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Bicentenario della Nascita di D. Teresa Cristina di Borbone, Principessa delle Due Sicilie e Imperatrice del Brasile

Il 14 marzo 1822 le campane di Napoli suonarono a festa per annunciare la ”real nascita” di Teresa Cristina, figlia di Francesco I di Borbone, sovrano del Regno delle Due Sicilie. La principessa trascorse l’infanzia nell’amata città, ma il destino le riservò molte sorprese conducendola in terre molto lontane. Infatti, dopo aver sposato Pedro II, imperatore del Brasile, dedicò la sua vita al paese che l’accolse al di là dell’oceano Atlantico. Perciò nel 2022 si vuole celebrare il bicentenario della nascita di colei che si sarebbe rivelata un importante anello di congiunzione tra l’Italia e il Brasile. Nella città partenopea, che all’epoca era una delle più avanzate d’Europa, la giovane Teresa ricevette una educazione molto rigida, come si confaceva alle figlie dei regnanti: parlava fluentemente la lingua francese e amava la storia e l’archeologia. Le nozze con Pedro II avvennero per procura. Tra i due c’era un rapporto di parentela: la madre di Teresa Cristina, Maria Isabella di Borbone, era zia di Pedro I, padre del futuro sposo, ed il padre, Francesco I di Borbone, zio della madre di Pedro II, Maria Leopoldina d’Asburgo Lorena. Per il matrimonio fu quindi necessario chiedere una dispensa a Papa Gregorio XVI. Il contratto di matrimonio venne firmato a Vienna il 20 maggio 1842. Il 22 maggio 1843 approdò nel porto di Napoli una flotta brasiliana al comando dell’ammiraglio Teodoro de Beaurepaire, composta dalla fregata Constituição e dalle corvette Euterpe e Dois de Julho.

Il matrimonio si celebrò il 30 maggio 1843 a Napoli, nella Cappella Palatina. Il 2 luglio 1843 Teresa Cristina iniziò il viaggio che l’avrebbe condotta in Brasile. I giornali dell’epoca, incluso il Giornale del Regno delle Due Sicilie, diedero rilievo all’evento e vennero pubblicate varie poesie in omaggio a Teresa Cristina. Una di queste è “Ode” del poeta Ulisse Raffaele. Per passione e per dono di dote, l’Imperatrice Teresa Cristina trasportò con sé, tra le altre, più di mille libri, una raccolta di carte geografiche e mappe topografiche inerenti il mondo intero. L’arrivo a Rio de Janeiro avvenne all’alba del 3 settembre.

La coppia ebbe quattro figli: Afonso, Leopoldina, Pedro e Isabel. Quest’ultima  viene ricordata nella storia brasiliana perché nel 1888 firmò la Lei Aurea che abolì ufficialmente la schiavitù degli africani, durata più di tre secoli.

Pedro II era filosofo, amante della letteratura, delle arti, delle scienze e fu sempre al centro dell’attenzione di storici e studiosi. Teresa Cristina nella storiografia ufficiale italiana venne dimenticata e in quella brasiliana appare spesso relegata al solo ruolo di  “Madre dei brasiliani” o “Imperatrice invisibile”, che rientrava nell’immagine stereotipata di una donna di limitata cultura, silenziosa, che compensava la mancanza di bellezza fisica con la bontà e le virtù del cuore. Eppure la sua vita riserva molte sorprese e vogliamo qui ricordare la memoria del prof. Angelo Aniello Avella, autore dell’unica biografia su lei. D. Teresa Cristina era stata educata alla  cultura classica, alle belle arti e all’archeologia. In Italia condusse e finanziò gli scavi nel sito etrusco di Veio, nei pressi di Roma, e per questo, più tardi, in Brasile fu soprannominata “l’Imperatrice archeologa”. 

