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AMELIA EARHART e gli ZEPHIRO: l’Arte di volare sopra ogni diversità

L’arte concede al mondo il passato, storie vissute e spesso dimenticate. Trae ispirazione dalle gesta eroiche di uomini o donne, donandoci la possibilità di ripercorrere tappe storiche attraverso le quali, noi oggi, camminiamo a testa alta. Film, racconti, poesie, canzoni: riferimenti artistici grazie ai quali è possibile ricordare attimi di storia.

L’arte unisce al presente il ricordo, illuminando un passato lontano e importante. L’artista è definito tale perché in modo naturale plasma gli eventi e le storie creando varchi totalmente accessibili, puntando all’incontro, alla meta della riflessione.

La musica, in particolar modo, servendosi di parole intonate, riesce a incalzare i ritmi di vite vissute al centro del mondo, vite che meritano l’attenzione del presente per non esser dimenticate e che, valorizzate dal tratto artistico, possono continuare ad ispirare le giovani leve del cambiamento.

Una descrizione che ricorda bene le azioni di una donna portatrice di cambiamenti positivi e rivoluzionari, fonte d’ispirazione per artisti di ogni genere, ovvero Amelia Earhart, conosciuta come la prima aviatrice in grado di attraversare l’Atlantico nel 1928, ed alla quale è stato dedicato uno spazio artistico di notevole importanza anche in campo musicale, grazie al brano “Amelia”degli Zephiro, band new wave romana, in attivo dal 2002, e presente nell’album “Baikonur”, in uscita ad inizio 2022.

La storia.

Amelia Earhart rappresenta, nell’immaginario collettivo, il simbolo dell’emancipazione femminile. In un mondo ancora capitanato dal divario di genere, diviene contrasto vincente di un impegno legato alla sola forza di volontà. Nei primi anni ’20 del novecento, grazie ad un’inimitabile tenacia, guida la rotta del cambiamento a bordo di un aeroplano, divenendo così una delle prime donne ad occupare una posizione che per “diritto” era riservata a soli uomini. La rottura degli schemi, la ribellione e l’audacia di Amelia divengono la base dalla quale partire per spiccare il volo del cambiamento. I record detenuti dalla giovane aviatrice aprono le porte del mondo femminile considerato da sempre lontano dai ruoli di genere prestabiliti dalla società antica ed anche moderna. In pochi anni riesce a conquistare le vette più alte del mondo volando al di sopra di 14.000 piedi d’altezza, popolando le prime pagine di giornali mondiali, ispirando le donne d’America e non solo. In pochissimi anni A. Earhart diviene pioniera nel mondo dell’aviazione ed esempio d’emancipazione femminile: sarà il simbolo del futuro cambiamento sociale.  Nata nel 1897, in Kansas, USA, sin da piccola trae ispirazione da modelli femminili che da semprelottano per l’uguaglianza di genere, donne in grado di abbattere differenza ed ostilità, grazie ad un impegno quotidiano. E’ il 1928, quando insieme ad altri due piloti, attraversa l’Atlantico in volo, dichiarandosi prima donna nell’impresa.

Ormai musa ispiratrice del movimento femminista, la Earhart, decide di stabilire l’ennesimo record nel 1937: il giro del mondo in volo. Poco prima di terminare il viaggio, però, Amelia sparisce nelle acque del Pacifico.

La vita di Amelia, anche nella sua brevità, insegna ad abbattere le linee di confine stabilite dalla società, mostrandosi come un esempio in continuo divenire, anche oggi: non esistono differenze in grado di dividere, né limiti invalicabili; solo lotta e determinazione per arrivare alla libertà. Le sue lotte sono in grado di ricordarci quanto sia importante tracciare dei percorsi storici volti alla guida di un futuro migliore: una vita destinata all’impronta eterna.

“L’eco del coraggio risuona nel brano degli Zephiro.”

Storia di un’imponenza magnetica tale da ispirare un gruppo, con la nascita di un singolo dedicato proprio al volo della famosa aviatrice statunitense. I suoni mistici, a tratti oscuri, creano l’atmosfera adatta per un viaggio interiore. Le sfumature tipiche del genere new wave, risiedono infatti nelle prospettive destinate alla riflessione catartica, una sorta di unione mitica tra l’uomo e la coscienza, spesso ombreggiata da un ego piatto e stridente. Un esistenzialismo musicale che, nuotando tra le disarmonie dell’animo umano, riesce comunque a rintracciarne l’autenticità.

“Amelia”, diviene quindi un tributo al coraggio delle donne, alle sfide che esse stesse impegnano giorno dopo giorno in un mondo ancora stereotipato e vincolato all’assurdo. L’audacia e lo stimolo dati dal cambiamento, non si assopiscono neanche quando il mistero legato alla sua scomparsa si infittisce sulle note del brano. Il ritornello è infatti un velato dialogo tra la donna ed il governo americano, accusato in passato della tragica sparizione: (Amelia è addirittura vista come una spia successivamente catturata dai giapponesi). Teorie mai confermate, dato l’impegno civile e politico messo in atto dagli Stati Uniti per cercare di risolvere la vicenda nel modo più chiaro possibile. Ipotesi che, in un modo o nell’altro, daranno inizio ad una vera e propria leggenda.

L’ascolto di un brano come Amelia, accompagna il pubblico verso mete incerte, colorate dal solo desiderio di libertà. Un’ascesa ritmata dalle sonorità capaci di ricordare le tensioni mistiche di band come “The Cure”, “Joy Division”, “Siouxsie and the Banshees”. Capitanato da un simbolismo notturno, l’intreccio storico, musicale e stilistico del brano mette in evidenza una capacità artistica in grado di far riflettere su un tema più che attuale: il coraggio di praticare la sfida. Un volo musicale delineato da visibili confini, superati dal testo ricco di richiami storici.

Anche il making of del video rimanda ad atmosfere volte alla considerazione storica, pura ed incontaminata. Nelle desolate terre d’Islanda, cuore pulsante del legame uomo-natura, il campo esteso all’introspezione regala ottimi scenari di ripresa. Claudio Todesco, chitarrista degli Zephiro, attratto da uno scatto di Gimmi Corvaro raffigurante un aereo americano DC 3 Dakota, precipitato nel 1973 proprio in Islanda, ricollega l’immagine del relitto al brano Amelia e decide, insieme ai compagni, di recarsi presso la solitaria spiaggia di Sólheimasandur per avviare le riprese del videoclip.

L’impegno artistico ci ricorda che la storia può esser trasmessa come valore collettivo e su varie dimensioni. La musica rimane sicuramente il modo più diretto, strumento tramite il quale Claudio Todesco (chitarra), Claudio Desideri (voce e basso) e Leonardo Sentinelli (batteria), riescono a contribuire vivamente ad un richiamo tale da condurci alla riflessione, troppo spesso oscurata dalla mancata osservazione. Un eco storico all’interno del quale è possibile ritrovare sé stessi ed il senso del viaggio volto allo spirito del cambiamento. “Amelia” è il canto di una rivoluzione, una vittoria segnata da battaglie vinte grazie all’azione: Amelia vive.