Sicilia – Irlanda Due isole affini

Il mondo culturale delle due isole

Immagine di copertina: Sicilia, Taormina 

 

 

Dublino – Continuando con la rassegna dei legami tra l’Irlanda e la Sicilia, dopo aver incontrato Re Artu’  nel giardino incantato dell’Etna, St. Adamnan che scrisse di vulcani della nostra isola, diamo adesso uno sguardo generale alle due isole, partendo da una osservazione: La conoscenza, il dialogo e l’incontro delle varie culture sono assolutamente necessari per l’Europa dei cittadini in un mondo sempre più globalizzato.

""Rick Steves, noto giornalista americano, specialista di viaggi e di località d’interesse, ha affermato che “la Sicilia e l’Irlanda sono le due terre nelle quali ha riscontrato le ""maggiori somiglianze”.

         Ambedue sono isole ai poli estremi quasi dell'Unione Europea; ambedue sono state dominate per secoli da grandi potenze – l’Irlanda moderna è nata in opposizione alla colonizzatrice vicina Inghilterra; l’identità siciliana si è avuta in un altro genere d’opposizione: il Sud rurale,  o “Mezzogiorno” contro il Nord urbano e industrializzato -; ambedue si sono battute coraggiosamente per la propria dignità e libertà. E' stato in un Lunedì di Pasqua, parecchi secoli fa, nel 1282, che i siciliani si sono ribellati contro i francesi della casa Anjou nei famosi "Vespri Siciliani", immortalati più tardi dalle note di Verdi, mentre in un altro Lunedì di Pasqua ha avuto inizio la rinascita della nuova Irlanda, nel 1916. Un'altra coincidenza! E Sicilia e Irlanda producono oggi la migliore letteratura in italiano e inglese rispettivamente. Questo è stato riconosciuto dall'opinione mondiale con quattro Premi Nobel per l'Irlanda – Beckett, Shaw, Yeats e Heaney – e due per la Sicilia – Pirandello e Quasimodo – nel secolo XX. 

Attraverso i secoli ci sono stati molti scambi tra le due isole. Ma è soprattutto nel campo letterario che esiste un rapporto particolare tra loro.

Gli autori siciliani e irlandesi sono divenuti il punto di riferimento della letteratura universale. I loro scritti, anche se caratterizzati dalle rispettive realtà e tradizioni, non si sono mai chiusi all’interno del loro territorio, cioè le isole d’Irlanda e Sicilia, ma si sono mossi liberamente e ancora si muovono nel grande Oceano della letteratura universale.

""John Synge e ""Giovanni Verga sono due dei più grandi di tutti i tempi. Essi si sono ispirati per le loro tematichealla vita popolare, elevandola a livello universale. Civiltà rurale e mondo dei pescatori sono solo due esempi che li accomunano. Riders to the Sea di SyngeIn preda al  mare – ha molto in comune con I Malavoglia di Verga.

 

""L’influsso dei moduli pirandelliani nel teatro contemporaneo irlandese è più che evidente da Beckett ""a Brian Friel. Basti ricordare. Beckett, Pirandello e Shaw, tutti e tre vincitori del Premio Nobel, sono i “grandi” del teatro del XX secolo.

 

 

Flann O’Brien e Vitaliano Brancati sono forse i migliori scrittori di satira e parodia del XX secolo.

""Oscar Wilde si recò due volte in Sicilia e si innamorò del suo patrimonio culturale e anche delle sue persone. Fu a Palermo nel 1900, poco prima di morire, e nel 1887 stette a Taormina, dove incontrò il barone prussiano Von Gloeden. Fu anche ben conosciuto a Catania. Questi viaggi e il clima culturale in cui sono nati vengono raccontati da Stefania Arcara in Oscar Wilde e la Sicilia, temi mediterranei nell’estetismo inglese (edizioni Cavallotto).

 

 

 

W.B.Yeats, convinto che "non può esistere una grande letteratura senza nazionalità e una grande nazionalità senza letteratura, si ispirò in modo particolare alla storia e leggenda irlandese. Egli giunse in Sicilia nel gennaio 1925. Doveva rimettersi da una lunga malattia, ma voleva anche ammirare le glorie classiche e la bellezza dell’isola. Così egli visitò Siracusa, insieme all'archeologo Paolo Orsi, direttore del Museo, famoso per la sua collezione di monete greche. Questa visita rimase scolpita nel cuore del poeta irlandese e destinata a scrivere un altro capitolo sui legami tra Sicilia e Irlanda.

