
Pierfranco Bruni
Non si tratta di nostalgia.
Il tempo della nostalgia è un orizzonte di perle che ha ombre di immagini antiche. A volte però ha un suo percorso dentro di noi che è inarrestabile. Fa i conti con tutto ciò che abbiamo vissuto.
Tutto il passato attraversa la memoria. Ci sono mosaici che restano e altri che sfumano il vento degli occhi. Si ha nostalgia di ciò che è contato realmente nella vita. Ciò che è stato vento si è depositato altrove.
Mia madre mio padre mia sorella sono diventati parole di terra e immagini d’anima. Anche l’infanzia e la giovinezza ritornano con loro e loro restano le corde intrecciate al cuore. Certo, la bellezza dell’amore ha la sua seduzione. Con il tempo si recupera appunto la bellezza.
Le donne della mia vita sono dentro un amore che lega il corpo al pensiero. Anche alla mia età pensare a una donna come una dea è fondamentale.

È non lasciarsi trascinare oltre la nostalgia. È capire che l’età ha il suo senso ma resta un attraversamento necessario per non perdersi. È continuare a fare l’amore con la consapevolezza che si è sempre dentro il postumo.
Essere Post è darsi una consapevolezza che abita anche il coraggio della confessione. Ogni gesto è confessione. Non si tratta di nostalgia. Ma di approssimazione in malinconia di ironia. Ho lasciata il paese e vorrei che smettesse di battermi dentro.
Le sue strade la sua piazza le palme appartengono a un tempo che non c’è più. Essere in coscienza non solo di verità ma di realtà sarebbe importante. Sono affacciato ai giorni in cui osservo la donna che guarda il mare. Mi dovrebbe bastare. Tutto diventa flessibile nella inflessibilità dei silenzi che agitano il viaggiare del rimembrare.
Resto a leggere ancora il vento. Ho scritto tanto. Conservo poco. Dimentico i miei libri. Mi sta bene così. Mia nipote gioca a disegnare ciò che sarà. Il tempo depositato è una riconciliazione con il presente. Voglio andare oltre.
Il mio nuovo libro? Dovrò pensarlo. Racconterò in frammenti pezzi di un vissuto. Racconterò un amore diventato l’amore. Donna che non smetti di guardare il mare parlami di ciò che ho perso o dimenticato. L’aurora si è fatta alba. Presto arriverà il giorno nuovo.
Non mi interessa la nostalgia.

Vivo il mio presente sapendo che tra un’ora sarà già passato. Oltre la nostalgia cosa raccontare?
Raccontarsi tra pagine di vita è attraversare le voci e i luoghi abitando il tempo. Sempre bisogna attraversarlo. Tra le aurore e il tramontare. C’è una profezia in ogni destino e non è dato discuterla. Affacciato sul davanzale delle parole vivo nell’elegante seduzione delle abitudini. Il resto è pensare il pensiero e assentarsi da tutto ciò che può essere vano e relativo.
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Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:
• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;
• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;
• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.
Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.
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