Il volto meno conosciuto della Santa Sede

di Silvia Gambadoro

C’è un volto  dello Stato del Vaticano poco conosciuto alla maggior parte dei fedeli  e turisti che vi si recano per assistere alle celebrazioni Papali o visitare  La Cappella Sistina, San Pietro o i meravigliosi musei Vaticani. In questa piccola città di circa 44 ettari non manca proprio nulla: c’è la stazione ferroviaria, l’ufficio postale, la farmacia, il tribunale, la banca, la gendarmeria, il distributore di benzina, la radio, una tipografia e l’eliporto. E  qui, oltre a un piccolo esercito di prelati e religiosi,  lavorano centinaia di persone sconosciute, impiegati, artisti, uscieri, giardinieri, tipografi ed altro  personale specializzato che offrono la propria professionalità svolgendo compiti nati anche da antiche tradizioni e  ormai quasi dimenticati, ma tutti di grande fascino e importanza per il piccolo stato Pontificio.  Tra questi “specialisti” sono da annoverare  i “ calligrafi”,  gli addetti alla stesura delle pergamene delle tanto agognate benedizioni Papali, ma anche  un piccolo gruppo di monache francescane  che in un laboratorio quasi segreto, insegnano  a tessere gli arazzi e a restaurare le tele  più antiche, intaccate dalla impietosa azione del tempo. Un lavoro certosino, che le suore tramandano a giovani apprendiste, per assicurare un servizio che, da secoli, permette di conservare tra le sacre mura  un considerevole  patrimonio artistico. Nei piccoli, numerosi cassetti del laboratorio sono stipati in scala cromatica migliaia di rocchetti di filo  colorati,di ogni tonalità e  sfumatura, e grazie alla esperienza e all’abilità delle suore, vengono integrati perfettamente  ai colori originali degli arazzi.

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Una squadra di tappezzieri specializzati e di maestri doratori curano invece le sedie e le poltrone per le grandi cerimonie, mentre uno stuolo di giardinieri tiene in somma cura il grande parco che circonda gli edifici della Santa Sede. I giardini  occupano quasi i due terzi della Città del Vaticano, e vi si possono ammirare  fontane con giochi d’acqua, ruscelli, tempietti e grotte. 

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All’interno della Città, non tutti i luoghi sono accessibili. Ad esempio i turisti possono visitare  soltanto una parte dei giardini, ma quella più bella, riservata alla passeggiata dei Papi, è interdetta al pubblico. C’è persino una pattuglia di ferrovieri, perché pochi sanno che il Vaticano ha una propria stazione ferroviaria, dove, fino a mezzo secolo fa, tutte le merci arrivavano su rotaie, oggi sostituite da ruote  gommate.

Nella città dell’Arte Sacra non poteva certo mancare la Scuola del Mosaico, dove  molti giovani vi apprendono la tecnica di lavorazione: tutto inizia dalla ricerca del disegno e dalla sua stesura su un foglio. Il disegno viene poi trasferito dal cartone alla preparazione di grassello di calce.  I mosaicisti prendono poi tessere di pietra,  vetro o smalto spezzandole e   sistemandole per ottenere l’ingombro voluto e riprodurre  le forme e i colori del disegno.All’interno dei laboratori  non solo  si riparano le tessere  danneggiate dal tempo, ma si creano nuove composizioni, anche su commissione di altre chiese.  

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 Tra le tappe di questo viaggio alla scoperta del volto meno conosciuto  della Città del Vaticano non poteva mancare  la tipografia, dove viene stampato il giornale della Santa Sede, “l’Osservatore Romano”, testata fondata nel 1861 che  riporta il pensiero ufficiale della Santa Sede su tutti gli argomenti di  attualità. Uno strumento molto prezioso, per capire l’orientamento della Chiesa Cattolica e quindi del Pontefice, sugli argomenti più delicati del nostro tempo. Una specie di Bibbia dell’informazione vaticana, letta con somma attenzione anche dai  diplomatici stranieri accreditati presso la Santa Sede.  Lo IOR, l’Istituto per le Opere di Religione, diventato famoso per note vicende economiche, è la Banca Vaticana, dove non solo vengono custoditi  i conti correnti di tantissimi religiosi di rango, ma anche di personalità di  acclarata onestà, dopo le drastiche disposizioni, impartite da Papa Bergoglio, per evitare l’affluenza di… “strani correntisti”.

Il Pontefice ogni giorno riceve centinaia di lettere, da ogni parte del mondo,  contenenti auguri, suppliche, segnalazioni, rapporti gerarchici. Anche il Segretario di Stato, cardinale Parolin riceve molta posta quotidiana e tutta questa piramide di lettere viene  attentamente scannerizzata, in un apposito ufficio della Gendarmeria Vaticana, per evitare, nei confronti di queste alte personalità della Chiesa, spiacevoli inconvenienti. Dopo essere stata esaminata attentamente, la posta del Papa viene registrata in un ufficio riservato, per conservare traccia della corrispondenza. E’ un lavoro di grande riservatezza, svolto da alcuni impiegati postali fidatissimi, per evitare gli sgradevoli episodi con fuga di corrispondenza, accaduti qualche tempo fa. Come è noto la  Prudenza è una delle virtù maggiormente applicata, da secoli, tra le sacre mura.  

 

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