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La formula del buonumore con i 5 rimedi contro la tristezza

“E’ nei piccoli particolari che si dimostra l’amore” scriveva San Josemaría Escrivá a proposito dell’episodio del Vangelo in cui Gesù, in casa di Simone, si era lamentato per non aver ricevuto dell’acqua per lavarsi, prima di sedersi a mensa – sottolineando l’importanza di quei piccoli gesti che testimoniano l’attenzione per l’altro.  Se è vero che l’uomo, come affermava  Aristotele,  è un animale sociale,  nato per vivere con i suoi simili in armonia e in amicizia, oggi sembra che l’attenzione per il prossimo, l’affabilità, la gentilezza, l’eleganza dei modi siano valori superati o dati per scontati.  Viviamo chiusi in noi stessi, presi dalla vita di tutti i giorni e dalla fretta, dimenticando perfino le regole basilari dell’educazione.  Capita di incontrare un vicino o un collega senza scambiare con lui nemmeno un saluto: chiusi nel nostro limitato isolamento  non riusciamo  a stabilire un  seppur minimo  contatto con l’altro.  Partendo da  queste riflessioni Carlo De Marchi, autore del saggio La Formula del Buonumore con i 5 rimedi contro la tristezza pone l’accento su un atteggiamento alla base di ogni rapporto interpersonale: il ruolo dell' affabilità. Parola dal sapore antico, oggi poco di moda, quasi caduta nell’oblio, l’affabilità costituisce il fil rouge di tutto il libro, assumendo  un valore essenziale: essere affabili non significa cadere nell’affettazione o nell’adulazione a scopi utilitaristici, al contrario vuol dire “mostrare un’apertura sincera e sorridente nei confronti delle persone che ci troviamo intorno. Vivere una socievolezza che non è ancora amicizia, ma è un primo passo necessario verso l’amicizia”. Un cristiano non può definirsi tale se non esprime un  atteggiamento di accoglienza, di attenzione e di senso di affinità con il prossimo.  Così come la personalità di Gesù sapeva essere così attraente per gli altri, anche noi  con  la gentilezza e  il sorriso manifestiamo, attraverso l’amore per gli altri, il nostro amore per Dio. Il libro offre una lettura agile e allo stesso tempo ricca di riflessioni profonde, cucita  tra numerosi spunti tratti dalla letteratura, con riferimenti ad autori cristiani di ogni tempo, tra questi  G.K.Chesterton, Romano Guardini, Tommaso Moro, San Josemaría Escrivá, definito da papa Luciani “il santo del sorriso quotidiano”: campioni di simpatia, saggezza e buona educazione. Scrive Andrea Monda nella sua prefazione,  “Questo  libro  mi ha regalato molta felicità, donando quella sensazione che si prova quando si legge un testo che dice proprio quello che tu hai provato per anni a formulare e lo dice meglio di quanto tu avresti potuto fare”.

La formula del buonumore è  un piccolo tesoro disseminato di molti consigli pratici per  vivere in armonia con sé stessi e con gli altri.  Come scritto da Chesterton e citato da Papa Benedetto XVI,  “Gli angeli volano perché non si prendono troppo sul serio” . “Per imparare a volare un po’ di più  bisogna aprirsi agli altri con il sorriso”,  afferma l’autore, “senza  prendere troppo sul serio se’ stessi, accettando i nostri limiti e  imparando a sorridere di un nostro sbaglio. Il punto di partenza è la certezza che "Dio, quando guarda ognuno di noi, sorride con affetto”. Riconoscere sé stessi con un sorriso e sorridere incontrando gli altri. E’ questa la radice dell’autostima e la formula del buonumore.