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L’Hammer Museum di Los Angeles raccoglie 180 milioni per ampliare gli spazi

Los Angeles la nuova destinazione dell’arte contemporanea? Nì, risponderebbero in molti. Da sempre più “indietro” rispetto a New York, la città sta cercando di ritagliarsi il suo spazio nel sistema dell’arte contemporanea. Scelta da Frieze LA come nuova sede, combatte con la difficile conformazione della città, troppo dispersiva e senza un vero accentramento artistico come a Myfair e Chelsea. Città difficile certo, ma il panorama si sta arricchendo, favorito anche dai tanti artisti che hanno scelto di vivere al sole della California. Tante novità, dunque. Come l’annuncio dell’ampliamento dell’Hammer Museum grazie al (cospicuo) sostegno di Lynda e Stewart Resnick e di Marcy Carsey.

LOS ANGELES: UNA CITTÀ DI FILANTROPI

Numerosi sono stati i filantropi che hanno donato la cifra necessaria di 180 milioni di dollari per ampliare le sale espositive e la collezione dell’Hammer Museum. Una cospicua donazioneè arrivata da Lynda e Stewart Resnick che hanno donato 30 milioni. “Per molto tempo l’arte ha ispirato me e Stewart in modo profondo e significativo” ha raccontato Lynda Resnick. “per decenni ci siamo dedicati alla dinamica scena artistica e culturale di Los Angeles e siamo orgogliosi di assistere alla sua crescita, un epicentro di talento all’avanguardia, riconosciuto a livello nazionale. Da ammiratori di lunga data della visione della direttrice Ann Philbin e del ruolo del museo Hammer in questa crescita rapidissima, siamo grati di essere parte di questo regalo che rafforzerà ancora di più il ruolo chiave dell’istituzione nella nostra comunità”.Anche la produttrice televisiva americana, Marcy Carsey ha donato alla causa 20 milioni di dollari. E la cifra è stata raggiunta grazie alle donazioni dei privati. Questa scelta è frutto della necessità di ospitare una collezione d’arte in continua espansione e un programma sempre più ricco di attività gratuite per il pubblico.

UN GRANDE PIANO DI AMPLIAMENTO

La storia del museo inizia negli anni ’90, fondato dall’allora presidente dell’Occidental Petroleum Corporation, Armand Hammer, che affidò il progetto dall’architetto Edward Larrabee Barnes.Il piano di rinnovamento è iniziato nel 2017 diviso in due diverse fasi: una prima che si concluderà a giugno in occasione della Biennale Made in L. A. 2018 e una seconda nel 2020. Per il momento sono iniziati i lavori al terzo piano del museo con una galleria che verrà dedicata a mostre temporanee e una alla new media art. È previsto, inoltre, un ampliamento degli spazi di ristoro. I lavori proseguiranno con la conversione della grande terrazza sopra Lindbrook Drive in uno spazio dedicato a grandi installazioni, eventi e progetti di didattica. Entro il 2020 verranno, inoltre, aggiunte nuove gallerie per mostre internazionali e un nuovo ingresso per accogliere i visitatori. L’intero progetto è diretto dall’architetto Michael Maltzan.

BIENNALE MADE IN L.A 2018

La biennale Made in L.A., che si svolge presso l’Hammer Museum, è giunta alla sua quarta edizione. Si svolgerà dal 3 giugno fino a settembre ed è curata da Anne Ellegood e Erin Christovale. La manifestazione intende presentare i progetti di 32 artisti che operano a Los Angeles o nelle zone limitrofe della città. Quest’anno verranno esposti lavori che indagheranno la storia sociopolitica di Los Angeles, la varietà dei paesaggi della regione e ci sarà un focus dedicato alla condizione femminile. Tra gli artisti più famosi invitati ci sono Daniel Joseph Martinez, Luchita Hurtado e Celeste Dupuy-Spencer.

–      Valentina Pol