La Macedonia nel cuore. Gli Orienti dei Balcani con Pierfranco Bruni a “Giornate di Naime” Festival Poesia 2023

Il mare il deserto I lunghi silenzi O soltanto I nostri silenzi... tre o quattro versi plasmati in un canto lapidario dialogante con il lirismo haiku macedone contemporaneo ispirato ai componimenti giapponesi del XVII Secolo... in armonia con la tradizione espressiva ellittica della letteratura popolare macedone, Pierfranco Bruni torna a Tetovo e in Kosovo

…ma se tu sei il mio mare

Io mi perderò

Tra i vuoti del deserto

…senza alcuna alba da recitare

Resterò

Nei giorni che mi camminano l’anima

Una osservazione partecipante della letteratura orientata verso una precisa direzione metodologica all’interno di una visione etica olistica che lascia spazio all’immaginazione più raffinata del sentimento. Un messaggio alchemico di appassionante bellezza e spiritualità sul filo del tempo metafora dello scorrere della vita tra simboli miti memoria nostalgia e gocce di sensuale misterioso profumo d’Oriente.  

Raccontare è anche cercare di vivere un destino”

Pierfranco Bruni saggista poeta e antropologo delinea un percorso letterario di intensa geografia esistenziale in cui ogni “parola è un gesto di vita” che diviene magia e musica ad un ritmo arabo al soffio dei venti Mediterranei.

I suoi versi talvolta in una sfida ermeneutica di sperimentazione linguistica dialogano con la poesia haiku macedone contemporanea che trae ispirazione dai componimenti poetici giapponesi [1]risalenti al XVII secolo, particolarmente legati ai parametri del genere liricocanonizzato, della letteratura giapponese antica.

Sovente ritroviamo Pierfranco Bruni immerso nella tradizione espressiva ellittica della letteratura popolare macedone.

Il mare il deserto

I lunghi silenzi

O soltanto

I nostri silenzi

Questo, un componimento assimilabile al minimalismo letterario della ricca produzione haiku, cui Bruni plasma un canto lapidario tipico delle numerose creazioni liriche macedoni di soli tre o quattro versi, dall’impatto psicologico suggestivamente intrigante. 

Il modello dell’“enigma e soluzione” secondo gli studiosi attribuibile allo Zen Koan per quel che riguarda la poesia haiku giapponese tradizionale, è pure presente nella forma poetica contemporanea sperimentale macedone alla ricerca dell’effetto a sorpresa e fortemente riscontrabile nel lirismo poetico di Pierfranco Bruni dove arguti intrecci di parole sviluppano interrogativi sollecitando immaginifiche emozioni. 

Il naturale interesse verso le tradizioni culturali d’Oriente, perfezionato dagli studi comparativi delle letterature italiane e straniere oltre a quelli rivolti alla tutela e alla conoscenza delle comunità di minoranze etnico-linguistiche, trova in Pierfranco Bruni ampio punto di contatto nello haiku macedone aperto alla conoscenza di altre tradizioni poetiche europee e orientali.  

Dunque un dialogo letterario aperto alle peculiari sfaccettature della cultura macedone, al suo modo di fare poesia esprimendo in brevi versi toccanti profondità d’animo.

…ancora questo mare

Ma tu sei il mio deserto…

…sono ancorato al porto

…con le onde che incidono le rocce

La Macedonia nel cuore.  

È rimasta lì così, nell’animo del poeta, proteso da sempre agli Orienti dei Balcani e delle onde arabe. 

“Quei giorni abitati in Macedonia, tra Skopje e Tetovo, hanno lasciato un segno indelebile.

Era il 2004. Poi il 2006.

Anni lunghi. Gli incontri tra la cultura islamica e quella albanese kosovara sono tasselli di una civiltà che hanno fatto comprendere di più il mondo cristiano…Non ha ritorno il tempo passato. Ma il passato si fa ricordo.

Il mio paese era una stilla di distanza. C’erano ancora mio padre, mia madre, mia sorella.

C’erano quelle eredità che mi reggono sempre. 

Che pensiero profondo in quella “etnia”. Le moschee lungo le strade. I cimiteri con le mezze lune nella città. Il ramadan. Il fascino terribile che attrae. 

Erano fredde le sere di ottobre a Tetovo. Ma c’era tanta allegria, tanta accoglienza, tanta gentilezza, tanto amore. Le donne balcane danzavano con il ballo tondo tra ritmi sciamani e suoni sufi.

Macedonia, Pierfranco Bruni 2006

Ritorno dopo anni in quella terra. A parlare di letteratura. Della mia letteratura. Di ciò che ho fatto nel corso di queste stagioni…”

Sensibilmente emozionato dichiara così Pierfranco Bruni, ospite di eccellenza quest’anno proprio al Festival internazionale di Poesia “Giornate di Naime” 2023 nella città di Tetovo e in Kosovo.

 “Dal 19 al 21 ottobre, con tanta armonia ritorno in Macedonia e in pace con la pazienza delle mancanze e sempre con immenso affetto…” annuncia Bruni, calabrese di origine Arbereshe, definito dalla commissione scientifica della kermesse letteraria diretta da Shaip Ermellahu, una personalità multidimensionale. 

Già Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali e membro della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’Estero, presidente del Centro Studi Ricerche Culturali Francesco Grisi, autore di numerosi saggi letterari e filosofici, tradotti in molti paesi stranieri, legati ai processi antropologici, Pierfranco Bruni torna a Tetovo (in macedone Тетово, in albanese Tetovë) ai piedi della catena montuosa di Sar Planina in Macedonia del nord.

Una delle città più multietniche e multiculturali dei Balcani, a larga maggioranza etnica albanese, come tutto il nord-ovest della Macedonia Tetovo con una forte presenza islamica sunnita, vanta antichi edifici di architettura ottomana, il monastero di Sveta Bogorodica splendida struttura ortodossa del XIV secolo. Numerosi teatri, gallerie d’arte e musei, quali il Tetovo City Museum, il Museo Archeologico che ospita una prestigiosa selezione di antichissimi reperti appartenenti alla storia macedone e di epoca romana.

….Fermati lungo il filo che chiude il deserto

Forse ci confonderemo

E nei nostri occhi

I tramonti sconfitti

Danzeranno l’oblio della sera

(Pierfranco Bruni)

…….

[1] Martinovski, Vladimir.Studi Slavistici. Florence Vol. 6,  (2009):367-374

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