Documentario “Turi Ferro, L’ultimo Prospero” di Daniele Gonciaruk alla Festa del Cinema di Roma

Il regista e attore messinese Daniele Gonciaruk approda alla Festa del Cinema di RomaUn con un docufilm per ricordare il grande attore di teatro siciliano

Roma – Il regista e attore messinese Daniele Gonciaruk approda alla Festa del Cinema di Roma, in corso nella capitale, con un docufilm sulla vita e l’impegno artistico del grande attore catanese Turi Ferro, scomparso nel 2001. “Turi Ferro, L’ultimo Prospero”, prodotto dallo stesso regista con Officine Dagoruk e da Ninni Panzera per La Zattera dell’Arte, è presente alla kermesse cinematografica nella sezione “Omaggi e restauri”.

Nel corso della proiezione il 21 ottobre al Teatro Palladium, nel cuore del quartiere Garbatella di Roma, Gonciaruk ha spiegato il senso della realizzazione di questo docufilm. “La memoria di Turi si stava troppo affievolendo e stava scomparendo un mondo teatrale – ha affermato -. Ho sentito il bisogno di recuperare la memoria e di sentire le testimonianza di chi ha lavorato con Turi Ferro”.

Il film prende spunto da immagini di backstage catturate dallo stesso regista nel 1997 durante l’allestimento teatrale de “La Tempesta” di William Shakespeare, cui Gonciaruk ha preso parte come attore. Grazie al restauro del vecchio materiale video, girato con una semplicissima handicam hi8, il regista messinese è riuscito a mettere assieme, tassello dopo tassello, l’iter artistico del grande attore etneo, dando notizia anche dei suoi rapporti professionali significativi, attraverso la testimonianza di alcuni nomi illustri del teatro e del cinema italiano con cui Ferro ha lavorato nella sua intensa carriera.

 

Il docufilm è un sentito tributo ad uno dei maggiori talenti siciliani, scaturito da un rapporto personale intenso e formativo col grande maestro, e realizzato attraverso un costante lavoro di ricerca video-iconografica, cui hanno offerto un valido contributo la Rai Teche e il Teatro Stabile di Catania nel reperimento del materiale di repertorio. Nel corso del dibattito, moderato da Malvina Giordana alla fine della proiezione, Fioretta Mari ha ricordato la “simpatia” di Turi Ferro trasmessa attraverso il racconto di aneddoti. Inoltre, l’attrice ha ricordato due caratteristiche importanti dello zio-attore scomparso nel 2001: l’ironia e la disciplina prima dello spettacolo per permettere all’attore di concentrarsi.

Presente in sala anche la figlia dell’attore catanese, Francesca, che ha messo in luce la continua ricerca della perfezione dei personaggi interpretati da Turi Ferro. “Non era mai soddisfatto di quello che aveva fatto – ha affermato -. Vi era un’evoluzione continua dei personaggi” perché “si sentiva sempre di dover dare di più”.

Durante il docufilm, della durata di un’ora e 40 minuti, Gonciaruk alterna sapientemente scene originali delle prove, delle rappresentazioni e del backstage in cui è presente l’attore di teatro catanese a testimonianze di note personalità del mondo del cinema per dipingere un ritratto di Turi Ferro a beneficio degli spettatori, ma anche di chi si approccia al mondo del teatro. Nel docufilm ci sono, infatti, interessanti contributi di Paolo Taviani, Lina Wertmuller, Gabriele Lavia, del collega e amico Giulio Brogi, recentemente scomparso; ma anche un ricordo inedito della grande Mariangela Melato. Non mancano testimonianze legate alla terra di Turi Ferro e ai suoi rapporti con artisti di origine siciliana, tra cui Leo Gullotta, Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina e Fulvio D’Angelo, e un contributo della stessa figlia di Turi, Francesca.

 

Gonciaruk definisce il suo docufilm un atto d’amore, tanto verso un teatro in via di estinzione, quanto verso il grande maestro che gli ha trasmesso l’importanza del rigore nel mestiere d’attore. Fondamentali per il recupero del girato sono stati l’apporto della Laser Film di Roma che ha curato il restauro del suono, e il lavoro di pre-mix del messinese Patrick Fisichella.

