Monica Vitti, muore l’icona del Cinema italiano. Dall’esistenzialismo alla comicità brillante

Dalla interpretazione italiana della Nouvelle Vague, all'esistenzialismo di Michelangelo Antonioni a brillante simbolo della commedia all'italiana. Monica Vitti aveva 90 anni, l'annuncio di Walter Veltroni . Dopo un periodo durante l'infanzia trascorso a Messina, con la famiglia tornò a Roma dove era nata. Il ricordo dell'amico Carlo Verdone'

E’ morta Monica Vitti. L’attrice aveva 90 anni. Ad annunciarne la scomparsa è stato Walter Veltroni su Twitter. “Roberto Russo -scrive Veltroni – il suo compagno di questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con grande dolore, affetto, rimpianto”. L’icona del cinema italiano, assente da diversi anni dalla scena pubblica perché ammalata, aveva compiuto 90 anni.

“Monica Vitti ci lascia e con lei se ne va un’attrice di immenso spessore, gran carattere e forte personalità”. Così Carlo Verdone in un post su Facebook . “In un cinema tutto o quasi al maschile lei ed Anna Magnani hanno rappresentato il talento femminile ai massimi livelli. Perfetta e credibile sia nel drammatico che nella commedia lascia un’eredità dura da colmare”, sottolinea ancora il regista romano aggiungendo : “Tutte le giovani attrici dovrebbero studiare le sue interpretazioni. Ne trarrebbero una grande, immensa lezione”.

Carlo Verdone, scrivendo ancora nel post , esprime profonda vicinanza a Roberto Russo compagno fino fino agli ultimi istanti dell’attrice “Nella sua lunga malattia ha avuto accanto un uomo ammirevole, eccezionale: Roberto Russo – scrive ancora nel post – A lui il mio abbraccio più sincero e forte. Grazie Monica per tutto quello che ci hai dato. Nella risata e nella riflessione”.

Consegnata al successo popolare come attrice protagonista di attrattive e brillanti commedie negli anni Sessanta, passando dalla interpretazione italiana della Nouvelle Vague francese, la carriera di Monica Vitti, andata via oggi dopo una lunga e dolorosa malattia neurologica, è segnata da esaltanti interpretazioni del Cinema di Michelangelo Antonioni, come fonte ispiratrice di drammi esistenzialistici della borghesia del tempo, al centro della realità del famoso regista al quale fu anche legata sentimentalmente.

Premiata più volte nel corso della sua carriera, la grande attrice ha ricevuto sei David di Donatello, tre Nastri d’argento, un Orso d’argento nel 1984 al Festival di Berlino per “Flirt” (1983) di Roberto Russo, e un Leone d’oro alla carriera nel 1995 alla Mostra internazionale del cinema di Venezia. Già allontanatasi dalle scene da quasi un decennio e prima di ritirarsi definitivamente a vita privata, a causa delle sue condizioni di salute, si mostrò al pubblico per l’ultima volta nel marzo del 2002, alla prima teatrale italiana di “Notre-Dame de Paris”.

Monica Vitti, nome d’arte di Maria Luisa Ceciarelli, era nata a Roma il 3 novembre 1931. trascorsa l’infanzia a Messina, ritornò con la famiglia a Roma dove frequentò i corsi del Pittman’s College e poi l’Accademia d’arte drammatica, diplomandosi nel 1953. Nello stesso anno debuttò in teatro.

Accostatasi al cinema come doppiatrice, malgrado l’afonità della sua voce, in quel periodo Monica Vitti non appartenente allo stereotipo delle cosiddette ‘maggiorate’ sexi simbol, del momento non ricevette il giusto riconoscimento al suo brillante talento. Fino al 1960 quando le interpretazioni nei film di Antonioni dal 1960 in poi non le conferirono notorietà internazionale, con “L’avventura” (1960), “La notte” (1960), “L’eclisse” (1962) e “Deserto rosso” (1964).

Ha poi lavorato soprattutto come attrice brillante mettendo in luce una notevole vivacità e ricchezza espressiva e dando vita a personaggi rappresentativi anche da un punto di vista sociologico. Tra i suoi film spiccano: “Modesty Blaise” (1966); “Ti ho sposato per allegria” (1967); “La ragazza con la pistola” (1968); “Amore mio, aiutami” (1969); “Ninì Tirabusciò” (1970); “Polvere di stelle” (1973); “Tosca” (1973); “Teresa la ladra” (1973); “Io so che tu sai che io so” (1982); “Flirt” (1983); “Scandalo segreto” (1990, di cui è stata anche sceneggiatrice e regista).

Alla vena brillante hanno fatto eccezione tre sole interpretazioni: “La pacifista” di Miklós Jancsó (1971), “Il fantasma della libertà” di Luis Buñuel (1974) e “Il mistero di Oberwald” (1981) di Antonioni. Nel 1995 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.

“Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, esprime profondo cordoglio per la morte di Monica Vitti. Attrice di grande ironia e di straordinario talento, ha conquistato generazioni di italiani con il suo spirito, la sua bravura, la sua bellezza. Ha dato lustro al cinema italiano nel mondo. Al marito Roberto Russo e a tutti i suoi cari, le condoglianze del Governo”. Si legge in una nota di palazzo Chigi.

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