Arturo Dalla Vedova, le sue delicate incisioni di filo su tela al Micro di Roma

Dal 2 al 12 aprile, prima personale di Dalla Vedova al Micro di Roma. Cinquanta le opere esposte in cui il tempo lento del cucire su tela, con fili di lana o semplice spago, diventa "elemento centrale e terapeutico" del processo creativo del giovane artista

Inaugura domani 2 aprile alle ore 18, presso il Micro Arti Visive di Roma, la prima personale di un giovanissimo artista, Arturo Dalla Vedova, intitolata “Body Row”. Opere in forma di bozza che tratteggiano un universo di delicate cromie e pose, flash effimeri che emergono dalla tela grazie alle incisioni del filo.  

Classe 2001, Dalla Vedova è un artista giovanissimo che si affaccia per la prima volta sulla scena dell’arte. La mostra è curata da  Paola Valori per le iniziative di Micro. “Abbiamo voluto fortemente questa mostra e intendiamo continuare a promuovere la sua ricerca. È un linguaggio fresco e inedito ma che paradossalmente si innesta nel solco di una tradizione ben consolidata. Dalla Vedova avrà un posto significativo nel panorama artistico italiano. È molto giovane e può ancora crescere artisticamente”, sostiene la talent scout e curatrice Valori.

Il suo linguaggio meticoloso procede “per filo e per segno”, e gioca con strumenti insoliti come il filo sottile, lo spago, la lana colorata, materiali tessili che permettono la delicatezza del gesto e del segno: strumenti  comunemente associati alla Fiber Art, alla TextileArt o la Knitting Art.

Per orientare lo sguardo in cerca di corrispondenze nel mondo contemporaneo e romano infatti, occorre recuperare i lavori di artiste come Elena Nonnis o Chiara Valentini, ma fuori Roma anche Ketty Tagliati, e anzitutto, l’opera capitale della ben nota artista sarda, Maria Lai che nelle sue opere ha spesso utilizzato assemblaggi di fili, scampoli di tessuto o telai.

Se in ambito femminile il cucito aveva un chiaro riferimento al mito di Penelope e di Arianna, e al recupero di una tradizione manuale, la tecnica di Dalla Vedova è meno frammentata, definiti i suoi soggetti che sono quasi sempre femminili,  il suo lavoro si distingue come un profilo che emerge dal fondo della tela grazie al cucito, al filo che attraversa la superficie.

E ancora la curatrice Valori: “È una genealogia di figure principalmente femminili quella che Dalla Vedova mette in campo, ma anche di scenari diversi, che propone come mappatura di uno sguardo acuto sul mondo, naturale e umano.
Partendo da pochi elementi, e qui sta la sua forza – da fili di lana o semplice spago – compone un mondo di trame colorate solo con il lavoro e l’abilità delle sue mani, è questa “la luce”, il lampo che illumina il giovane artista, che non ricuce strappi o dolori, ma inaugura un mondo di belle speranze in cui la pienezza delle figure, l’abbozzo delle forme o le scene naturali e animali sono serene, quasi felici, del tutto comprese. Inedito è il suo procedere tecnico, tra pensiero e manualità, dove “il tempo” del cucire diventa elemento centrale (e terapeutico) del suo processo creativo.

Così scriveva Charles Dickens: “Il tempo. Il più grande e il più antico di tutti i tessitori. Ma la sua fabbrica è un luogo segreto, il suo lavoro silenzioso, le sue mani mute”. Osservando le opere di Arturo viene subito in mente questo suo tempo – un “tempo dell’anima” – perché niente come nel cucito e nella tessitura la gestualità accompagna lo scorrere di un ritmo regolare e costante. Lo sguardo sul mondo di Arturo Dalla Vedova è quello che tutti vorremmo avere: uno sguardo che sappia davvero spingersi oltre i recinti di una vita frenetica e iperconnessa, per sopravanzare e stracciare per sempre il difetto della vista sulle cose e sulle persone, all’insegna della pazienza, in questo secolo così nuovo e così complesso”.

Per la prima personale saranno esposte 50 opere, con interessanti background di pitture su tela monocrome o a due colori,  dove la differenza di colore e sfumatura disegna il piano di lavoro, lo scompone con un metodo dai tratti cubisti e spesso addirittura vicino ai ritratti di Dora Maar predisposti da Picasso.

A volte il filo rosso cuce le labbra, altre volte, in modo ininterrotto la trama disegna i contorni per assumere un’unica forma, o anche un breve cenno di figura. Opere in “forma di bozza” che tratteggiano un universo fatto di delicate cromie e pose, flash effimeri che emergono dalla tela grazie alle incisioni del filo.  

La mostra sarà inaugurata sabato 2 aprile alla presenza dell’artista, con una degustazione di Wine Go, e resterà visitabile fino al 12 aprile negli orari di galleria.

INFO:

MICRO Arti Visive

Roma, viale Mazzini 1

Inaugurazione 2 aprile ore 18:00 fino al 12 aprile

Orari mostra dalle 15:30 alle 19:30 

Info: +393470900625

www.microartivisive.it

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