Una ballerina ai tempi del Covid si racconta: dalla scuola di danza a Zoom

Intervista a Laura La Sala, coreografa e direttrice di Xoros

“Non è stato semplice” per Laura La Sala, 38 anni, di Roma, fare della danza, sua passione “fin da piccolissima”,  il suo “lavoro”. Intervistata da Paese Italia Press ha ripercorso le tappe del proprio percorso di studio e formazione fino alla grande occasione e conquista, dopo innumerevoli sacrifici, di una scuola tutta sua: Xoros, a Ciampino, in provincia di Roma. Come tutte, in questo periodo di restrizioni per la pandemia, oggi la scuola è chiusa e per tutti i suoi allievi Laura è ricorsa all’insegnamento online, su Zoom. Come sia possibile insegnare danza da uno schermo e quale sia la vera ragione per farlo, nonostante le difficoltà, lo ha spiegato con un pizzico di emozione e tanta speranza di tornare presto in sala.

Lei è una ballerina professionista, una coreografa e direttrice di una scuola. Ci racconta qualcosa della sua storia professionale?

“La mia storia comincia da piccolissima, quando per la prima volta misi piede in sala. In quel preciso momento mi innamorai perdutamente della danza e presi subito consapevolezza che sarebbe stata una parte fondamentale della mia vita. Così è stato. Per questo decisi di intraprendere il percorso di insegnante, per trasmettere quello che avevo avuto la fortuna di imparare, ad altre persone. Però non è stato così semplice renderlo il mio unico lavoro, per molti anni ho dovuto adattarmi in più scuole per tutta Roma, mi spostavo dalla scuola di danza a Trionfale a quella al quartiere Pigneto, per poi andare a quella in zona Laurentina e dopo Torre Maura – zone della Capitale lontanissime tra loro – e tutto nello stesso pomeriggio.

Sognavo di aprire la mia scuola di danza e dopo tanti anni finalmente, nel 2013, è nata ‘Xoros arte in movimento’ – che si trova a Ciampino, in provincia di Roma – ed è la scuola della quale sono la direttrice artistica e nella quale insegno, ancora con lo stesso amore del primo giorno”.

Quanti allievi aveva la sua scuola e quante ne sono rientrate dopo lapertura post lockdown?

“Prima del lockdown era un periodo particolarmente roseo a livello di iscritti. A settembre 2019 avevo investito per il rinnovo dei locali, una divisione migliore degli spazi all’interno della scuola, e questo aveva portato persone nuove a partecipare alle prove dei vari corsi che la mia scuola propone e successivamente, in molti casi, ad iscriversi .

Purtroppo però i ‘nuovi’ non hanno terminato il percorso didattico/artistico, quindi non hanno avuto modo di coltivare una passione appena iniziata e di conseguenza è mancato il desiderio di adattarsi alle lezioni a distanza. Sono tornati gli allievi ‘storici’ che della danza non possono fare a meno, perché parte integrante della loro vita”.

Ha affrontato molti costi per adeguarsi alle misure Covid19?

“Per quanto riguarda i costi sostenuti per l’adeguamento sono stati alti, soprattutto in considerazione del fatto che le entrate erano pressoché nulle da marzo, che gli affitti non sono stati né bloccati né ridimensionati e le utenze sono andate avanti,  come se nulla fosse”. 

Questo fermo rappresenta un danno economico e anche un danno artistico?

“Purtroppo il danno economico è evidente a tutti, comprendere quanto lo sia a livello artistico non è semplice ed è anche complicato per me spiegarlo. Non poter coreografare per me che esprimo me stessa tramite questo…. è come togliere ad un pittore pennello, colori e lasciargli solo un foglio. Ma l’aspetto che non viene considerato, e che è preoccupante, è il danno subito dai bambini e ragazzi. La scuola di danza per loro è come una casa, è il luogo in cui crescono, imparano e condividono, è un luogo pulito nel senso più profondo del termine”. 

Sta facendo lezioni online? La danza online senza fisicità, senza corpo .come è possibile?

“Se mi avesse fatto questa domanda prima di questo tragico ed oramai lungo periodo, avrei risposto che fare didattica a distanza era impensabile. Ad oggi invece, sperando comunque di tornare in sala il prima possibile, dico che ci siamo dovuti reinventare in questo. Noi danzatori, insegnanti di danza, per natura ci adattiamo e parlo al plurale perché non solo io ho deciso di proseguire le lezioni su l’oramai conosciuto da tutti Zoom. Insegnare danza è una responsabilità che magari non risulta così evidente. Noi accompagniamo i bambini e i ragazzi nella loro crescita, oltre a dare loro le nozioni di tecnica, lavorare sull’espressività, sulla creatività e via dicendo. Siamo per loro dei punti di riferimento e quindi è essenziale riuscire a continuare questo tipo di relazione tra allievi e insegnanti anche facendo lezione online”. 

Come stanno reagendo i suoi allievi a questa nuova modalità?

“Nella maggior parte dei casi direi bene, in questo modo hanno appreso anche loro che si può lavorare temporaneamente a distanza, per non dimenticare quanto appreso, con l’obiettivo di tornare in sala il prima possibile. Quelli che hanno più difficoltà sono i più piccolini, non comprendono perché possono andare a scuola la mattina ma non a scuola di danza il pomeriggio, ma questo sinceramente non l’ho ancora compreso neppure io …”.

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