A partire dal 1846 propose al fratello, re Ferdinando II delle Due Sicilie, un intercambio di elevato valore culturale. Differenti manufatti e utensili dei popoli indigeni brasiliani andarono a incrementare la già ricche collezioni del Real Museo Borbonico. L’ artigianato indigeno mostrò all’Europa alcuni aspetti di una civiltà lontana che poteva stimolare la creatività del vecchio continente. In Brasile gli oggetti provenienti dall’Italia piantarono le sementi della tradizione classica. Teresa Cristina portò una serie di reperti archeologici tra i quali tredici preziose anfore di bronzo che divennero, dopo la sua morte, nucleo della collezione a lei intitolata nel Museo Nazionale Quinta da Boa Vista a Rio de Janeiro. Con i suoi 700 pezzi, la “Collezione Archeologica D. Teresa Cristina”costituiva, insieme agli oggetti esposti al Museu Imperial di Petrópolis, uno dei maggiori giacimenti culturali italiani fuori dai confini nazionali, prima che fosse in parte distrutta il 2 settembre 2018 a causa di un grande incendio scoppiato al Museo Nazionale. Si pensa ora di recuperarla anche grazie alla cooperazione dell’Italia, nel quadro del partenariato esistente con il Ministero della Cultura. Già nel 2019 vi fu la disponibilità a collaborare, da parte degli esperti del Mibac, al restauro di Koré, una pregevole scultura rinvenuta nel 1853 in una tomba durante i primi scavi condotti da Teresa Cristina e andata in frantumi durante l’incendio.

C’è da ricordare che in Brasile i meriti artistici della imperatrice, precorritrice anche nell’arte del mosaico,  furono al centro di una prima mostra organizzata nel 1996 dall’archeologa Maria Beltrão al Museo Nazionale UFRJ (Universidade Federal do Rio de Janeiro). Le sue doti di archeologa furono rivelate al grande pubblico nel 2005 con la mostra “Afrescos de Pompéia: beleza revelada” tenutasi nel Museo Nazionale di Belle Arti di Rio de Janeiro. Proprio in questa città, sotto l’alto patrocinio della imperatrice, fiorirono artigianato, musica e teatro. Lei e Pedro II spesso andavano a teatro per assistere a spettacoli d’opera tenuti da compagnie italiane in tournée nell’America del Sud. Vennero chiamati dall’Europa artisti, intellettuali e scienziati.

Amante della musica ed educata al bel canto, Teresa Cristina suscitava ammirazione. Ne abbiamo un esempio nel libro “No Brasil de 1840”in cui  lo storico brasiliano Afonso d’Escragnolle Taunay racconta che nel 1844 il diplomatico francese Jules Itier, trovandosi nei pressi del Palazzo Imperiale, rimase colpito da uma bellissima voce femminile che cantava un’aria di Rossini tratta dal “Barbiere di Siviglia”, e il suo stupore aumentò quando vide apparire al balcone l’imperatrice stessa. Ma l’ operato di Teresa Cristina non si limitò al campo artistico perché influenzò in modo significativo anche la composizione dei flussi migratori. Grazie a lei si creò un humus che avrebbe visto in alcuni decenni a venire (1891-1900) la formazione della più grande colonia di emigranti italiani all’estero. In vari scritti dell’epoca la Baia di Guanabara di Rio viene paragonata al Golfo partenopeo e divenne meta prediletta di molti sudditi del Regno delle Due Sicilie. L’imperatrice conquistò la fiducia del marito e passò a collaborare anche per migliorare la situazione della salute pubblica per gli emigranti e dell’insegnamento, facilitando l’arrivo da oltreoceano di medici, ingegneri, professori, farmacisti  che volessero lavorare per la corte brasiliana. Il matrimonio tra Pedro II e Teresa Cristina si rivelò nel tempo un successo e durò ben quarantasei anni.

