Lettera immaginaria di Voltaire a Giacomo Casanova

Tra ragione e tempo implacabile nel mistero, Giacomo Casanova e Voltaire due illuminanti espressioni dell'epoca dei Lumi. Una finzione nell'insondabile metafisica del viaggio della vita

PIERFRANCO BRUNI

Giacomo Casanova e Voltaire sono stati due espressioni del tempo dell’Illuminismo. Due personaggi, pur diversi, che hanno caratterizzato costumi e pensiero dell’epoca dei Lumi. Qui si immagina che Voltaire abbia scritto a Casanova. Il tutto è finzione.

*

Caro Giacomo.

Avrei voluto parlarti personalmente. Ma è stato quasi sempre impossibile. Tu hai sempre ironizzato e ogni discorso è finito in burla anche se ti conosco bene e conosco bene la tua profondità.
Inizio questa lettera cercando di parlare del tempo.
Il tempo è un enigma. La ragione cerca di comprenderlo. Ma il tempo rimane un mistero. Tu ami la vita. Tu ami l’avventura. Tu ami la libertà. Ma il tempo ti insegue. Il tempo ti limita. La tua ironia non sconfigge il tempo. C’è sempre la ragione, la quale cerca di dominare il tempo. Ma il tempo è più forte. Il tempo è implacabile. Il tempo è crudele.
Tu hai vissuto una vita piena di passioni. Hai amato donne e uomini. Hai vissuto avventure e disavventure. Ma il tempo ha segnato la tua vita. Ti ha segnato. Ti ha scavato.
La ragione ti dice di godere del presente. Di vivere nel momento. Ma il passato ti pesa. Il futuro ti attira. Il tempo è un fiume che scorre. Tu cerchi di afferrarlo. Ma il tempo ti sfugge. Il tempo ti lascia con niente. Anzi ti afferra sempre
La filosofia cerca di comprendere il tempo. Ma il tempo è un enigma. La ragione cerca di dominarlo. Ma il tempo è più forte.
Tu hai scritto memorie. Hai raccontato la tua vita. Ma il tempo ha cancellato molti dettagli. Il tempo ha lasciato solo i ricordi.
La ragione ti dice di riflettere sul passato. Di imparare dalle esperienze. Ma il tempo ti spinge a guardare al futuro. Il tempo è un maestro crudele. Ti insegna a vivere. Ti insegna a morire. Ma la ragione cerca di comprendere. Ciò non vuoi accettarlo?
Tu hai vissuto una vita di libertà. Hai seguito i tuoi desideri. Ma il tempo ti ha limitato. Il tempo ti ha costretto a riflettere.
La ragione ti dice di accettare il tempo. Di vivere con il tempo. Ma il tempo è un enigma. La ragione cerca di comprenderlo. E tu che fai? Sdegni la ragione…
Caro Giacomo.
Il tempo è un mistero. La ragione cerca di comprenderlo, come ti ho detto in altre occasioni e qui ti ho già detto. Ma il tempo rimane un enigma?
Tu hai vissuto una vita piena di passioni. Hai amato la vita. Ma il tempo ti ha segnato. Il tempo ti ha lasciato con i ricordi. Lo ripeto. Questa lettera è una ripetizione continua per inculcarti … Cosa?
La ragione ti dice di vivere nel presente. Di godere del momento. Ma il tempo ti insegue. Il tempo ti limita. Il tempo è un fiume che scorre. Tu cerchi di afferrarlo. Ma il tempo ti sfugge. Il tempo ti lascia con niente. Continuo a ripetere… Lo so.
Caro Giacomo.
La ragione cerca di comprendere il tempo. Ma il tempo è un enigma. La ragione cerca di dominarlo. Ma il tempo è più forte.
Tu hai scritto memorie. Hai raccontato la tua vita. Ma il tempo ha cancellato molti dettagli. Il tempo ha lasciato solo i ricordi. La ragione ti dice di riflettere sul passato. Di imparare dalle esperienze. Ma il tempo ti spinge a guardare al futuro. Il tempo è un maestro crudele. Ti insegna a vivere. Ti insegna a morire. Ma la ragione cerca di comprendere.
Caro Giacomo. Il tempo è un mistero. La ragione cerca di comprenderlo. Ma il tempo rimane un enigma. E tu, caro Giacomo, sei un uomo che ha vissuto una vita piena di passioni. Hai amato la vita. E il tempo ti ha segnato. Il tempo ti ha lasciato con i ricordi.
E ora, caro Giacomo, ti lascio con queste parole. Il tempo è un enigma. La ragione cerca di comprenderlo. Ma il tempo rimane un mistero. E noi, uomini e donne, cerchiamo di vivere con il tempo. Cerchiamo di comprendere il tempo. Ma il tempo è più forte. Il tempo è implacabile. Il tempo è crudele. Lo comprendi? Devo ripetere?
Eppure, caro Giacomo, la ragione ci dice di non arrenderci. Di continuare a cercare. Di continuare a comprendere. Perché la ragione è la nostra unica speranza. La nostra unica possibilità di comprendere il tempo.
Caro Giacomo.
Spero che queste parole ti abbiano fatto riflettere. Spero che ti abbiano fatto pensare al tempo. Al mistero del tempo. E alla nostra piccolezza di fronte al tempo.
Addio, caro Giacomo.
Il tempo ci separa. Ma la ragione ci unisce. La ragione ci fa comprendere. La ragione ci fa vivere. Ma tu questo scavo dovresti approfondirlo. Perdonami se ti dico ciò. Non so se avremo la possibilità di incontrarci e ritrovarci…

Addio Giacomo mio

PS
Scusami se questa lettera è una continua ripetizione. Ho ripetuto spesso le stesse cose. L’ho fatto per rafforzare tutto. Giacomo caro, pensa al tempo senza negare la ragione.

….

Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse e
presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”.

Inoltre presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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