Immagini: Catia Monacelli,direttore del Polo Museale di Gualdo Tadino, – Rocca Flea, sede del Museo civico (Polo Museale) di Gualdo Tadino – Padre Rev. Mario Collarini (Frate Indovino) con l'attrice Valeria Fabrizi.
Gualdo Tadino (Perugia), 2 febbraio 2017 – Per l'imminente arrivo del Carnevale, oggi nella sala consiliare del Comune di Gualdo Tadino in provincia di Perugia, è stata presentata una importante iniziativa, promossa dalla stessa Amministrazione comunale della città, dalle Edizioni Frate Indovino, e dal Polo Museale, finalizzata alla riscoperta degli antichi e straordinari personaggi che hanno reso grande il Teatro delle Maschere della Commedia dell’Arte Italiana. La suggestiva Rocca Flea (XII sec), fortezza restaurata nel 1242 da Federico II, ora sede del Polo museale di Gualdo Tadino, diretto dall' antropologa culturale, Catia Monacelli, farà da cornice alla mostra ''I Giganti'' che dall’11 febbraio al 26 marzo, ridonerà luce alle Maschere della Commedia dell’Arte Italiana. Cinquanta figure giganti tridimensionali di cartone colorato che affascineranno il pubblico in un nostalgico salto nel passato. ''Un progetto partito due anni fa nelle scuole, con la consegna agli studenti di un teatrino delle maschere della tradizione italiana in miniatura, e che da quest’anno si arricchisce anche di un’esposizione di maschere, appunto, a grandezza naturale aperta a tutti – ha spiegato nel corso dell'incontro il sindaco Massimiliano Presciutti – Un’iniziativa che mira a tramandare tra le generazioni una tradizione della nostra cultura nazionale come quella delle maschere della commedia italiana. Ringrazio Frate Indovino che ancora una volta ha scelto la città di Gualdo Tadino per un’iniziativa di così alto spessore culturale”. L'evento alla Rocca Flea, proprio per far tornare alle luci della ribalta 50 Maschere della Commedia dell’Arte Italiana è legato anche ad un'altra iniziativa curata da Frate Indovino edizioni dei Frati Francescani Cappuccini dell’Umbria, che hanno deciso di pubblicare e regalare a chi la richiede scrivendo direttamente alla redazione, la più vasta e completa collezione editoriale al mondo interamente realizzata dalla stessa mano, quella dal noto disegnatore e illustratore Severino Baraldi. ''Nell’arco di vari secoli, tantissimi bambini a Carnevale hanno indossato i panni delle maschere della Commedia dell’Arte Italiana, figure simpatiche e amiche che hanno dato tanto alla tradizione del nostro Paese. Oggi invece – spiega il direttore responsabile delle Edizioni Frate Indovino, Padre Rev. Mario Collarini – si rischia di apparire nostalgici se si spera di individuare, nel vortice delle feste Carnevalesche, qualche raro partecipante vestito da Arlecchino, poiché negli ultimi tempi sempre di più, le maschere tradizionali sono state soppiantate dagli eroi moderni, quelli a due dimensioni, che si vedono nei fumetti, sugli schermi televisivi e al cinema, come Superman, Batman o Wonder Woman, giusto per citare i più noti”.
Ma anche le maschere italiane, seppur con i loro pregi e difetti, possono essere considerate delle figure eroiche, che si affannano e lottano tra mille difficoltà per far trionfare, magari con uno spirito giocoso e goliardico, a tratti irriverente, valori importanti come la lotta per la pace, la libertà, contro i soprusi e le ingiustizie, al fine di far trionfare un allegro e collettivo “lieto fine”.
“Ed ecco che allora le Edizioni Frate Indovino per il Carnevale 2017 – spiega il direttore del Polo Museale, Catia Monacelli, suggeriscono una scelta: Arlecchino o Spiderman? Pulcinella o Capitan America? Colombina o Wonder Woman? L’invito di Frate Indovino, già caro agli italiani per il noto calendario che ha compiuto ben 70 anni, è quello per grandi e piccoli, di riavvicinarsi, riscoprendole, alle maschere della tradizione italiana”.
Contesto storico
Le maschere (o personaggi) della Commedia dell'Arte, interpretate da attori non occasionali ma di mestiere, tra XVI e XVIII secolo, varcarono i confini del Paese giungendo in Francia, in Spagna, in Inghilterra, in Polonia, in Russia e nelle Americhe. Il teatro di oggi, così come internazionalmente inteso, nasce anche sulla scia della Commedia dell’Arte.
Si trattava di caratterizzazioni particolari che colpivano l'immaginazione del pubblico: costumi bizzarri (come quello di Arlecchino), lingue non consuete (come lo pseudo-spagnolo di Capitan Fracassa), o l’uso delle maschere, che li ricollegava a periodi di “libertà”, segnatamente al Carnevale, contrapposto al periodo di austerità rappresentato dalla successiva Quaresima.
Carnevale, momento fuori dagli schemi, con fenomeni di inversione dell’ordine costituito, ridicolizza una serie di personaggi socialmente rilevanti come il “vecchio spilorcio padrone”, il “dotto” che è in realtà è un ignorante, il “milite sedicente eroe” all’atto puntualmente riconfermatosi codardo. Così come eleva ad esempio le classi subalterne: il “servo furbo e fedele” (anche al padrone oltre che a sé stesso), la “domestica intelligente e devota”, il “caduto in disgrazia”, che ribalta e risolve situazioni molto difficili. Proprio per il contesto popolare di rappresentazione, e le sue origini spontanee, la commedia attinge dalla vita comune, dalla quotidianità di persone normali. Si irradia nei vicoli e nelle case cercando il contatto diretto con le masse. Per questo motivo prende spunto ampiamente dalle scene di vita reale e dal linguaggio dialettale. A volte per compiacere il pubblico e ottenere un consenso immediato diventa anche un pò volgare.
L’azione viene improvvisata, arricchita con musica e danze, nelle piazze, nei mercati e tra la gente semplice. Gli attori cominciano ad unirsi in gruppi girovaghi che, di villaggio in villaggio, mettono in scena il loro talento in cambio di uova, verdura e, nei casi fortunati, qualche gallina da brodo! I costumi dai colori accesi e vivaci contraddistinguono i personaggi che rappresentano i caratteri della società. Troviamo, infatti, Arlecchino, il servo astuto; Pantalone, il vecchio avaro; Balanzone, il finto acculturato; Capitan Fracassa, il militare; Colombina, la servetta furba e così via. Nonostante l’origine delle maschere sia fortemente regionale, queste divengono celebri in tutta Italia grazie alle compagnie itineranti. Nel corso dei continui spostamenti la commedia si arricchisce di personalità e colore. I dialetti si mischiano e le storie si intrecciano diventando sempre più avvincenti.
Allora come ricevere a casa il teatro delle maschere? Semplice! Lo si può ordinare gratuitamente alle Edizioni Frate Indovino (Via Marco Polo 1/bis, 06125 Perugia) e ai seguenti contatti: tel. 075 5069369 dalle 08.00 alle 17.30 escluso il venerdì pomeriggio, il sabato e i giorni festivi; fax 075 5051533; e-mail info@frateindovino.eu – www.frateindovino.eu – www.facebook.com/frateindovino. All’interno sarà presente un bollettino per un eventuale versamento a favore delle opere sociali di Frate Indovino.
Articolo correlato del sociologo Mario Monicelli, Prorettore alle Comunicazioni – Sapeinza Università di Roma_ Approfondimento : https://www.paeseitaliapress.it/news_4590_Aridatece-la-Fantasia.html