ Pirandello e il Mediterraneo “ a “ Gabriele D’Annunzio e Corrado Alvaro tra i luoghi della Magna Grecia “ sino a portare sullo schermo la figura e l’opera di “ Raffaele Carrieri, i paesaggi e il mare “. Proprio su Raffaele Carrieri ha approfondito il tema poetico del mare e delle sirene. E’ inserita nelle attività delle manifestazioni “ Ottobre Piovono libri “ del Ministero per i Beni e le Attività Culturali con aspetti riguardanti la poesia meridionale : da Scotellaro ai poeti della Puglia, da Cesare Giulio Viola alla cultura contadina. Proprio in riferimento a ciò si è soffermata con i suoi studi sul tema del mare e dell’amore in Cesare Pavese. E’ componente di giurie e Premi alla cultura. E’ stata componente della Commissione Nazionale del Premio alla Cultura del Mediterraneo.
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