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Messinscena. Le opere di Luca De Angelis in mostra allo Spazio K di Palazzo Ducale ad Urbino

9 agosto –  23 settembre 2018  | CAMBI DI ROTTA | Spazio K | Palazzo Ducale, Urbino
Luca De Angelis | Messinscena | a cura di Umberto Palestini
Inaugurazione, giovedì 9 agosto, ore 18.00
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www.gallerianazionalemarche.it [1]

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   Messinscena è il titolo della personale di Luca De Angelis allestita nello Spazio K di Palazzo Ducale ad Urbino, all'interno del progetto curato da Umberto Palestini, Cambi di rotta. L'artista, nato a San Benedetto del Tronto nel 1980, si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Urbino dove si diploma in pittura. Partecipa successivamente ad importanti residenze in Italia e all'estero, vincendo significativi premi dedicati ad artisti emergenti e autori under 35. Le sue opere sono state acquisite da importanti fondazioni e collezionisti italiani e stranieri. Attualmente vive e lavora a Milano.

In Messinscena l'autore espone pitture, disegni e la sua recente sperimentazione in ambito scultoreo: una produzione di ceramiche realizzate con la collaborazione di uno dei massimi maestri ceramisti faentini.
L'elemento che caratterizza l'intera ricerca artistica di Luca De Angelis, scrive Umberto Palestini, è la volontà di esprimere un senso di spaesamento, la necessità di rappresentare il sentimento di smarrimento proprio di un tempo e di uno spazio in cui i punti di riferimento hanno perso la loro centralità e si sono disgregati, dissolvendo ogni possibile certezza. I ritratti e i paesaggi dipinti da De Angelis, come fossero sfuggiti a qualsiasi coordinata temporale, si trovano in un tempo sospeso dove l'arcaico e il futuribile sono intrecciati in modo inestricabile. I personaggi evocano qualcosa di ancestrale e alieno al tempo stesso. I luoghi emanano il profumo di un eden trascorso, ma anche i bagliori di una catastrofe imminente o appena accaduta.

L'opera di De Angelis, profondamente radicata nello scavo espressivo di generi cardini nella storia dell'arte – il ritratto e il paesaggio -, ribalta i contenuti e i significati dei suoi soggetti per materializzare un universo evocativo e simbolico che li trascende. Ogni realismo viene rinnegato, i dettagli sono respinti da un gesto pittorico che plasma la figura e la natura senza alcun cenno di verismo. La maschera trionfa sul volto, il suo valore ancestrale regna sulla riconoscibile, univoca identità.

Un modus operandi che ritroviamo intatto anche nella sua recente produzione scultorea in ceramica. Mezzibusti, figure filiformi, volti adagiati, piccole teste policrome scaturiscono da una materia instabile, abbozzata e priva di grazia, rivelando atteggiamenti contriti, sguardi stupefatti se non sbigottiti, labbra in procinto di urlare o in atteggiamenti di perenne attesa. Una platea di umili che ricorda quella composta da Medardo Rosso, il grande artista che aveva come principale interesse “far dimenticare la materia”. Alla stessa maniera la ricerca di Luca De Angelis si addentra nei difficili linguaggi, definibili inattuali, come la pittura e la scultura, per lanciare una sfida agli stereotipi. Far dimenticare le 'materie espressive' e far emergere gli interrogativi insolubili, eterni, che ogni luogo, ogni esistenza, anche la più piccola, porta con sé.