""Daniele Gonciaruk sin da adolescente dimostra una passione per il teatro viscerale e costante che prende forma quando entra a far parte della compagnia della scuola "Verona Trento" di Messina, capitanata dal maestro Totò D'Urso. Conseguita la maturità si trasferisce a Roma e viene ammesso all'Accademia Nazionale d'arte drammatica "Silvio D'Amico", ove nel 1994 conseguirà il diploma. Interpreta ruoli in opere di Verga,Pirandello, Sofocle, Beckett, Sciascia, Vittorini, Camilleri insieme ad attori e registi di grande rilievo tra cui Luca Ronconi, Turi Ferro, Franco Branciaroli, Armando Pugliese, Carlo Cecchi e Giuseppe Patroni Griffi. Frequenti le sue apparizioni in diverse fiction televisive di rilievo fra le quali spiccano La piovra, Il capo dei capi, Squadra Antimafia, Squadra di Polizia, e nei film “Il compagno americano” di Barbara Barni e “Il Cattivo Poeta” di Gianluca Jodice di prossima uscita. Alla fine degli anni novanta inizia a dedicarsi al cinema girando alcuni cortometraggi tra cui "A trenta secondi dalla fine" che viene presentato al Messina Film Festival con positivo riscontro di pubblico e critica. Nel maggio 1998 l'Assessorato alle politiche giovanili di Messina gli affida dei seminari sulla recitazione presso alcune scuole della città situate in quartieri cosiddetti “a rischio” per cercare di favorire lo sviluppo e l'interesse di ragazzi verso il teatro; incarico che svolgerà fino al maggio 1999. Tra il 2005 e il 2006 con il gruppo musicale Milagro Acustico collabora alla realizzazione di due album prodotti dalla Compagnia Nuove Indie e RaiTrade. Nel 2007 è presente come cantante e voce recitante nel disco della poetessa Nuccia Farina dal titolo “D'Isola Voce”. Nel 2012 viene presentato al Taormina Film Fest il suo primo lungometraggio dal titolo "Storie Sicilian Comedy", progetto indipendente che vede la luce dopo anni di lavoro.

Dopo aver fondato nel 2014 l’associazione culturale“Officine Dagoruk" ed aver dato vita a diversi laboratori teatrali nella città di Messina, Catania, Roma e Palmi, decide di creare nel 2015, la sua “Scuola Sociale di Teatro”, che ad oggi, rappresenta una delle realtà didattiche teatrali più importanti della città. Negli ultimi anni ha portato in scena testi di Shakespeare, Neil Simon, Iosif Brodskji, Cechov, Schiller, Peter Weiss e continua a collaborare con grandi registi e attori italiani tra cui Lavia, Calenda, Branciaroli, e molti altri. Oggi alterna la sua attività di attore a quella di regista teatrale e cinematografico. Dal 2016 inizia il percorso strettamente shakesperiano di Gonciaruk, con le rappresentazioni estive al Forte San Salvatore di Messina (storica fortezza che ospita la famosa Madonnina del Porto) di Shakespeare Horror Story, rassegna delle pagine più cruente del Bardo. L’allestimento inaugura la formula dello spettacolo “itinerante”, tanto attraverso gli spazi della struttura ospitante – che accolgono ciascuno i passaggi più significativi dei lavori shakesperiani (Macbeth, Otello, Re Lear, Romeo e Giulietta, Riccardo III, Amleto e – a fare da filo conduttore – la vicenda di Tito Andronico); quanto nel coinvolgimento diretto del pubblico, guidato da una figura di metaforico traghettatore attraverso i luoghi della rappresentazione, a stretto contatto con gli attori. Seguiranno le rappresentazioni del 2017, dal titolo Piccolo Festival Shakesperiano, sempre al Forte San Salvatore di Messina, con una trance nella storica struttura del Monte di Pietà, ove viene portato in scena Sogno di una notte di mezza estate.

Nel gennaio 2019 le emozioni di Shakespeare Horror Story attraverseranno le stanze di Villa de Pasquale a Messina, una delle dimore estive più suggestive dell’aristocrazia rurale cittadina del Novecento, mirabile esempio di Architettura Liberty. Nel 2019 il suo spettacolo “Shakespeare Horror Story”, che per tre edizioni è stato campione di incassi e presenze in Sicilia, vince il bando dell’estate Romana 2019 e viene allestito all’interno del prestigioso Museo Pietro Canonica a Villa Borghese dove viene replicato per ben tre settimane.

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