Da Napoli a Rio de Janeiro. L’Imperatrice Teresa Cristina di Borbone delle Due Sicilie e la fotografia. Mostra all’Ambasciata del Brasile a Roma

Ospitata a Roma, nella Galleria Candido Portinari del Palazzo Pamphilj, sede dell’Ambasciata del Brasile, l’esposizione nasce per omaggiare il Bicentenario della nascita della principessa delle Due Sicilie che fu imperatrice del Brasile dal 1843 fino al 1889, anno in cui decadde la monarchia nel paese sudamericano



“Da Napoli a Rio de Janeiro. L’Imperatrice Teresa Cristina di Borbone delle Due Sicilie e la fotografia” è il titolo della mostra che per la prima volta in Italia, dal 15 marzo al 22 aprile 2022, espone fotografie su D. Teresa Cristina di Borbone (1822-1889).

Ospitata a Roma, nella Galleria Candido Portinari del Palazzo Pamphilj, sede dell’Ambasciata del Brasile, l’esposizione nasce per omaggiare il Bicentenario della nascita della principessa delle Due Sicilie che fu imperatrice del Brasile dal 1843 fino al 1889, quando decadde la monarchia nel paese sudamericano. Curata da Evelyne Azevedo e Fernanda Marinho, è gratuita e visitabile dal lunedì al venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 17.00. Offre riproduzioni ingrandite di opere di importanti fotografi del secolo XIX, quali il brasiliano Joaquim Insley Pacheco (1830-1912), il francese Félix Nadar (1820-1910), o l’italo-tedesco Giorgio Sommer (1834-1914).

Le foto provengono da vari paesi e istituzioni come la Fundação Biblioteca Nacional di Rio de Janeiro, l’Istituto Moreira Salles di Sao Paulo, la Bibliotèque Nacional de France, il The J. Paul Getty Museum di Los Angeles. Raffigurano l’Imperatrice, dal contesto familiare a quello personale, grazie agli obiettivi di questi fotografi che viaggiavano registrando paesaggi, costumi e altre culture. Aprono la mostra due belle foto della baia di Guanabara di Rio de Janeiro e una vista panoramica di Napoli con il Vesuvio.


Teresa Cristina di Borbone nacque nella penisola italica il 14 marzo 1822, nella città di Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie, nello stesso anno in cui il Brasile festeggiava l’indipendenza dal Portogallo. Era figlia del re Francesco I di Borbone e di Maria Isabella, Infanta di Spagna.

All’età di 21 anni andò sposa a Pedro II, imperatore del Brasile e continuò la sua vita al di là dell’oceano Atlantico, distinguendosi non solo per lignaggio, quanto per dignità e azione. Furono 46 gli anni di matrimonio con l’amato imperatore, filosofo e studioso ammirato internazionalmente per la sua politica. Grazie a Teresa Cristina si consolidarono le relazioni diplomatiche tra i Borbone e la casa dei Bragança, e nacque un intenso flusso di scambi culturali tra Brasile e Italia.

Fu sua, ad esempio, l’idea di far arrivare a Milano Antônio Carlos Gomes, contemporaneo di Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini, e unico non-europeo ad avere all’epoca un successo strabiliante in Italia come compositore di opere. Rio de Janeiro, capitale dell’Impero, venne soprannominata “Pianópolis” dallo scrittore Machado de Assis, come osserva anche il poeta e critico brasiliano Marco Américo Lucchesi (già presidente della Academia Brasileira de Letras), nel saggio “Mitologia das plateias. A ópera na Corte: 1840-1889”, grazie al gran numero di pianoforti acquistati e alle opere italiane presenti nei teatri cittadini. D. Teresa Cristina influenzò anche i flussi migratori e si occupò della salute degli emigranti, oltre ad essere contraria alla schiavitù che ancora esisteva in Brasile. Grazie alla sua passione per l’archeologia, la fotografia, la musica e la cultura, il Brasile ha arricchito il suo patrimonio pubblico materiale con la Collezione Mediterranea del Museo Nazionale (che si è ridotta con l’incendio del 2018) e con più di 100.000 oggetti appartenuti all’Imperatrice e conservati nella Biblioteca Nazionale di Rio de Janeiro. Altre iniziative seguiranno alla data del 14 marzo 2022 che, come ha detto S.E. l’Ambasciatore Helio Ramos, “segna il bicentenario della sua nascita, momento propizio per introdurre o rivisitare ciò che conosciamo di questa straordinaria figura storica, imprescindibile per lo sviluppo delle arti e della cultura nel Brasile indipendente e, soprattutto, embrionale per i legami che, da allora, si sarebbero stabiliti tra i nostri Paesi”.

Manifesto della mostra fotografica
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