
Rovistando nel mio archivio di documentazione giornalistica -cartaceo e digitale- con l’intento di rimettere al loro posto alcune carte e testi giornalistici, m’è venuta fra le mani una lettera del carissimo Giuseppe Selvaggi -per gli amici Peppino- del 13 maggio 2000, scritta alle ore 13, come annota egli stesso su carta intestata della Camera dei Deputati -giornalisti parlamentari- rammentando alcuni incontri avuti nella sua villa di Cassano Monte. In più ricorda Peppino Troccoli e del Premio a lui intitolato: si scusa per non poter partecipare alla cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai vincitori del 2000, per una patologia agli occhi.
‘Caro e fraterno Zuccaro, -scrive Peppino con la sua stilografica- dopo due mesi è la prima volta che prendo penna e carta, con occhiali provvisori, per un intervento medico. Volevo partire. Ma ieri sera in clinica dandomi un occhiale provvisorio mi hanno proibito allontanarmi da Roma: per il pericolo di rigetto di un meccanismo dentro l’occhio. Ed essere pronto a un intervento. Ma tale pericolo – continua Selvaggi – sembra lontano. Ma sono qui: già con gli occhi lontano, ed avrò ancora occhi per volare. Sino a quando?
‘Mi auguro almeno sino all’anno prossimo, ed essere tra gli spettatori del Premio Troccoli. Stasera volevo, davvero, esserci per ringraziare della stima e dell’amore che si estende a me pensando alla tesi della professoressa Maria Lucia La Torre. A lei devo essere davvero grato, per la scelta, e la stesura. Ma sono qui: già con gli occhi stanchi di scrivere. Il pensiero di essere tra di voi mi esaltava di emozioni, per un concentrato di esistenza che stavo per vivere con voi a Lauropoli.
-Lauropoli, con il ricordo tramite mia madre, del suo nome e mio bisnonno “gropàlise” (termine impiegato in dialetto locale per indicare i cittadini Lauropoletani). Con i racconti di quel tempo.
-La presenza di Morace che conosco da, bambino, nell’amicizia anche e soprattutto culturale con suo padre.
-La rievocazione, di (…illeggibile) di cui sono stato il convinto padrino (nel senso alto di spiritualità e connivenze culturali) per la edizione del suo primo libro, e poi il suo fortunato ingresso ne “Il Tempo”. Tempi realmente belli.
-La rievocazione, annuale e perciò sentita, di Toscano. La Targa a suo nome è qui con me, tra le cose che sento con orgoglio. (Ed è un capitolo della storia della Sibaritide del Novecento che va revisionata).
Troccoli. Stare lì per ringraziarvi della stima e dell’amore. Questi ed altri momenti avrebbero reso ricca di tensioni e intima felicità in una serata con voi.
Ma, un “ma” del destino. Ma a Lauropoli nello spazio cultuale aperto nei giovani, dal tuto giornale e dal Premio. Vorrei un giorno tornare per un appuntamento giusto, non provocatorio: discutere sugli aspetti positivi, che ci sono, dell’emigrazione italiana, con centralità il nome di Frank Costello.
Un abbraccio agli amici, e scusami della grafia disordinata.
Tuo Giuseppe Selvaggi.
Con questa nota gli organizzatori del 39° Premio Nazionale Troccoli Magna Graecia 2025, hanno voluto rendere omaggio all’indimenticato amico Peppino Selvaggi, giornalista parlamentare, scrittore, poeta e critico d’arte.

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Giuseppe Selvaggi (Cassano all’Ionio, 29 agosto 1923 – Roma, 26 febbraio 2004) è stato un giornalista e poeta italiano.È stato giornalista parlamentare per “Il Tempo” ed “Il Messaggero” e direttore delle riviste culturali “Idea” e “Pianeta” (edizione italiana della francese “Planète”) e della rivista d’arte “Il Patio” della quale è anche fondatore.Tra le sue sillogi di poesie vi sono “Fior di notte”, “Canti ionici”, “L’italiano nuovo” e “Corpus” (1984). Nella critica d’arte ricordiamo il suo “Cento Pittori e una modella” e nel campo dei reportages giornalistici “Sette corrispondenze calabresi”, una delle quali è un’intervista al famoso boss Frank Costello (Francesco Castiglia).