LuganoMusica, Al Teatrostudio LAC weekend nel segno del quartetto – 26 – 27 – 28 febbraio 2016

Cuarteto Casals, l’Arcanto Quartet e il Jerusalem Quartet in una maratona beethoveniana suddivisa in tre appuntamenti: gli autori scelti sono Ravel, Berg e Bartók

Immagini: Quarteto Casals – Jerusalem Quartet – Arcanto Quartet 

 

Lugano – Un intero weekend dedicato al quartetto d’archi attende il pubblico di LuganoMusica. Venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 febbraio si susseguiranno al Teatrostudio LAC tre formazioni tra le più quotate a livello internazionale: il Cuarteto Casals, l’Arcanto Quartet e il Jerusalem Quartet. In programma, una maratona beethoveniana suddivisa in tre appuntamenti, ognuno dei quali sarà inoltre arricchito dall’esecuzione di un capolavoro del Novecento: gli autori scelti sono Ravel, Berg e Bartók.

 

“Il quartetto è una conversazione tra quattro persone ragionevoli”, scriveva Goethe nel 1818. Tra le espressioni più alte della musica occidentale, il quartetto per archi ha profondamente affascinato i compositori sin dalla sua nascita, verso la metà del Settecento. Tra l’età di Boccherini e il nostro tempo – con Dutilleux o Kurtág – i quartetti di Beethoven costituiscono una tappa cruciale. Il weekend che LuganoMusica dedica al quartetto è anche il punto di partenza di un ciclo completo dedicato a Beethoven, che si dipanerà per più anni. Non solo Beethoven sarà però protagonista delle prime tre date del ciclo: verranno infatti proposti anche tre capolavori del Novecento, mettendo così in relazione lo stile del classicismo viennese con i linguaggi della prima metà del XX secolo.

 

Ad aprire la maratona sarà venerdì 26 febbraio alle 20.30  il Cuarteto Casals, il più importante quartetto spagnolo in attività. Vincitore di importanti concorsi a Londra ed Amburgo, il Cuarteto Casals ha un repertorio assai vasto, dalle origini del quartetto d’archi fino ai lavori di compositori viventi, sia spagnoli che di fama internazionale, come Kurtág, con il quale ha lavorato a stretto contatto. Il gruppo è attualmente ‘quartet in residence’ alla Scuola Superiore di Musica della Catalogna a Barcellona, dove vivono i suoi componenti.

Di Beethoven il Cuarteto Casals interpreterà i Quartetti n. 5 op. 18 in la maggiore – incluso nella prima raccolta di quartetti scritta e pubblicata dal compositore – e n. 12 op. 127 in mi bemolle maggiore, opera della maturità, nata su sollecitazione del principe (nonché violoncellista dilettante) Nikolai Galitzin. Tra le due pagine, emblematiche della parabola quartettistica del maestro di Bonn, che si muove dai modelli di Haydn e Mozart per approdare poi ad una ricerca sempre più personale, il Cuarteto Casals propone un evocativo salto in avanti nel tempo, con il Quartetto in fa maggiore di Maurice Ravel. Composto nel 1903, quando Ravel aveva 28 anni, ed unico suo lavoro in questo genere cameristico, rappresenta un momento di forte avvicinamento di Ravel alla poetica simbolista di Debussy.

 

Seconda puntata sabato 27 febbraio alle 20.30 con l’Arcanto Quartet. Il gruppo, che ha debuttato nel 2004 a Stoccarda, è ritenuto oggi uno dei quartetti più autorevoli su scala mondiale, per la fusione e le qualità tecniche ed espressive. Tra i suoi membri si annoverano d’altronde eccellenti solisti come la violista Tabea Zimmermann ed il violoncellista Jean-Guihen Queyras, che, conoscendosi fin dagli anni degli studi, hanno deciso di ritagliare uno spazio nelle rispettive carriere per lavorare insieme.

A Lugano Arcanto farà dialogare il Beethoven maturo del Quartetto n. 15 op. 132 in la minore con le atmosfere espressionistiche della Lyrische Suite di Alban Berg, nella versione originaria per quattro strumenti. Il Quartetto op. 132, dedicato al mecenate russo Galitzin, presenta la particolarità di essere suddiviso in cinque movimenti, rispetto ai tradizionali quattro; pare inoltre che un tema del quinto movimento fosse in origine un abbozzo immaginato per il finale della Nona Sinfonia. La Lyrische Suite è la più celebre composizione per quartetto d'archi di Alban Berg, scritta tra il 1925 e il 1926 in sei movimenti"dal carattere più lirico che sinfonico”. E’ tra le prime opere ad adottare modalità compositive derivate dalla tecnica dodecafonica di Arnold Schönberg. Berg dedica quest'opera al compositore Alexander von Zemlinsky, ma nel 1977 un musicologo americano ha scoperto che la Lyrische Suite  possiede una "dedica segreta"ad Hanna Fuchs-Robettin (sorella dello scrittore Franz Werfel), della quale Berg era innamorato, seppur non corrisposto.

 

A chiudere il weekend sarà, domenica 28 febbraio alle 17, il Jerusalem Quartet, compagine israeliana nota per il calore e la passionalità delle sue performance. Ospite frequente dei maggiori festival nordamericani ed europei, il Jerusalem Quartet ha dedicato nelle ultimissime stagioni grande attenzione alle opere di Mozart e Brahms ed ha attualmente in cantiere la registrazione di due cd incentrati rispettivamente sull’op. 18 di Beethoven e sui Quartetti di Bartók.

A Lugano il Jerusalem Quartet propone i giovanili Quartetti n. 2 e n. 4 nell’op. 18 del maestro di Bonn. Il primo si è guadagnato il titolo di “quartetto dei complimenti” per l’atmosfera garbata e scherzosa, che spesso si accompagna in Beethoven alla scelta della tonalità di sol maggiore; al contrario il secondo, in do minore, assume toni più ricchi di pathos e rinuncia, curiosamente, al tradizionale movimento lento, sostituendolo con uno Scherzo seguito da un Minuetto.

Al centro del programma campeggia invece il dolente Quartetto n. 6 Sz. 114 di Béla Bartók. Scritto su commissione del violinista Zóltan Székely, è l'ultima opera composta da Bartók in Europa, prima del suo forzato esilio negli Stati Uniti, causato dal progressivo espandersi a est dell’annessione nazista. L’indicazione Mesto, che ricorre in ognuno dei quattro movimenti, viene fatta risalire sia agli eventi geopolitici esterni rispetto alla vita dell’autore, sia alla morte della madre, avvenuta in quel già triste periodo. Si tratta dell’ultimo quartetto di Bartók, che a questa formazione ha dedicato alcune delle sue opere più importanti, segnate da un linguaggio ardito e fortemente introspettivo.

 

 

Appuntamento al Teatrostudio LAC

  • venerdì 26 febbraio alle 20.30
  • sabato 27 febbraio alle 20.30
  • domenica 28 febbraio alle 17

 

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