- Paese Italia Press - https://www.paeseitaliapress.it -

“Compagni di scuola” compie trent’anni

Sabato 1 dicembre si è svolta a Roma la proiezione del film “Compagni di scuola” di Carlo Verdone, che ha appena compiuto 30 anni e che per l’occasione è stato celebrato al Cinema Europa con una doppia proiezione, una pomeridiana e una serale. La proiezione serale è stata introdotta da un discorso dello stesso Verdone, che ci ha raccontato com’è nata la sua opera e ciò che ha significato per lui sul piano sia lavorativo sia personale.

Una vera e propria sfida verso se stesso, a causa del cast numerosissimo, e verso i propri fan, abituati fino a quel momento ad una comicità più leggera e meno agrodolce.

La sala gremita e il sold out per entrambe le proiezioni hanno dimostrato ancora oggi, come ha ribadito anche Carlo Verdone ringraziandoci con un gran sorriso, che la prova è stata evidentemente superata. L’attore romano ha poi ringraziato per la realizzazione del film tutti i collaboratori, il cast, e infine la pagina Facebook “Il Socio ACI” che ha organizzato questo evento. In piedi ad applaudire tre ex compagni: Maurizio Ferrini, nel film nella parte di Armando Lepore, Giusi Cataldo, alias Margherita Serafini, e Luigi Petrucci, che vestì i panni del logorroico Postiglione. In ultimo un drappo bianco, che ha coperto qualcosa di misterioso alle spalle di Verdone per tutto il discorso, ha svelato una replica incorniciata del falso Sironi, quadro che Christian “Tony Brando” De Sica cerca di rifilare ai suoi compagni per tutto il film. Carlo la autografa quindi con un pennarello e annuncia la sua messa all’asta a favore di una associazione che assiste i bambini malati di leucemia. Un ultimo applauso e Carlo Verdone si fa da parte, lasciando il palco allo storico sguardo di Nancy Brilli che dà inizio al film, a tutti gli effetti un vero classico della comicità e del cinema italiani. La bellezza del film è tutta qui: non riesce a stancarti. E non ci riesce perché, sempre citando il discorso di Verdone in apertura, “Questo film non ha raccontato le fragilità e le solitudini solo di quei tempi, ma degli uomini, ecco perché ha la sua piccola eternità, perché la vita è così”.