Una dea da scoprire. Mater Florum. Flora e il suo culto a Roma

La monografia di Lorenzo Fabbri che analizza tutti gli aspetti della divinità celebrata dai romani.

Della Dea Flora, Ovidio racconta che la facoltà di presiedere ai fiori e alla fioritura le viene attribuita da Zefiro, il vento primaverile di cui divenne sposa. Proprio durante la primavera, quest’ultimo, incantato dalla bellezza della fanciulla, decide di farla propria e la rapisce. Nonostante la violenza subita, Flora può godere di un’eterna primavera ed avere in dote anche un giardino rigoglioso che Zefiro provvede ad ornare con le più varie specie di fiori. Grazie a lei la terra, fino ad allora  caratterizzata da un solo colore, si arricchisce di  nuove sfumature e tinte, frutto della nascita di nuove specie floreali sparse per il mondo dalla dea, come il giacinto, il croco, la viola e l’anemone. Nel libro di Lorenzo Fabbri “Mater Florum -Flora e il suo culto a Roma” (edizioni Leo S. Olschki, 30 € )  vengono analizzati tutti gli aspetti concernenti  la dea e i riti a lei dedicati.  Se nell’immaginario collettivo  l’immagine di Flora è associata al celeberrimo ritratto che di lei ne dà il Botticelli ne  “La Primavera”,  in realtà la divinità era per i romani  una figura molto più complessa. L’autore delinea la figura di Flora partendo  dal “nomen omen”  il nome legato alla sua facoltà principale, quella di protettrice dei fiori e delle piante eduli, utili all’alimentazione dell’uomo. Secondo l’autore, Flora è stata erroneamente associata al concetto troppo generico di fecondità e fertilità di cui è divenuta simbolo -un’interpretazione che tende a porre la maggior parte delle divinità femminili sullo stesso piano, senza alcuna distinzione delle rispettive funzioni e sfere di competenza.  Inoltre, la percezione della divinità nel corso del tempo è stata spesso sottovalutata, relegandola ad un ruolo secondario all’interno della religione politeista romana: la celebrazione dei "Floralia", la festa  dedicata alla Mater Florum, testimonia al contrario tutta l’importanza che veniva attribuita alla divinità dal popolo romano. Alla dea venivano infatti dedicati  6 giorni di “ludi” rappresentazioni teatrali che sfociavano con  l’ostentazione della nudità messa in scena in teatro dalle prostitute che svolgevano il ruolo di mime, e che tanto scandalo suscitarono fin dall’antichità fra gli autori apologeti cristiani. Gli studiosi si sono concentrati soprattutto sull’aspetto lascivo della festa, legato alla sfera sessuale, dando al culto un’implicazione  legata al concetto di fecondità e fertilità  trascurando invece l’analisi degli altri giochi previsti all’interno della festa, le  “sparsiones” di legumi e “Venationes” (caccia) di animali domestici, riti che riconducono  il culto della dea  alla principale funzione di protettrice del frumento e dei campi,  quindi di protettrice dalla carestia e dalla fame. Attraverso un rigoroso approccio storiografico che spazia dall’analisi delle fonti letterarie a quelle epigrafiche e iconografiche, emerge un’analisi appassionata e affascinante della Mater Florum  che tocca diverse sfere e campi d’indagine:  il mito, l’origine della divinità, la sua funzione, il suo culto a Roma e tra i popoli italici, il rapporto con le altre divinità del pantheon romano ed infine l’iconografia di Flora  a partire dall’antichità e nel corso dei secoli.

 

L'autore

Lorenzo Fabbri è uno storico delle religioni del mondo classico, già autore  della monografia Il papavero da oppio nella cultura e nella religione romana. Laureato presso l’Università degli Studi di Milano, ha conseguito la specializzazione in Scienze della Cultura presso la Scuola Internazionale di Alti Studi di Modena, il titolo di dottore di ricerca in Antichistica presso l’Università degli Studi di Milano e una borsa di studio post-dottorato presso la Fondazione Fratelli Confalonieri di Milano. Nel 2013 ha partecipato al PRIN “Moneta e identità territoriale: dalla polis antica alla civitas medievale”. Il suo principale interesse è rivolto allo studio della simbologia botanica in relazione alle religioni classiche, con particolare attenzione per quella romana.

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