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Festival di Venezia: 77esima edizione simbolo di ripartenza

 

Si è conclusa sabato 12 settembre la 77esima Mostra Internazionale d’arte cinematografica, inaugurata con l’abituale Cerimonia di apertura il 2 settembre e quest’anno trasmessa per la prima volta in diretta nei cinema italiani. Madrina d’occasione la splendida Anna Foglietta che ha condotto le serate di apertura e chiusura.

Unico Festival di spessore mondiale svoltosi in presenza durante la pandemia, realizzatosi fino in fondo con la bellezza della sala piena ma a sedili alternati nel pieno rispetto delle norme anti Covid, ha dimostrato come questa edizione sia un’occasione per «dire al mondo che ce la possiamo fare», per citare la madrina del Festival. Venezia ha scelto di non rinunciare alla rassegna cinematografica che tuttavia ha dovuto adottare regole molto rigide, dalle mascherine obbligatorie alla sfilata degli ospiti sul red carpet visibile da lontano.

Tra i premi assegnati durante la serata conclusiva dalla Giuria, presieduta dall’attrice Cate Blanchett, il LEONE D’ORO per il miglior film a Nomadland di Chloé Zhao, ispirato all’omonimo libro d’inchiesta scritto da Jessica Bruder, la COPPA VOLPI per la migliore interpretazione femminile a Vanessa Kirby nel film Pieces of a woman di Kornél Mundruczó e la COPPA VOLPI per la migliore interpretazione maschile a Pierfrancesco Favino nel film Padrenostro di Claudio Noce, ispirato alla vera storia dell’attentato dei NAP.

Un premio speciale come “Personaggio dell’anno” è stato inoltre assegnato ad Alessia Bonari, infermiera simbolo dell’emergenza sanitaria, nota per la sua foto scattata durante il lockdown con il volto provato dalla stanchezza e segnato dalla mascherina e dagli occhiali protettivi, ma stavolta immortalata sul red carpet con un grande sorriso pieno di speranza per il superamento di uno dei periodi più difficili che il paese ha dovuto affrontare.

A chiudere il Festival inoltre due grandi esibizioni del cantautore Diodato con il suo brano Adesso e della poetessa e drammaturga Mariangela Gualtieri, che ha recitato (in un video) un frammento di nove marzo duemilaventi, la poesia diventata virale durante il lockdown. Dunque due importanti contributi che aiutano a prendere consapevolezza dell’attuale momento storico e che invitano a godere del presente come importante segno di ripresa, di cui il Festival di Venezia quest’anno ne è chiaramente il simbolo.