Il Senatore Yeats era stato incaricato di produrre monete per il "Libero Stato Irlandese“. Le monete siciliane si ritenevano allora tra le più belle del mondo greco. In particolare quelle di Euainetos erano artisticamente ben fatte, simili quasi a sculture in cui l'artista apponeva la sua firma. Yeats ne fu particolarmente colpito. Quando venne il momento di presentare i nuovi disegni delle monete in Irlanda, egli diede ai coniatori le monete siciliane come tema da riprodurre. Le monete irlandesi, in vita dal 1927, che riproducevano motivi dal mondo animale sono state per tanti anni così belle, perchè si rifacevano a questa loro origine siciliana.

Yeats non ammirò solo le bellezze classiche della Sicilia, ma anche la sua letteratura. Di Luigi Pirandello scrisse nelle sue Lettere: “Pirandello, l’unico dei drammatisti viventi che possiede materiale importante e inesauribile, descrive la transizione dall’individualismo alla plasticità universale”. Ma il siciliano che lo avrebbe colpito maggiormente fu il poeta, Lucio Piccolo, scoperto da Montale. Piccolo ebbe il grande onore di fare non solo da guida al Premio Nobel irlandese, ma anche di condividere con lui la passione per la poesia mistica ed esoterica. Le sue poesie sono profondamente influenzate dalla poetica dell’amico irlandese. Ciò è particolartmente evidente nel suo poema La torre, ispirato da The tower di Yeats, in cui descrive questo tipo d’edificio come simbolo dell’individualità dell’artista, mentre medita sul caos del mondo.

Lucio Piccolo intrattenne un’intensa corrispondenza con Yeats, già pubblicata da Natale Tedesco e guidò il poeta irlandese ed Ezra Pound durante la loro visita in Sicilia a metà degli anni ’20. Fu lui che, con la sua cultura alchemica e misterica, introdusse il cugino, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, autore di Il gattopardo, nel mondo di Yeats e Giuseppe Tomasi pubblicò vari articoli sul Premio Nobel irlandese, tra cui: W.B.Yeats e il risorgimento irlandese, apparso con lo pseudonimo, Giuseppe Tomasi di Palma, nel 1926, in Le opere e i giorni, un mensile genovese, scrivendo: “In molte di quelle brevi liriche le immagini si seguono pure e diafane, senza scosse, come le gocce di un cero purissimo consumato dall’ardore”. Più in là continua: “Nel suo primo dramma in versi, Yeats sceneggiò l’antica leggenda irlandese della Contessa Cathleen… E’ peccato che in Italia, dove si cerca da ogni parte un teatro di poesia, nessuno abbia mai pensato a rappresentare questo dramma, del quale esiste da tempo una traduzione di Carlo Linati, e che pare sia stato uno degli ultimi progetti che sedussero lo spirito di Eleonora Duse”.

Sean O’Faolain è forse il migliore scrittore irlandese di novelle del XX secolo. Nel 1953 egli osservava ancora le similarità politiche e sociali tra la sua Irlanda e la Sicilia, le stesse che “Gran Turisti” avevano percepito secoli prima. Sino alla fine della sua vita egli ammirò la Sicilia, parlando spesso a siciliani che lo visitarono. I suoi libri: A Sud, verso la Sicilia (Collins, Londra, 1935) e Un’estate in Italia (Eyre & Spottiswoode, 1949), dove si è recato dietro suggerimento di Graham Greene, rimangono come un monumento della sua ammirazione e del suo entusiasmo per la cultura mediterranea.

 

Seamus Heaney, Premio Nobel per la Letteratura nel 1995, due anni prima della sua investitura quale laureato Nobel, ha ricevuto a Palermo, il “Premio Mondello” per la poesia. Anche qui la giuria siciliana ha voluto esaltare la sua attività letteraria di “bellezza lirica” e “profondità etica”.

