Dedicata al Professor Mario Pazzaglia autore dell’Antologia della Letteratura italiana, la giornata di studio, in programma il 27 ottobre 2023 ad Ascoli Piceno, vedrà tra i partecipanti il saggista e antropologo Pierfranco Bruni. Di raffinato stilismo letterario, tra i protagonisti della scena culturale contemporanea, Bruni attraversa il mondo del pensiero, con una visione ontologico- esistenziale dalle evanescenti note poetiche, delicatamente insinuanti che intrappolano il cuore, poi… l’anima…
La poesia è ripetizione nella metafisica dei luoghi dell’anima
Pierfranco Bruni
Un giorno il tempo si svegliò è inventò la memoria. La memoria riposò a lungo sulle coste del passato. Un bel mattino il vento smosse i suoi capelli e trovò una piccola conchiglia. Si avvertiva un’eco. Un altro soffio di vento sulle onde del mare e apparve un gabbiano. Lo stesso gabbiano che aveva visto in un’altra epoca. Disse: “Ma io ho già visto quel volo di gabbiano…”. Così cominciò il ricordo. Da un’immagine. Poi passerano altre epoche. Il vento spinse nuovamente il gabbiano dove era già stato. Il ricordo così prese voce. La voce veniva da un’eco. La ripetizione. Il ripetersi ha ancora immagini del già vissuto.
E da qui le immagini divennero ripetizioni. Cosa è la poesia? Non saprei.
Quello che ho già vissuto? Forse. Si intrappola nel cuore e poi nell’anima.
La poesia tra letteratura e psicanalisi si leggerebbe in che modo? Entra in un gioco qualcosa che è stata definita metafisica.
Quando la poesia è metafisica il tempo della storia non si racconta. Si abita. Si abita nell’esistenza oltre la cronaca e lungo un infinito e un orizzonte si tracciano le vie che dal cuore partono e al cuore ritornano. La poesia non è soltanto un linguaggio della scrittura. È la scrittura che diventa espressione del proprio essere. Comprendere. Esserci. Viversi. Cercarsi. Non dimenticarsi. Logos e memoria. L’isola che portiamo in noi è un linguaggio della lingua certamente.
Ma è soprattutto quella metafisica che ci permette, o dovrebbe permetterci, di restare nel mosaico del nostro essere Fede [nella laicità dei sentieri] e Ragione. Un attraversamento di idee? No. Soltanto di sogni. Il sogno è ancora un orizzonte di immagini che formulano un immaginario. Il gioco è fatto? Non credo. Si scrive con la mente. Con il pensiero. Con ciò che si muove in un labirinto e che ha bisogno di girovagare tra il filo e il focolare. Tra il viaggiare e Itaca. Siamo Greci? Non solo. Abitare il tempo dell’infinito è un incipit che potrebbe restare prigioniero nella memoria.
Bisogna che dalla memoria venga fuori non un pensiero ma una Grazia. Chiamiamola pure magia, alchimia, sogno. La poesia non può nascere dalla Ragione ma dalla Fede. Sempre laica. Incontrando il sogno nasce qualcos’altro oltre la metafisica. Il mito. Il mito per resistere necessita dei simboli e questi degli archetipi. È tutto risolto? Assolutamente no. È il ricordare che supera la parola razionale per dare un significante al vocabolario dell’anima. Nulla si accetta. Non accettare il reale è entrare in una sferica circolarità. La ripetizione. La poesia è dentro la ripetizione. Il ricordo nasce appunto dalla ripetizione. La poesia è ripetizione nella metafisica dei luoghi dell’anima.
……..
Pierfranco Bruni, nato in Terra Calabra cui è profondamente legato, vive tra Roma e la Puglia da molto tempo. Archeologo, antropologo, letterato e linguista, fecondo saggista e poeta è presidente del Centro Studi Francesco Grisi e vicepresidente del Sindacato Libero Scrittori Italiani. Dal carismatico e sopraffine stile letterario, Bruni è alla seconda candidatura al Nobel per la Letteratura. Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, nel corso della sua carriera è stato docente in Sapienza Università di Roma ed ha appronfondito lo studio rivolto alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche.
@riproduzione riservata