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Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri alla Venini. Due nuove mostre a Le Stanze del Vetro a Venezia

Artista: Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri | Titolo: Tapio Wirkkala alla Venini e Toni Zuccheri alla Venini
Durata: dal 21 novembre 2021 al 13 marzo 2022
Orari di visita: lunedì e martedì dalle 10 alle 19, dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 19, mercoledì chiuso
Sede: Isola di San Giorgio Maggiore, Venezia | T. +39 041 5229 138

info@lestanzedelvetro.org [1]

TAPIO WIRKKALA ALLA VENINI E TONI ZUCCHERI ALLA VENINI

novembre 2021, anno in cui la Venini celebra il suo centenario, Le Stanze del Vetro propongono a Veneziasull’Isola di San Giorgio Maggiore, un progetto speciale a cura di Marino BarovierTapio Wirkkala alla Venini e Toni Zuccheri alla Venini. Due mostre a Le Stanze del Vetro, con un percorso espositivo che conta 200 opere dei due grandi artisti.
Si tratta di due esposizioni distinte e parallele nello stesso spazio che raccontano le esperienze muranesi di Tapio Wirkkala e Toni Zuccheri, presenti in fornace Venini sia contemporaneamente che in tempi diversi, soprattutto nella seconda metà degli anni sessanta.
Ognuno di loro, con la sua forte personalità, contribuì a caratterizzare la produzione della vetreria che non solo seppe proporre nuovi modelli senza rinunciare all’uso del colore, ma riuscì anche a rispondere alle nuove esigenze di essenzialità provenienti dal mondo del design.

TAPIO WIRKKALA

Il celebre designer finlandese Tapio Wirkkala coniugò la sua cultura con le tipiche lavorazioni muranesi che gli offrirono nuove possibilità espressive: prese progressivamente confidenza con la tecnica della filigrana e con la “scoperta” del colore, ricorse spesso alla tecnica dell’incalmo per l’esecuzione di manufatti policromi in vetro trasparente affiancando cromie diverse, in prevalenza dai toni freddi, ma anche con note vivaci.

TONI ZUCCHERI

La sperimentazione sulla materia vitrea e sui processi di lavorazione sono invece le note distintive di Toni Zuccheri che, ancora studente di architettura, giunse alla Venini per dar forma a un bestiario in vetro, presentato alla Biennale del 1964. La sua ricerca, inoltre, si è articolata attorno alle possibilità della trasparenza, come dimostrano alcune serie di vasi che affiancarono il bestiario, e all’indagine sulle colorazioni e sulle linee organiche ispirate al mondo vegetale.

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