 

Tra i molti scrittori e scrittrici contemporanei (ricordiamo: Jennifer Johnston, che ha passato molte vacanze nelle Isole Eolie, Pat Kinevane, che ha scritto The Plains of Enna – Le pianure di Enna -, dramma in cui rivisita il mito di Proserpina, Colm Toibin, che descrive la Domenica delle Palme e le elezioni politiche del 1994 da Palermo), che hanno ammirato e ammirano la Sicilia – “sole, cucina stupenda, gente gentile e disponibile” -, non possiamo non menzionare Maeve Binchy e il suo romanzo Evening class – Classe serale -, un vero inno alla vita, ai colori e alla gente dell’isola mediterranea, che Maeve ha apprezzato soprattutto visitando Cefalù e dintorni.

Nora o la “Signora”, la “principessa dai capelli rossi” e “la ragazza più bella del mondo” per Mario, pur vivendo per 26 anni nel silenzio e quasi totale abbandono dello spettrale paesino di Annunziata, felice solo di uno sguardo del suo amato che non può rispondere al suo amore, continuerà ad ammirare l’Italia e, in particolare, la Sicilia, “terra meravigliosa”, nonostante le sue delusioni. Lì divenne parte della vita silenziosa di Annunziata, con le “blu colline aspre e a picco”, che tanto ha amato. Lì apprese l’italiano. Non incontrò altri uomini né bevve nei bar. Ogni venerdì insegnava inglese nella piccola scuola locale. Cuciva e ricamava, istoriando nomi di cittadine siciliane e italiane. Ogni tanto si recava in una grande città a vendere i suoi lavori.

Ritornata a Dublino dopo la morte di Mario, Nora organizza una classe serale d’italiano per presentare “artisti, scultori e affreschi”, “musica e opera”, “vino e cibo”, luoghi d’interesse, made in Italy e, alla fine, concludere con un viaggio nel Bel Paese.

La classe d’italiano, dove ciascuno si sentì a suo agio ed entusiasta e che creò “un legame straordinario” tra i partecipanti, è per Maeve l’occasione e insieme il punto d’incontro dove i vari personaggi porteranno le loro vite e i loro problemi.

Maeve è una grande entusiasta della Sicilia e dell’Italia tutta, di cui non solo ammira i monumenti, come i Grandi Turisti fecero nei secoli passati, ma riesce a trasmettere un entusiasmo contagioso, divenendo così una delle migliori promotrici del nostro turismo.

Il suo è uno stile semplice e diretto. Lei penetra nel cuore umano, analizzandone i sentimenti più intimi con tanto umore bonario e calore “sentimentale”. I suoi personaggi e i problemi che presenta sono del tutto vicini alla realtà e pieni di quella umanità che solevamo osservare nei vicini di casa o nella cerchia dei nostri amici.

Tornata a Dublino, Nora dirà: “Penso ancora e sogno in italiano, una lingua bellissima”, quale tributo della scrittrice irlandese al Bel Paese.

Questi sono solo alcuni illustri irlandesi che hanno ammirato la nostra Sicilia.

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Biografia

""Enzo Farinella,  collaboratore ANSA  e corrispondente per Radio Vaticana dall'Irlanda, dove vive da 45 anni, e' nato a Gangi in Sicilia.    

Cavaliere della Repubblica Italiana, Priore d’Irlanda per l’Ordine Capitolare  dei Cavalieri della Concordia, referente a Dublino del’Associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione. Plurilaureato, e’ stato per 20 anni Addetto Culturale presso l’Istituto Italiano di Cultura di Dublino. 

Molte le sue conferenze sui legami tra Italia e Irlanda e in particolre sui monaci irlandesi in Europa, tra cui:

Calandra Institute for American Italian Studies, (New York);

Dublin City University;

Glucksman Ireland House e Casa Italiana, (NY);

LatvijaisKulturasAcademija (Riga, Latvia);

Sapienza, Roma;

St. John University, (NY);

Stony Brook College (NY State);

Università di Szombathely (Ungheria);

Universita’ di Catania

Universita’ di Maynooth (Ireland);

University of Lodz (Polonia);

Universita’ Trinity College di Dublino,

University of Ulster, Belfast;

Wagner College (NY);

E ancora:

Centro Scalibriniano, Basilea,

Istituti italiani di Cultura in Budapest, Vienna, Dublin;

Istituto di Skriptura, Bruxelles,

KGB Bar, (NY),

L’Ecole des Avocats du Grand Est, Strasburg,

LatvijaisKulturasAcademija (Riga, Latvia)

Museum of Italian Culture (Long Island),

NuovaAccademiadegliIndustriosi, Gangi

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