A partire dal 1845, furono tanti i viaggi che la coppia imperiale intraprese, prima nel vasto territorio brasiliano, poi in paesi come Egitto, Palestina, Stati Uniti d’America, Inghilterra, Scozia, Irlanda e, infine, l’Italia: Milano, Firenze, Roma, Napoli. Per Teresa Cristina il ritorno a Napoli fu tristissimo perchè la sua città di nascita era stata ridotta da capitale di un grande regno a provincia, nel 1871. “Non so descrivere l’impressione che ho provato nel rivedere, dopo ventotto anni, la mia patria e non trovare più le persone che amavo”, annotò nei suoi diari scritti tra il 1854 ed il 1887. Quando tornarono in Brasile le sue condizioni di salute non erano buone. Alla morte precoce dei due figlioletti maschi, si aggiunse quella della figlia Leopoldina. La sua salute peggiorò e perciò la coppia imperiale dovette recarsi da diversi medici in Europa nel 1876 e nel 1888. Poi la fine dell’Impero: il 15 novembre 1889  Pedro II fu deposto, borghesia, militari e  fazendeiros proclamarono la Repubblica. Alla famiglia imperiale i congiurati dettero 24 ore di tempo per lasciare il Paese. Si imbarcarono per il Portogallo all’alba del 17 novembre, così come riportato nel Jornal do Comercio. La figlia Isabel e il marito proseguirono per la Francia. La coppia imperiale invece trovò alloggio al “Grand Hotel” di Porto, in realtà un albergo modesto, dove Teresa avvertì un malore. Fu chiamato un medico, che nulla poté fare per soccorrerla. Teresa Cristina delle Due Sicilie morì per un attacco cardiaco nella sua stanza d’albergo il 28 dicembre 1889 mentre Pedro II era in visita all’Accademia di Belle Arti. Accanto a lei c’era la baronessa di Japurá, Maria Isabel de Andrade Lisboa, alla quale avrebbe detto: “Non muoio di malattia, ma di dolore e di tristezza”. Aveva 67 anni. Il 29 dicembre 1889 il quotidiano francese “Le Figaro” scrisse: “L’Europa ricorderà con rispetto questa Imperatrice morta senza trono, e della sua morte si dirà che è stato l’unico dispiacere dato al marito in 46 anni di matrimonio”. Teresa Cristina fu sepolta nella chiesa del Monastero di São Vicente de Fora, a Lisbona, che accoglie le tombe della Casa di Bragança. Pedro II morì 2 anni dopo. Nel 1921 i resti di Teresa Cristina e di Pedro II furono riportati in Brasile dal Conte d’Eu ed ospitati nella Cattedrale di Rio de Janeiro. Di qui furono trasferiti nel 1925 nella cattedrale di Petrópolis dove sono stati definitivamente sepolti nel 1939. In Brasile è ricordata nel nome di sei città in altrettanti Stati della Confederazione; nella Biblioteca Nacional di Rio de Janeiro esiste a suo nome una importante collezione iconografica, donata alla sua morte da Pedro II, riconosciuta dall’Unesco come patrimonio mondiale, con una preziosa collezione di partiture integrate da quelle appartenenti alla imperatrice Leopoldina.

Grazie alla sua discrezione e gentilezza Teresa Cristina di Borbone ha avuto un ruolo di grande importanza nella storia del Brasile e dell’Italia, due terre che ha portato nel cuore con amore e dedizione fino alla fine dei suoi giorni. Tutto ciò è stato ben mostrato per la prima volta sui teleschermi brasiliani, grazie all’attrice di talento Letícia Sabetella che ha interpretato il ruolo della imperatrice in una novela di TV Globo dal titolo “Nos Tempos do Imperador”, scritta con fine maestría da Thereza Falcão e Alessandro Marson, e andata in onda tra il 2021 e il 2022.  

Sono molti gli eventi in programma per omaggiare il bicentenario della nascita della imperatrice Teresa Cristina di Borbone. Vogliamo qui ricordarne due: la mostra a Roma, organizzata dall’ Ambasciata del Brasile [1], dal titolo “Da Napoli a Rio de Janeiro: l’imperatrice Teresa Cristina di Borbone delle Due Sicilie e la fotografia”, a cura di Evelyne Azevedo e Fernanda Marinho; e a Rio de Janeiro l’inaugurazione di una statua in suo onore nella piazza Italia, voluta dal Consolato italiano e realizzata dallo scultore Gianguido Bonfanti. Sono alcuni dei giusti riconoscimenti alla memoria di colei che, con garbo e fermezza, si rivelò una delle donne più importanti del secolo XIX.

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Foto 1  D. Teresa Cristina imperatrice del Brasile. 1851. Fonte: Wikipedia  

Foto 2. Collezione IGHB-Bahia Istituto  Geografico Storico  – D.  Pedro II e D. Teresa Cristina di Borbone.©IGHB/Bahia-Brasil

Foto 3. Manifesto Mostra su D. Teresa Cristina per il Bicentenario. Ambasciata del Brasile. Roma. Foto di Antonella Rita Roscilli